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Meloni in Uzbekistan e Kazakistan: la premier cerca accordi su economia e difesa in Asia Centrale


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Giorgia Meloni è in visita da questo mercoledì a venerdì in Uzbekistan e Kazakistan, per incontrare i leader della regione e rafforzare i rapporti commerciali, politici e di sicurezza avviati dal primo summit Asia Centrale-Ue del mese scorso.

La premier italiana arriva in serata a Samarcanda, la stessa città che ha ospitato il summit, un mese dopo il previsto. Il viaggio, inizialmente fissato per il 25-26 aprile, è stato rinviato a causa della morte e dei funerali di Papa Francesco.

Il programma di Meloni in Uzbekistan e Asia Centrale

Giovedì Meloni sarà ricevuta dal presidente uzbeko, Shavkat Mirziyoyev, per un bilaterale incentrato sul partenariato strategico tra Italia e Uzbekistan, che dovrebbe firmarne uno a breve anche con l’Ue, sempre nella storica città sulla Via della Seta, non nella capitale Tashkent.

Si tratta della seconda tappa del riavvicinamento tra i due Paesi, dopo la visita di Mirziyoyev a Roma nel giugno 2023 che si concluse con l’annuncio del partenariato e la firma di undici accordi in campo economico, culturale e turistico.

Nel novembre di quell’anno fu il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a recarsi in Uzbekistan, un Paese che sta cercando di aprirsi ad Ovest come detto dallo stesso presidente a Euronews lo scorso mese.

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Venerdì è invece previsto ad Astana, in Kazakistan, il primo vertice Asia Centrale-Italia, con la partecipazione del presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev.

Tokayev e Mattarella si sono scambiati visite nel gennaio 2024 a Roma e nel marzo di quest’anno ad Astana.

Il governo italiano sta cercando di approfondire la cooperazione con il maggiore attore della regione soprattutto nel settore della difesa, nel tentativo condiviso anche dall’Ue di sottrarre la regione alla dipendenza da Russia e Cina.

Qual è la presenza economica dell’Italia in Asia Centrale

Piccole e medie imprese italiane attive nel tessile, nella manifattura avanzata e nell’energia pulita si sono preparate a operare in Uzbekistan, che ne ha offerto le condizioni come il Kazakistan.

La visita della premier avrà lo scopo di spingere gli scambi commerciali con l’Uzbekistan, scesi a 68,1 milioni di dollari all’inizio del 2025, con un calo del 15,4 per cento rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda il Kazakistan, l’Italia è il terzo partner commerciale dopo Russia e Cina. Secondo statistiche kazake, infatti, dal 2018 il nostro Paese si colloca al primo posto tra i Paesi destinatari dell’export nazionale e al terzo posto per interscambio commerciale, soprattutto grazie ai flusso di petrolio estratto dal gruppo Eni nei giacimenti del Mar Caspio.

Nel 2024 gli scambi bilateriali sono saliti del 25 per cento a quasi 20 miliardi di dollari, in gran parte nel settore energetico.

Media locali hanno sottolineato anche i rapporti dell’Italia con gli altri tre Paesi dell’Asia Centrale. Nel 2021, il Turkmenistan ha importato il 35% delle proprie armi dall’Italia, di gran lunga il migliore partner europeo del Paese in campo militare, e ospita dal 2008 impianti estrattivi dell’Eni.

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Le relazioni con il Tagikistan e il Kirghizistan sono più limitate, ma si stanno approfondendo. In Tagikistan la multinazionale italiana Webuild sta costruendo la diga di Rogun, un contratto firmato nel 2016 per un valore di 3,9 miliardi di dollari.

In generale, l’Asia Centrale offre opportunità anche dal punto di vista della logistica, essendo una via di transito alternativa verso l’Estremo Oriente e per la produzione delle terre rare, su cui anche l’Ue ha puntato per trovare alternative alle importazioni dalla Cina di questi materiali critici per la tecnologia avanzata.



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