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Stellantis ora parla italiano: le sfide di Filosa, i rapporti con De Meo (Renault) e il rilancio dell’Italia


La transizione verso l’elettrico, i rapporti con l’Ue, gli stabilimenti italiani e i marchi da rilanciare: cosa attende il neo amministratore delegato di Stellantis

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Il giorno dopo la nomina di Antonio Filosa alla guida di Stellantis, è tempo di valutazioni sulla scelta e sulle prospettive che il nome porterà al gruppo automobilistico. Tra chi la giudica ottima – soprattutto in Italia – e chi invece vede addensarsi nuvole nere all’orizzonte – in particolare in Francia.

TUTTA L’INDUSTRIA DELL’AUTO FRANCESE È A GUIDA ITALIANA ED È ORGOGLIO MILANESE

“La nazionalità non conta nulla, semmai è persino un ostacolo per un gruppo che ha origine torinese (Fiat vuol dire, o voleva dire?, Fabbrica italiana automobili Torino). Ma nell’augurare buon lavoro al successore di Carlos Tavares, non possiamo non notare che tutta l’industria automobilistica dei nostri amati, invidiati, corteggiati, criticati, sospettati cugini francesi è a guida italiana”, scrive Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera. Che ricorda come anche l’altra grande casa automobilistica francese, la Renault, sia a guida italiana con Luca De Meo: “La piccola soddisfazione di vedere due italiani alla testa di due grandi conglomerate mondiali dell’auto, che comprendono l’intera industria d’Oltralpe, è ovviamente compensata dal fatto che lo Stato francese nel capitale c’è e quello italiano no. Ma questo è un altro discorso”, chiosa l’ex direttore del Corsera che tesse poi le lodi dell’orgoglio milanese (“Il napoletano Filosa si è laureato in ingegneria al Politecnico e il milanese (pugliese d’origine) de Meo in economia alla Bocconi”). “E chissà che questo non favorisca un’eventuale fusione Renault-Stellantis. Colloqui, almeno per qualche sinergia industriale, sono già in corso”.

LE SFIDE CHE ATTENDONO FILOSA: TRA GUERRE COMMERCIALI E UE C’È DA GOVERNARE LA TRANSIZIONE VERSO L’ELETTRICO

Ma quali sono le sfide che Filosa si troverà ad affrontare. Molteplici, secondo La Repubblica. La macro sfida è “superare una delle crisi del settore più difficile a livello globale” “che si inserisce in una fase complessa a livello geopolitico, tra le guerre commerciali, che possono condizionare in maniera pesante il comparto, e un competitor come la Cina che chiuderà il 2025 con circa 30 milioni di auto prodotte, più di Europa e America insieme”.

“Poi c’è tutta la partita della transizione verso l’elettrico, impostata dalla Ue, e la data del 2035: percorso che per ora, nonostante gli appelli delle case produttrici, ultimo in ordine di tempo quello del presidente di Stellantis John Elkann e dell’ad di Renault Luca de Meo, non è cambiato”, ha proseguito il quotidiano romano.

IL DIALOGO CON SINDACATI E FORNITORI

Non solo. “Il nuovo ad, che dice di ‘avere Stellantis nel sangue’, dovrà fare le scelte giuste in Nord America e in Europa. Un lavoro che al di là dell’Atlantico, dove gli addetti sono oltre 75 mila sui 250 mila totali, Filosa ha iniziato a dicembre, dopo l’uscita di Tavares, quando ha assunto la responsabilità totale dell’America. I primi risultati si iniziano a vedere: ha ridotto le scorte di auto invendute sui piazzali, riorganizzato il team dirigenziale, guidato il processo di introduzione di nuovi prodotti e propulsori, riaprendo il dialogo con i concessionari, i sindacati e i fornitori. Un dialogo che con Tavares si era interrotto. Ora dovrà affrontare la sfida europea, su cui si è messo a lavorare il capo del mercato Europa Jean-Philippe Imparato. Dossier che Filosa conosce avendo assunto da gennaio la responsabilità del settore qualità del gruppo. Dovrà stare attento agli equilibri politici e di assetto tra Francia, che potrebbe sentirsi ridimensionata vista l’origine italiana dell’ad, e l’Italia, dove i rapporti dopo l’uscita di scena del manager portoghese sono migliorati. Senza dimenticare l’importanza di Spagna e Polonia nella produzione”.

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L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO ITALIA E TERMOLI

A livello italiano la prima sfida sarà invece l’aggiornamento del Piano Italia. “Una rivisitazione delle missioni dei singoli stabilimenti con l’obiettivo di spostare la produzione di auto dal solo elettrico all’ibrido”. L’altra sfida è rappresentat da Termoli, “dove gli addetti sono 2 mila. Stellantis dovrà rilanciare la produzione di motori, anche perché il progetto della gigafactory Acc per ora non decolla. E poi c’è da ridisegnare il futuro di Maserati. A giugno arriverà il piano di rilancio della Casa di Modena, altro banco di prova del nuovo corso tra Stellantis e l’Italia”, ha evidenziato Repubblica.

GOVERNO E SINDACATI APRONO A FILOSA

D’altronde un’apertura a Filosa è arrivata praticamente da tutti, governo e partiti e sindacati che chiedono un segnale: “’Ottima scelta’. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso questa volta misura molto attentamente le parole per commentare la nomina di Antonio Filosa alla guida di Stellantis. Dichiarazione asciutta e diametralmente opposta rispetto agli umori espressi nelle stesse ore dal quotidiano francese Le Monde che invece lamentava il cambio di equilibri all’interno del gruppo con la crescita dell’influenza dell’Italia. ‘Se Parigi piange, Roma ride», commentavano ieri nei corridoi del ministero rafforzando il concetto espresso da Urso, secondo il quale la decisione presa dal comitato presieduto da John Elkann «conferma la rinnovata centralità dell’Italia nella strategia del gruppo’. E questo per ora basta”, riferisce La Stampa.

A LUGLIO IL TAVOLO DELL’AUTOMOTIVE AL MIMIT, IL PRIMO CON FILOSA

“Nei giorni scorsi Urso ha annunciato che entro luglio intende convocare il tavolo automotive per fare un bilancio sugli impegni di Stellantis rispetto alla filiera dei fornitori, su quello che il governo ha fatto e intende fare per il rilancio dell’automotive e per presentare altre eventuali opportunità di sviluppo del settore nel nostro paese. Il tavolo specifico su Stellantis, invece, ha una tempistica diversa e quindi si prevede che sarà convocato più avanti, probabilmente dopo l’estate. È indubbio che la scelta compiuta ieri dal gruppo italo-franco-americano contribuisca a rafforzare la convinzione che il nostro Paese ritrovi centralità nelle strategie del gruppo, che poi è quello che chiedono e si aspettano non solo il governo, ma anche le istituzioni, i rappresentanti locali dove soni presenti i vari siti di produzione e ovviamente i sindacati”, ha evidenziato il quotidiano torinese.

Dai sindacati il giudizio è positivo, come riferisce sempre Repubblica. Per la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola “l’auspicio è che la nomina di un manager italiano di grande esperienza rappresenti la volontà del gruppo di rilanciare la produzione nel Paese”. Secondo Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: “Tocca a un italiano risollevare le sorti di Stellantis”. “La sua nomina rappresenta un motivo d’orgoglio per l’Italia”, dice Antonio Spera, segretario nazionale Ugl metalmeccanici. “È una scelta che testimonia l’attenzione del gruppo verso il nostro Paese», osserva il presidente di Federmanager, Valter Quercioli”.

ZANGRILLO: COLPISCE LA SUA CAPACITA’ DI ADATTAMENTO, È GARANZIA DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA

Infine, sempre sul quotidiano romano, il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, racconta in un’intervista del suo rapporto con il neo amministratore delegato di Stellantis: “Di Antonio mi ha colpito più di ogni altra cosa la sua capacità di adattamento”, ha detto il ministro che ha lavorato con Filosa in passato. Zangrillo si dice sicuro che il neo ad sarà garanzia rispetto ai piani di investimento di Stellantis nel nostro Paese. “Penso proprio di sì. Pur avendo un profilo e una esperienza internazionali Antonio è molto legato alla sua terra, è un napoletano verace. Sono convinto che questo significherà particolare attenzione al nostro Paese, la consapevolezza che essere amministratore delegato di Stellantis significa tenere alta la parte italiana del gruppo”.



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