Fondata oltre quindici anni fa, dal 2023 Apptio è entrata a far parte del portafoglio IBM, a seguito di un’acquisizione che ha segnato un punto di svolta strategico: da realtà indipendente e specializzata, è stata integrata all’interno della divisione software di Big Blue, contribuendo in modo sostanziale alla strategia complessiva di IT Automation del gruppo. Trasformare la spesa IT in investimento strategico – “In questo contesto – afferma Barbara Rovescala, Senior Solution Consultant di Apptio – ci collochiamo come tassello fondamentale nella composizione dell’offerta che punta a razionalizzare, automatizzare e rendere più intelligenti i processi IT”.
Il ruolo della gestione economica del digitale – trasformare la spesa IT in investimento strategico
L’investimento compiuto da IBM nell’acquisizione di Apptio non rappresenta semplicemente una scelta tattica, ma riflette una visione chiara: in un contesto in cui ogni impresa è, di fatto, una tech company, la gestione economica del digitale non può più essere trattata come un’attività subordinata.
Rovescala precisa: “La nostra tecnologia rappresenta un elemento chiave nella strategia di IT Automation di un’organizzazione, perché contribuiamo a semplificare, automatizzare e rendere più intelligenti i processi aziendali”.
La piattaforma di Apptio è, infatti, pensata per abilitare un linguaggio comune tra IT, finance e business, facilitando una governance condivisa delle risorse e delle scelte allocative. “L’approccio che proponiamo non è puramente tecnico o finanziario, ma culturale: coinvolgiamo stakeholder eterogenei, superando i silos organizzativi e promuovendo una collaborazione cross-funzionale orientata alla misurazione del valore generato dalla spesa tecnologica”.
Il ruolo che si propone di avere Apptio è di favorire la coesistenza operativa di visioni, metriche e aspettative diverse: reparti IT focalizzati su performance e affidabilità, funzioni finanziarie concentrate su budget e compliance, e business unit orientate a delivery, time-to-market e soddisfazione del cliente. “Unire questi mondi significa introdurre una semantica condivisa, capace di tradurre dati tecnici in insight economici e viceversa. Far dialogare l’IT con il finance e il business non è un’opzione tecnica, è una sfida sistemica”.
Un robusto framework metodologico
Ed è proprio per rispondere a tale sfida che Apptio si fonda su un framework metodologico robusto, ispirato al Technology Business Management (TBM). Sviluppato originariamente all’interno dell’omonimo Council, un’organizzazione non-profit fondata per promuovere la collaborazione tra aziende, settori e geografie nella gestione della spesa IT, TBM rappresenta la base epistemologica del modello. Apptio, in quanto technical advisor del TBM Council, ha declinato questi principi in un’architettura operativa concreta, costruita su una modalità di allocazione dei costi che si fonda su una tassonomia comune a finance, IT e business.
Questo approccio consente di integrare dimensioni tradizionalmente disallineate e di disporre di una vista coerente e navigabile della spesa IT, dei costi dei servizi, delle applicazioni e delle relative unità di consumo. In tal modo, è possibile abilitare pratiche come lo showback – ovvero la rendicontazione interna dei consumi IT – con l’obiettivo di attribuire accountability e consapevolezza a chi utilizza le risorse tecnologiche. Come osserva Rovescala, “l’adozione di un modello showback ben strutturato cambia il comportamento delle business unit: da fruitori passivi diventano co-responsabili del valore prodotto dalla tecnologia”.
Rovescala evidenzia inoltre che un aspetto cruciale che si riscontra frequentemente nelle organizzazioni è la mancanza di trasparenza sui costi. “Molte aziende si affidano ancora a fogli Excel e sistemi frammentari per tracciare la spesa IT, rendendo estremamente complesso individuare con precisione dove siano state allocate le risorse finanziarie”. Apptio si propone come piattaforma di riferimento per centralizzare, armonizzare e analizzare i dati economico-finanziari dell’ecosistema IT, offrendo una visione unificata e riconciliabile dei flussi di spesa, anche in ambienti multi-cloud o ibridi.
Anche i costi del cloud sotto controllo
Con l’adozione pervasiva del cloud, inoltre, il tema della gestione finanziaria ha assunto una rilevanza ancora maggiore. L’attivazione on-demand di risorse cloud implica una continua esposizione a dinamiche di costo imprevedibili, dove la mancanza di controllo può portare rapidamente a derive finanziarie significative. Non a caso, oggi il ruolo del finance è molto più integrato nei processi IT rispetto al passato. Se prima esisteva un ciclo lineare e separato tra procurement e IT, oggi l’interazione è costante, sincrona e spesso automatizzata.
Come sottolinea Rovescala ai clienti che intraprendono percorsi di FinOps: “Ogni istanza cloud è una voce di bilancio che va gestita in tempo reale, altrimenti si rischia che l’agilità tecnologica si trasformi in disordine finanziario.”
Soluzioni SaaS modulari e scalabili
Le soluzioni SaaS di Apptio, modulari e scalabili, sono progettate per rispondere a queste esigenze. In particolare, nel dominio del cloud cost management, offrono strumenti avanzati che permettono di monitorare, analizzare, ottimizzare e pianificare la spesa cloud in modo proattivo. Grazie a tecniche di intelligenza artificiale, le piattaforme Apptio sono in grado di generare suggerimenti di ottimizzazione, rilevare anomalie nei pattern di spesa e abilitare interventi tempestivi, evitando spiacevoli sorprese in fase di fatturazione.
Rovescala chiarisce: “Il principio che guida questo approccio è chiaro: prevenire l’extra-spending non significa tagliare indiscriminatamente, ma assicurarsi che ogni euro speso sia coerente con gli obiettivi di business sottostanti.”
Trasformare la spesa IT in investimento strategico
Se allarghiamo il perimetro oltre il solo cloud – considerando scenari ibridi sempre più frequenti nelle aziende mature – emerge con forza un’altra esigenza: quella di trasformare la spesa IT in investimento strategico. In settori ad alta intensità di capitale tecnologico, come il finance o le utility, le imprese richiedono supporto non solo per contenere i costi, ma soprattutto per dimostrare il valore generato dagli investimenti. “In questi casi, il nostro interlocutore principale non è il finance, ma direttamente l’IT, che ci chiede strumenti per quantificare e comunicare l’impatto delle proprie iniziative – conclude Rovescala –. Non basta sapere quanto si spende in tecnologia, bisogna sapere quanto quella spesa contribuisce alla competitività dell’azienda”.
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