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Bankitalia ha ragione: no al risiko per il risiko




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Ultim’ora news 30 maggio ore 20


Nelle Considerazioni Finali lette venerdì 30 dal governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta viene sottolineata la forza del sistema bancario italiano, con il miglioramento del margine di interesse, con la redditività sostenuta, con l’elevato rendimento del capitale e la stabilità delle prospettive.

La contrazione dei prestiti, pure osservata, è dovuta principalmente alla debolezza della domanda, mentre l’autofinanziamento aumenta fino ad annullare il fabbisogno di risorse esterne: un quadro, che è anche un giudizio del banchiere centrale, non frequente negli anni, anche se Panetta fa presente che la Bankitalia continuerà a seguire l’evoluzione dei prestiti, in particolare di quelli alle imprese minori.

La valutazione sui processi di concentrazione bancaria

Ma un punto molto atteso è stato quello della valutazione dei processi di concentrazione bancaria. Qui siamo in presenza non di un semplice memorandum ma di una sorta di autorevole rescritto.

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Dopo aver rilevato che le concentrazioni rappresentano un momento di discontinuità nella vita degli intermediari, le Considerazioni affermano che le aggregazioni devono servire a rafforzarli e perciò è fondamentale che esse creino valore. Ma a questo punto, proprio perché questa formula viene solitamente in interpretata come creazione di valore per l’azionista, Panetta ritiene necessario precisare cosa effettivamente con essa si intenda.

In particolare, significa offrire a imprese e famiglie finanziamenti adeguati per quantità e costi, strumenti di impiego del risparmio trasparenti e a condizioni eque, servizi qualificati ed equi coerenti con le esigenze del Paese.

Ovviamente ciò fa crescere il valore anche per l’azionista, ma deve essere una derivata del rafforzamento nei termini indicati. Non la concentrazione per la concentrazione, per un gigantismo inutile o per una manifestazione di potenza, ma un’operazione che risponda alla ragion d’essere delle banche.

Qual è il confine della competenza degli organi di Vigilanza? 

Qual è la posizione della Vigilanza rispetto alle singole aggregazioni? Essa, dice Panetta, deve verificare il rispetto della normativa prudenziale e la solidità degli intermediari, mentre il giudizio su ciascuna offerta spetta alle dinamiche del mercato e alle scelte degli azionisti.

Poi vi sono altre autorità e qui Panetta giustamente non entra nel campo delle loro attribuzioni, si pensi per esempio al golden power, come sono previste dalla legge.

Semmai si potrebbe aggiungere che si potrà porre un problema in sede europea per un possibile coordinamento tra istituzioni competenti in materia, ciascuna per diversi profili.

Queste tassative puntualizzazioni dovrebbero condurre a guardare con occhi diversi i processi di aggregazione in corso in Italia e a comprendere il perché di determinati interventi di chi esercita la supervisione o dei non interventi che però sono riconducibili sempre alla persistenza dei generali controlli.

La necessità di una razionalizzazione della normativa europea

Ma esiste anche, e lo si rileva con frequenza, un problema regolamentare che discende dalla superfetazione della normativa europea, in specie quella bancaria, donde la necessità di semplificazioni e dell’aggregazione in un corpus normativo da trasfondere in un testo unico valido per tutti i Paesi. Non si tratta di allentare le regole ma di semplificare e ridurre gli oneri amministrativi. Un ampio schieramento sostiene questa linea, a cominciare dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli. È un’operazione cruciale per rilanciare la competitività.

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Al sistema bancario sono destinate circa tre pagine delle Considerazioni, magari meno di altre volte proprio perché, come si è rappresentato, i problemi sono ora minori, frutto anche degli alti tassi di interesse di cui le banche hanno beneficiato per il tipo di politica monetaria che è stata necessaria. Ma la tutela del risparmio si fonda pure su tutta la parte precedente delle Considerazioni riguardanti i temi dell’economia, dei rapporti con l’Europa e con gli Usa e con la politica monetaria. Così come sulla parte in cui Panetta affronta il rischio delle criptovalute, a proposito delle quali urge una normativa organica nonché adeguati accordi internazionali.

Ci sarà molto da riflettere su questa parte delle Considerazioni e si dovrà agire coerentemente. (riproduzione riservata)



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