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Fondartigianato strumento di inclusione sociale grazie alla formazione continua dei lavoratori stranieri


Fondartigianato è uno dei principali Fondi Interprofessionali per la formazione continua, istituito 25 anni fa (Legge 388/2000). È il punto di riferimento più importante per le imprese del settore artigiano che abbiano a cuore la formazione dei propri lavoratori. Italiani, e stranieri in Italia. Negli anni Fondartigianato si è confermato essere infatti anche strumento efficace per l’inclusione e l’accesso equo alla crescita professionale. A ricordare l’impegno è stata il direttore del Fondo, Antonella Pinzauti, a Brescia, nel corso dell’incontro “L’integrazione è un lavoro artigiano”, organizzato dall’articolazione lombarda del fondo e l’ateneo locale.

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Le aziende aderenti al Fondo

A Fondartigianato oggi aderiscono 150mila aziende e 620mila lavoratori. Oltre 500 milioni di euro le risorse stanziate. Il Fondo finanzia progetti in due forme. La prima è quella mutualistica, attraverso la presentazione di progetti in risposta a Bandi pubblici (Inviti), e in questo caso le aziende beneficiano di risorse superiori a quanto versato (0,30% obbligatorio per legge). La seconda è il Conto Aziendale (dal 2023), riservato a imprese con almeno 50 dipendenti: in questo caso l’azienda accantona l’80 per cento della contribuzione in un conto dedicato, da destinare a progetti di formazione.

Progetti e interventi finanziati

Negli ultimi tre anni Fondartigianato ha finanziato oltre 13.600 progetti con modalità voucher, ai quali hanno partecipato oltre 56mila lavoratori, per un totale di oltre 96mila partecipazioni. Ciò vuol dire che ciascun lavoratore ha preso parte a più di un progetto formativo (in media 1,69). Sei partecipanti su dieci sono uomini. La Lombardia è stata la regione italiana con il maggior numero di partecipanti (12.819).

La partecipazione dei lavoratori stranieri

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Negli ultimi tre anni la formazione continua erogata da Fondartigianato ha coinvolto poco meno di 5mila lavoratori stranieri, l’8,66 per cento sul totale dei partecipanti, in linea con le tendenze nazionali. In prevalenza uomini (circa due terzi).

La provenienza dei lavoratori stranieri

Il 33,6 per cento dei lavoratori stranieri proviene dall’Unione europea, il 26 per cento è extra Ue e il 19 per cento di origine africana.

Inquadramento e titolo di studio dei lavoratori stranieri formati

Nove lavoratori su dieci coinvolti nella formazione continua con Fondartigianato sono operai, il resto impiegati, contro un rapporto di sei a quattro dei lavoratori italiani.

La regione con più lavoratori stranieri formati tramite progetti di Fondartigianato è la Lombardia (1.269).

Appena il 10 per cento dei lavoratori stranieri non possiede alcun titolo di studio, mentre la maggioranza ha conseguito la licenza media o il diploma. La fascia d’età prevalente dei lavoratori stranieri è quella tra i 30 e i 39 anni.

I temi trattati con i lavoratori stranieri nella formazione continua

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Le tematiche trattate sono in linea con quelle preferite dai lavoratori italiani. Ai primi posti, l’apprendimento di tecniche e tecnologie di produzione della manifattura e delle costruzioni, settori particolarmente presidiati dai lavoratori stranieri e in sintonia con il dato sulla qualifica (operai). Viene poi la gestione aziendale e l’amministrazione.

Un dato che sorprende è che la tematica riferita alle lingue straniere e all’italiano per stranieri risulti tra le meno trattate.

Riconoscimenti formali

Quanto ai riconoscimenti formali di competenza dei lavoratori stranieri, quattro su dieci possiedono una dichiarazione di competenza cartacea, poco più di tre di validazione e il resto hanno ricevuto una certificazione (23%).

Ingresso in azienda e formazione

Il 46 per cento dei lavoratori stranieri sono formati entro il primo anno dall’assunzione, il 35 per cento dopo oltre tre anni.

I lavoratori stranieri che hanno ricevuto una formazione negli ultimi tre anni sono impiegati complessivamente in circa duemila aziende, di cui il 95% micro e piccole. Al netto della minima parte di aziende di medie dimensioni, le micro e piccole imprese si dividono la torta sostanzialmente a metà (49 per cento contro 46 per cento), prevalentemente nel comparto artigiano.

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Immagine di freepik



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