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Salvini in gloria del Ponte sullo Stretto: “Porterà lavoro, soldi e un altro Rinascimento”


“I cantieri per il Ponte sullo Stretto apriranno entro la fine dell’estate”. È il perentorio annuncio fatto ieri dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, al termine dell’incontro, in prefettura a Messina, con autorità, istituzioni, associazioni e sindacati.

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“Ieri”, ha aggiunto, “il ministero dell’Ambiente ha pubblicato sul sito il parere positivo che verrà inviato a Bruxelles e adesso l’ultimo passaggio istituzionale è l’approvazione del progetto definitivo al Cipess, tra fine giugno e inizio luglio. Corte dei Conti, Gazzetta ufficiale, contiamo che nonostante agosto riescano a farlo, e prima della fine dell’estate vedremo a Messina e Reggio i cantieri per il Ponte”.

Passerella auto-promozionale

Più che incontro istituzionale, quella di ieri è stata una passerella auto-promozionale, durante la quale il vice-premier ha promesso tutto a tutti. Così, grazie al Ponte, “Messina vivrà un nuovo Rinascimento”; i finanziamenti pubblici pioveranno dal cielo (e questo, in effetti è vero): “Oggi, tra Sicilia e Calabria, ci sono cantieri finanziati per 38 miliardi. Se a questi aggiungiamo i 13,5 del Ponte, arriviamo a 52 miliardi… Non so se ci sono precedenti nella storia repubblicana di finanziamenti operativi sulle due sponde per queste cifre”; ci sarà lavoro per quasi ogni abitante. Il tutto, naturalmente, senza che mafia e ‘ndrangheta possano mettere le mani su un centesimo di soldi pubblici, perché sui controlli saranno “cattivi”.

Col Ponte soldi e lavoro per tutti

“Quando hai più di 100mila lavoratori coinvolti e migliaia di imprese siciliane, calabresi e italiane coinvolte è chiaro che devi essere cattivo. Stavo messaggiando col ministro Nordio proprio durante gli incontri, perché procure, prefetture, avvocati, vigili del fuoco, medici, in generale Messina e Reggio, saranno nei prossimi anni protagoniste dello sviluppo di qualcosa che non ha precedenti”, ha aggiunto.

Controlli antimafia annacquati? Incomprensione col Quirinale

Un grande auto-spot per un’opera che sarà perfetta. Insomma. Peccato solo per quella piccolissima “incomprensione” tra lui e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio sul tema dei controlli antimafia, che il vice-ministro avrebbe voluto annacquare. Bypassando anche il già lasco Codice degli Appalti.

Su questo tema è intervenuto, sempre ieri, dalla Spagna, il ministro Matteo Piantedosi, che sullo scontro col Quirinale ha spiegato che “c’è stato un deficit comunicativo nel processo normativo” e “soprattutto nei decreti d’urgenza, che, poi passano alla presidenza della Repubblica e, quindi, prevedono una rispettosa comunicazione preventiva” al Colle. Il titolare dell’Interno ha riconosciuto di aver “ascritto il deficit a un mio contributo”.

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Salvini: “Sui controlli saremo cattivi”

Tutta un’incomprensione, quindi, tanto che lo stesso Salvini ha dichiarato “Noi vogliamo aumentare i controlli. Vogliamo aiutare le prefetture a fare ancora di più rispetto al gran lavoro che già oggi fanno. L’obiettivo è cercare di prevenire qualsiasi tipo di malaffare e sono convinto che, in conversione del decreto (Infrastrutture ndr), in pieno accordo col Quirinale, si potenzieranno al massimo i controlli che sono già in corso”.

L’intervento a gamba tesa di Bonelli

A riportare il tour promozionale alla realtà ci ha pensato il verde Angelo Bonelli: “Salvini oggi è andato a Messina per la sua solita sceneggiata. È surreale sentirlo parlare di controlli antimafia sul Ponte sullo Stretto dopo che ha tentato, con un blitz nel Dl Infrastrutture, di derogare alle norme antimafia, fermato solo grazie ai rilievi del Quirinale. Ma Salvini lo ha detto a Messina che ci sono mafiosi che avevano acquistato terreni in aree funzionali alla realizzazione del progetto?”. “Nei documenti ufficiali degli espropri per il Ponte compaiono nomi legati alla storia di Cosa Nostra e della ‘Ndrangheta”, spiega il deputato di AVS e co-portavoce di Europa verde. Che fa anche i nomi.

Ancora manca il protocollo antimafia

Nomi e fatti inquietanti che però gli attuali responsabili dell’opera sembrano sottostimare: “Il 4 aprile 2024 l’aAd della Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, aveva promesso un protocollo di legalità per evitare esattamente questi rischi. A oggi, maggio 2025, quel protocollo non esiste ancora”, aggiunge Bonelli, “Salvini da giorni non risponde alla mia domanda: perché avete inserito, nelle aree di esproprio funzionali alla realizzazione di cave, depositi e altre opere connesse al Ponte, terreni di proprietà di mafiosi e ‘ndranghetisti?”.

Silenzio sui fondi trasferiti al Nord

Quindi la conclusione: “Salvini non ha detto — e quindi non ha spiegato — perché ha scippato 3 miliardi di euro alla Sicilia, inizialmente destinati alla messa in sicurezza degli edifici, alla rigenerazione urbana e alla realizzazione di ferrovie, per trasferirli a opere in Liguria e Veneto. Solo per la messa in sicurezza di edifici e territorio si tratta di circa 800 milioni di euro sottratti alla Sicilia”.



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