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almeno 350 miliardi di dollari. La pace porterà molte opportunità alle aziende italiane « LMF Lamiafinanza


Ucraina, il prezzo della ricostruzione: almeno 350 miliardi di dollari, ma probabilmente molto di più

di Daniele Mangano

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Da oltre due anni, il conflitto in Ucraina rappresenta una delle tragedie più gravi del nostro tempo, e tutti si chiedono quanto ci costerà rimettere a posto i danni? Stiamo parlando di un’infinità di abitazioni, vie di comunicazione, strutture sanitarie e istituti scolastici ridotti in macerie. Le previsioni sui costi per la riedificazione sono varie, ma si parla di somme ingenti, da 350 miliardi a più di un trilione di dollari.

Secondo i calcoli della Banca Mondiale e delle Nazioni Unite, la sola ricostruzione delle infrastrutture richiederà centinaia di miliardi di euro. A questo importo va aggiunto tutto il resto la ripresa economica, la riabilitazione delle zone occupate e la creazione di uno stato stabile e all’avanguardia. Si tratta di oneri che vanno al di là della semplice riedificazione, ma che riguardano anche il futuro del Paese.

Tuttavia, il problema principale non è solo una questione di soldi. Lo scenario geopolitico è tutt’altro che agevole. La Russia rappresenta ancora una minaccia, e c’è molta incertezza su come e quando terminerà la guerra. Ciò implica che la riedificazione non sarà semplice, visto che il conflitto potrebbe continuare a influenzare l’intero processo. Inoltre, è difficile stabilire se l’Europa e gli Stati Uniti saranno davvero pronti a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario. In fondo, sostenere una guerra è una cosa, ma supportare un paese che sta cercando di riprendersi mentre parte del suo territorio è ancora conteso è un’altra.

Le principali testate giornalistiche internazionali stanno seguendo da vicino questa fase. Il New York Times, ad esempio, considera la ricostruzione come un’opportunità per l’Ucraina di modernizzarsi e crescere economicamente, ma avverte che l’instabilità politica potrebbe intralciare questo processo. The Guardian sottolinea che la riedificazione non dovrebbe limitarsi alla ricostruzione fisica delle città, ma anche alla cura delle disuguaglianze sociali ed etniche presenti nel Paese. In Italia, Il Sole 24 Ore si sofferma sugli aspetti economici, chiedendosi se l’Europa avrà davvero le risorse per sostenere la ricostruzione e se l’Ucraina riuscirà a integrarsi efficacemente nel mercato europeo. Tuttavia, nonostante le difficoltà, la ricostruzione potrebbe rappresentare anche un’occasione di crescita per l’Ucraina e per l’intera Europa. In questo contesto le soluzioni green sono centrali.

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Le soluzioni green

Le soluzioni green rivestono un’importanza strategica e crescente nella ricostruzione dell’Ucraina, per motivi ambientali, geopolitici, economici e istituzionali. Non si tratta solo di “ricostruire”, ma di costruire meglio: in modo sostenibile, resiliente e integrato con gli standard europei, visto il percorso di adesione dell’Ucraina all’UE.

Se le cose verranno fatte nel modo giusto, con l’ausilio delle tecnologie moderne e le riforme necessarie, l’Ucraina potrebbe diventare una forza economica strategica nel cuore dell’Europa. La domanda è: l’Ucraina riuscirà a sfruttare al meglio questa crisi, trasformandola in un’opportunità di cambiamento? A ben vedere, far rinascere l’Ucraina non si limita a una mera questione finanziaria. Serviranno decisioni politiche audaci e la competenza per edificare un avvenire solido. L’esborso sarà ingente, però se la nazione saprà amministrare oculatamente i sostegni e le ricchezze, potrebbe risollevarsi da questo dramma non solo restando a galla, ma altresì più vigorosa di quanto non fosse, tramutandosi in un faro di tenacia per l’intera Europa.

Il Green Deal europeo

L’Ucraina ha firmato l’Accordo di Associazione con l’UE e aspira a diventare membro a pieno titolo. Ciò impone il rispetto di norme ambientali, energetiche e climatiche allineate al Green Deal europeo. I progetti di ricostruzione devono integrare criteri di sostenibilità ambientale. Le aziende che propongono soluzioni “green compliant” hanno vantaggi competitivi nei bandi pubblici.

Che opportunità si aprono per le aziende italiane?

L’Ucraina dovrà ricostruire migliaia di chilometri di strade, ferrovie, ponti, scuole, ospedali, reti elettriche e idriche. Le aziende italiane di costruzione e ingegneria civile possono essere coinvolte in ricostruzione di infrastrutture pubbliche, in rigenerazione urbana delle città danneggiate e in progetti ferroviari e logistici, in sinergia con l’integrazione UE.

Inoltre, la guerra ha danneggiato pesantemente le infrastrutture energetiche. Ci sarà una forte spinta alla ricostruzione sostenibile, aprendo spazi per aziende italiane nei settori delle  energie rinnovabili (solare, eolico, biomasse), dell’efficienza energetica e smart grids e dei servizi ambientali e gestione dei rifiuti.

Industria e manifattura

L’Ucraina vorrà riattivare la produzione industriale in chiave moderna. Le imprese italiane possono fornire macchinari, tecnologie e automazione industriale o anche stringere joint venture con imprese ucraine con trasferimento di know-how nel manifatturiero di qualità. La stessa cosa dicasi per agroindustria e tecnologie alimentari, considerando i vasti terreni coltivabili del Paese.

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Servizi finanziari, legali e consulenziali

Con l’arrivo dei fondi europei e internazionali, serviranno consulenti, banche, assicurazioni e professionisti esperti in project finance, gestione dei fondi, due diligence e risk management, oltre che in consulenza legale e contrattuale per operazioni in contesti postbellici. Infine, il conflitto ha aumentato la consapevolezza dell’importanza della sicurezza informatica.

L’Unione Europea ha annunciato un impegno duraturo per la ricostruzione dell’Ucraina. Le aziende italiane potranno con notevole vantaggio partecipare a bandi pubblici UE e internazionali (BEI, BERD, ONU, ecc.), collaborare con agenzie di sviluppo (come SIMEST e SACE per la garanzia del credito) e comunque intraprendere missioni economiche promosse da ICE, Confindustria, ecc.



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