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Altro che rilancio: il polo chimico di Ferrara affonda nell’indifferenza politica


di Leonardo Uba*

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Vista la totale mancanza di politiche industriali nazionali, la ricerca e l’attuazione di possibili investimenti è cosa non solo auspicabile, ma indispensabile, anche se non sufficiente. La realtà del sito chimico ferrarese purtroppo racconta tutt’altro: una situazione di totale assenza di investimenti con conseguenze sempre più evidenti sulle sue prospettive.

A differenza della ricorrente propaganda di facciata del vice sindaco di Ferrara, sia nell’intestazione di un progetto che invece coinvolge più soggetti, sia nel decantarne l’imminente fattibilità,  il risparmio nel prelievo acque dal fiume Po ad oggi è ancora utopia.

Pur trattandosi di un lodevole progetto di risparmio energetico ed idrico a tutto tondo, nonché conveniente per le imprese di oggi, per quelle future e per l’ ambiente, la sua realizzazione è ancora lontana.

Certo è che, per chi non è lavoratrice o lavoratore in quella realtà, è molto più complicato comprendere lo stato delle cose e non lasciarsi incantare da uno specchietto per le allodole.

Quello che sta succedendo invece è che la mancanza di programmi industriali, se non quelli annunciati dispoticamente dalla partecipata dal Governo Eni – peraltro costantemente disattesi – si riflette anche su Ferrara.
Tra i grandi player del petrolchimico c’è infatti chi ha annunciato una riduzione generale di personale del 2%, a partire dai siti americani, che poi si riverbererà a cascata anche su Ferrara.

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Prospettive incerte perfino per quello che riguarda la ricerca e le produzioni assodate, figuriamoci per investimenti straordinari, ritenuti fondamentali e ora non confermati.

e infatti che un piano di riduzione sia già in atto in aziende leader del settore petrolchimico ferrarese: nello specifico tagli sui costi di ricerca per un valore di 3,5 milioni di dollari, che si concretizzerà in sospensione di attività per lunghi periodi, tagli alle collaborazioni universitarie, blocco di assunzioni e congelamento di investimenti.

Alle attività di produzione, anche a quelle a maggior valore aggiunto fino ad oggi, sarà applicato un taglio del 6% (pari a 4 milioni di dollari) che si tradurrà anche in questo caso in congelamento di investimenti e produzione ai minimi regimi.

La comprensione della situazione e delle sue cause da parte delle Organizzazioni Sindacali e dei lavoratori è condivisa, ma questa non fa venire meno una preoccupazione sempre più elevata.

Pare invece che l’amministrazione comunale non abbia percezione di quello che succede al mondo del lavoro in città in particolar modo nell’insediamento industriale più importante.

Per poter compiere un solo passo avanti nel progetto di efficientamento energetico del polo chimico la prima cosa da chiedere agli amici del Governo nazionale, poiché considerati tanto affini e vicini a questa giunta, è proprio quello di farsi carico della tenuta dell’industria italiana tutta attraverso politiche che ci permettano di preservare manifattura e settori leader come la chimica.

Questo sì che sarebbe mettersi davvero dalla parte del lavoro e dei lavoratori.

*candidato alla segreteria comunale del Pd di Ferrara

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