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Ascoli: presentato ‘Patasibilla’, il progetto di rilancio economico delle aree interne del Piceno – picenotime


Presso la Sala della Ragione di
Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno, si è svolto “La patata dei
Sibillini”,
il convegno atto a presentare le proposte di rilancio
delle aree interne del Piceno. Si è trattata di un’occasione preziosa per
approfondire, insieme ad autorevoli e illustri relatori, le potenzialità del
territorio nell’affrontare le sfide ambientali, economiche, climatiche,
demografiche e occupazionali che lo attendono. In particolare, l’agricoltura è
stata presentata come possibile motore di un nuovo modello di sviluppo
(“Patasibilla”, ndr.), basato sul principio della multifunzionalità
agricola: un approccio moderno che integra produzione, tutela ambientale,
turismo e funzioni sociali. Protagonista dell’incontro la patata, simbolo del
territorio nonché volano economico da secoli a questa parte. Si narra infatti
di come la sua coltivazione sia iniziata già due secoli fa, più precisamente
nel 1827. Per anni, l’ortaggio è stato dunque essenziale nello sviluppo delle
economie familiari: non solo nel consumo, ma anche nel commercio.

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“Il convegno di oggi – ha esordito la moderatrice Gloria
Caioni
coincide con la giornata mondiale della patata.
Racconteremo di un prodotto semplice ma al contempo straordinario. Nella
fattispecie, parleremo di un progetto – Patasiblla – che donerà una prospettiva
di crescita alle aree interne”.

“Ci troviamo nella Sala
della Ragione, ossia il luogo più importante per la nostra città –
ha proseguito il sindaco di
Ascoli Piceno Marco Fioravanti -. I comuni delle aree dei Sibillini
conservano la memoria della nostra ricchezza culturale. Questo progetto narra
di un nuovo modello di sviluppo, resosi necessario in un periodo storico quale
quello attuale. Grazie a prodotti di eccellenza quali la patata, possiamo
sviluppare un grande progetto culturale. Inoltre, potremo incrementare la
promozione turistica. Lo scopo di questo convegno è raccontare come si possano
rianimare i nostri territori e attrarre i giovani esodati”.

“Quello odierno – ha detto il commissario straordinario
alla ricostruzione sisma 2016, l’On. Guido Castelli – è un importante
convegno sulla patata. Un prodotto importante, che può rilanciare l’area del
cratere. Gli interventi sin qui svolti sugli edifici sono vacui se non
corroborati da un rilancio del territorio. La Regione è attualmente impegnata
in un progetto di filiera, il cui obiettivo è valorizzare le nostre ricchezze
naturali, scongiurando il pericolo che le case ricostruite rimangano
vuote”.

“Il prodotto qui presentato
è un fulgido esempio della tipicità locale –
ha dichiarato il sindaco di
Montemonaco Francesca Grilli . Esso racchiude in sé la
storia, la cultura e la qualità della nostra tradizione. La patata ha infatti
caratterizzato l’area montana, dunque dobbiamo pensarlo come un prodotto che ci
appartiene. Ribadendo questa esclusività, potremo veicolare il territorio anche
al di là dei nostri confini, esportandone le peculiarità”.

Se vogliamo avere successo nei
mercati
– ha detto il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian
Luca Gregori
dobbiamo caratterizzare le singole produzioni, in questo
caso quelle agroalimentari. Infatti, e non faremo ripartire i sistemi economici
delle aree interne – sostenendo i giovani, offrendo nuove opportunità
lavorative – rischiamo uno spopolamento del territorio. L’iniziativa odierna è
importante, anche per ribadire un messaggio chiaro: non esistono luoghi
destinati a morire, ma strategie carenti che arrestano lo sviluppo.
Continuiamo
dunque su questa strada di collaborazione, consapevoli che dove c’è più
collaborazione vi è meno corruzione. E dove c’è meno corruzione vi è più
progresso e in definitiva più benessere”.

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“La patata – ha sottolineato il responsabile
regionale Dipartimento Agricoltura Renato Frontini – è il quarto
prodotto più consumato al mondo, il che vuol dire che ha un valore economico
considerevole. Tutto ciò ci porta a pensare che la presenza di questo prodotto
coincida con una economia fiorente. Allo stato attuale, in Italia, importiamo
circa il 60 % delle patate che portiamo in tavola. Dobbiamo quindi puntare su
di esso, per fare sì che il tutto territori ne tragga beneficio”.

“Oggi ha asserito il presidente
di Patasibilla S.r.l. Alfredo Cristoforisiamo qui per parlare del
futuro del nostro territorio. Pertanto, è con grande senso di responsabilità
che mi accingo ad esplicare le finalità di questa iniziativa. La parola
‘Patasibilla’ ha come scopo quello di dare prestigio e dignità al piceno. Pur consapevoli
che l’agricoltura possa essere nuovo motore di sviluppo, non possiamo vederlo
come settore di produzione primaria. Al fine di garantire sopravvivenza delle
aree interne, infatti, è necessario puntare sulla multifunzionalità agricola,
incentivando i giovani e contrastando l’annoso tema dello spopolamento. La
nostra visione non è inopportuna: la pressione della fauna, la carenza di
infrastrutture e il cambiamento climatico saranno le sfide del futuro, che
implicheranno un cambio di paradigma. Abbiamo pertanto avviato una proficua
collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, grazie alla quale
svilupperemo progetti di ricerca volti a rendere sostenibile l’agricoltura,
sperimentare risoluzioni per la gestione delle risorse idriche e la promozione
di attività irrigue. In definitiva, siamo convinti che con il giusto impegno
anche le sfide più ardue possono essere vinte”.

“Abbiamo volutamente
utilizzato la dicitura ‘anno zero’ in quanto giunti ad un punto cruciale –
ha detto Giorgio Alteri del
progetto Val Fluvione e Tronto. Abbiamo scelto la patata
come prodotto rappresentativo sì che rappresenta un simbolo identitario. Come
detto poc’anzi, si tratta di un progetto pilota, che verrà realizzato, almeno
per il momento, nella Vallata del Tronto e del Fluvione. Un progetto che può
essere riproposto anche in altre aree, sì che possiede un’idea ben precisa. Le
aziende partecipanti provengono dalle diverse province delle Marche: Ascoli,
Fermo, Macerata. Il primo obiettivo è rilanciare il sistema economico, andando
ad integrare l’attività agricola con il turismo. Beninteso, un turismo
esperienziale e sostenibile. La trasformazione dei prodotti sarà altresì
fondamentale nella creazione di filiere a ‘Km 0’, che andranno ad incentivare
un percorso enogastronomico che unisca la riviera con l’entroterra. Inoltre,
vogliamo incrementare l’occupazione e, possibilmente, contrastare il declino
demografico. ‘Patasibilla’ è una società agricola a tutti gli effetti: ad oggi
ha 27 soci di cui 20 società agricole allocate nelle aree interne. La Mission,
quindi, è realizzare progetti che si occupino di trasformare e commercializzare
prodotti dei Sibillini. Per com’è ideata, la struttura prevede l’ingresso di
nuovi soci che potranno essere interessati al modello di sviluppo del
territorio. Siamo dunque aperti a nuove iniziative che possano portare il
proprio contributo alla causa”.

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