Una data cerchiata in rosso sul calendario di governo, istituzioni locali, sindacati e azienda: mercoledì 11 giugno alle ore 15.00, presso la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma, si terrà la riunione – che si annuncia conclusiva – per la firma dell’Accordo di Programma per il rilancio del sito siderurgico AST di Terni. La convocazione, ufficializzata dal ministro Adolfo Urso, rappresenta un passaggio centrale nel percorso di riconversione industriale e sostenibilità ambientale del polo siderurgico umbro.
All’incontro parteciperanno il Gruppo Arvedi, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del MIMIT. Non vi saranno, invece, le segreterie nazionali e territoriali di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e UGL che non saranno, dunque, firmatarie dell’ accordo.
L’intesa disciplinerà gli impegni reciproci di soggetti pubblici e privati, ma non non dovrebbe i capitoli relativi a energia e infrastrutture, inizialmente previsti.
Il MIMIt mette sul piatto 70 milioni a fondo perduto per AST. Il piano di investimenti dell’azienda ne prevede 560. Per arrivare al miliardo inizialmente previsto occorre capire se si sbloccheranno le questioni in stand by: la ripartenza della produzioni di lamierino magnetico e l’implementazione di una nuova linea di laminazione a freddo.
L’accordo per il rilancio di AST punta su ambiente, investimenti industriali e sostegno pubblico
Secondo quanto comunicato dal MIMIT, il documento definisce un piano di rilancio competitivo per il sito ternano, con particolare attenzione alla tutela ambientale, alla valorizzazione industriale del territorio e all’innovazione tecnologica. L’Accordo si inserisce nella strategia nazionale volta a rafforzare la filiera siderurgica italiana, riducendo la dipendenza dalle importazioni e promuovendo la transizione ecologica.
La firma arriva dopo il completamento dell’analisi del piano industriale da parte delle istituzioni e dei sindacati. Il testo è stato elaborato congiuntamente da MIMIT, MASE, Regione Umbria e Comune di Terni. Al momento, i capitoli su energia – con la richiesta di Ast di soluzioni strutturali per ridurre i costi della bolletta – e infrastrutture dovrebero essere stralciati e diventare oggetto di intese separate.
Energia ormai questione nazionale, Arvedi incontra i lavoratori sullo stato del piano industriale
Negli scorsi giorni, il presidente di Arvedi AST, Giovanni Arvedi, ha incontrato i dipendenti all’interno della sala mensa aziendale, insieme all’amministratore delegato di Finarvedi Mario Caldonazzo e al CEO di AST Dimitri Menecali. L’incontro ha avuto lo scopo di illustrare ai lavoratori lo stato di avanzamento del piano industriale e la posizione dell’azienda nel percorso di rilancio del sito ternano.
Nel frattempo, dalla ripresa dopo il week end della festa della Repubblica, sarà riattivata la linea a caldo dell’area fusoria, che era stata fermata per scarico produttivo. Evento che ha riportato l’attenzione sul tema della sostenibilità energetica e dei costi produttivi. Tuttavia, la questione energetica è ormai diventata un caso nazionale, con Confindustria e Federacciai che hanno preso in mano la questione col Governo e stanno cavalcando la tigre del “disaccoppiamento” dei costi energetici. In pratica, chiedono che idroelettrico e rinnovabili vengano staccate dal gas nel processo di formazione del prezzo dell’energia, così da generare valore per abbattere i costi degli energivori.
Infrastrutture escluse dall’accordo: viabilità in fase di completamento e lavori ANAS in corso
Il tema infrastrutturale, pur essendo considerato strategico, non è incluso nell’Accordo di Programma, in quanto sono già in corso interventi operativi. È in fase di completamento la bretella stradale AST-Terni Est, che collegherà direttamente il sito siderurgico al raccordo Terni-Orte-Civitavecchia e alla Terni-Rieti, con l’obiettivo di ottimizzare la logistica in entrata e uscita dallo stabilimento.
In parallelo, l’ANAS è impegnata in lavori di adeguamento dei viadotti per garantire il transito dei trasporti speciali della divisione Fucine, una delle più strategiche per il futuro produttivo dello stabilimento. Tali interventi sono ritenuti determinanti per consolidare l’integrazione tra il sito industriale e le principali infrastrutture di collegamento del Centro Italia.
Resta dentro solo la questione del risanamento della discarica di Valle, per il quale è stato raggiunto l’accordo col Comune di Terni su un sistema potenziato di landifill mining con doppio strato di copertura e deposito di argilla a sigillare i rifiuti industriali depositati nei decenni.
Mozione regionale e contesto politico: l’assemblea umbra chiede un’intesa più ampia
L’Assemblea Legislativa dell’Umbria, nei giorni scorsi, ha approvato una mozione unanime che sollecita la firma dell’Accordo. L’atto, di iniziativa dei consiglieri Tagliaferri (Umbria domani-Proietti presidente), Filipponi e Maria Grazia Proietti (Pd), emendato attraverso proposte dei Gruppi di minoranza (illustrate da Melasecche-Lega) e di Simonetti (M5S) che hanno registrato una complessiva condivisione, ha come obiettivo il contenimento dei costi energetici per le imprese del territorio ternano e la decarbonizzazione e sostenibilità ambientale dei processi produttivi energivori. Nel frattempo, la convocazione dell’11 giugno chiude una fase avviata mesi fa e segnata anche da un rinvio della firma prevista entro la fine di maggio.
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