Trump ha annunciato anche l’accordo tra U.S. Steel e Nippon Steel, chiedendo che resti a controllo Usa. L’Europa valuta contromisure, cresce la tensione sul commercio globale.
In un discorso tenuto presso lo stabilimento Irvin Works della U.S. Steel, a West Mifflin, in Pennsylvania, il presidente Donald Trump ha annunciato il raddoppio delle tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio, portandole dal 25% al 50% a partire dal 4 giugno. La decisione, presentata come un baluardo a difesa dell’industria siderurgica americana, è stata accolta piuttosto positivamente dai lavoratori presenti, ma ha sollevato preoccupazioni tra gli analisti economici e i partner commerciali internazionali. Anche la Commissione europea ha espresso «profondo rammarico» per la decisione di Trump, che «aggiunge ulteriore incertezza all’economia globale e aumenta i costi per i consumatori e le imprese su entrambe le sponde dell’Atlantico», come ha riferito un portavoce dell’esecutivo Ue. L’Europa ha sospeso le sue contromisure il 14 aprile scorso, ma ora si dice «pronta a imporle». Se non si raggiungerà «una soluzione reciprocamente accettabile, ha evidenziato Bruxelles, «le contromisure esistenti e quelle ampliate entreranno automaticamente in vigore il 14 luglio, o anche prima, se le circostanze lo richiederanno».
Un’Intesa da 14 Miliardi con Nippon Steel
Dal canto suo, Trump, con il suo solito tono trionfalistico, ha sostenuto davanti agli operai della Irvin Works che le industrie siderurgiche e dell’alluminio americane «stanno tornando alla normalità come mai prima d’ora», sottolineando poi l’importanza di una «industria siderurgica forte» non solo per la prosperità economica, ma anche per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Parallelamente all’annuncio dei dazi, Trump ha celebrato anche un accordo tra U.S. Steel e la giapponese Nippon Steel Corp., definendolo un «blockbuster» da oltre 14 miliardi di dollari. L’intesa prevede investimenti significativi, tra cui 2,2 miliardi in Pennsylvania e 7 miliardi per impianti e miniere in diversi stati, con la promessa di creare oltre 100 mila posti di lavoro.
Tuttavia, i dettagli dell’accordo rimangono vaghi. Trump ha assicurato che U.S. Steel manterrà il controllo e che non ci saranno licenziamenti o chiusure di impianti. Sono in discussione disposizioni come un consiglio di amministrazione a maggioranza americana e un monitor federale per garantire il rispetto degli accordi sulla sicurezza nazionale.
Reazioni e Preoccupazioni
Come si diceva, la mossa di Trump ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre i lavoratori e alcuni funzionari locali hanno espresso un cauto ottimismo, sperando che gli investimenti promessi garantiscano posti di lavoro e rinnovino impianti obsoleti, il sindacato United Steelworkers rimane scettico, citando la mancanza di dettagli e preoccupazioni per la sicurezza nazionale e i diritti dei lavoratori. Sul fronte internazionale, l’Unione Europea ha annunciato contromisure rapide e proporzionate, considerando le tariffe imposte da Trump «ingiustificate» e «dannose» per il commercio transatlantico. Le contromisure europee potrebbero colpire beni statunitensi per un valore di 26 miliardi di euro.
Implicazioni Economiche
Ma quali potrebbero essere gli effetti? Secondo gli esperti, l’aumento dei dazi potrebbe avere effetti negativi sull’economia statunitense, rallentando progetti di costruzione, aggravando la crisi abitativa e aumentando i costi degli affitti. Goldman Sachs ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per quest’anno, portandole all’1,7% dal precedente 2,2%, aumentando la probabilità di una recessione al 20%. La nuova decisione di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio rappresenta un ulteriore passo nella politica protezionista dell’amministrazione Trump. Mentre l’intento dichiarato è quello di rafforzare l’industria nazionale e proteggere i posti di lavoro americani, le implicazioni economiche e le tensioni commerciali internazionali sollevano interrogativi sulla sostenibilità e l’efficacia di tali misure. Come sottolineato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, «i dazi sono tasse :sono dannosi per le imprese e ancora peggio per i consumatori».
Le solite rassicurazioni trumpiane
Dal canto suo, il presidente Trump ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica, affermando che i dazi porteranno a una «transizione» nell’economia, spingendo le aziende a riportare la produzione negli Stati Uniti. Tuttavia, ha riconosciuto che ci vorrà del tempo per vedere i benefici, dichiarando: «Ci vuole un po’ di tempo. Ma credo che sarà fantastico per noi». Gli americani lo avranno, però, tutto questo tempo?
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