(AGENPARL) – Roma, 2 Giugno 2025
“La pesca e l’acquacoltura sono finalmente tornate protagoniste dell’economia nazionale. Fin dall’inizio della legislatura, Governo e Parlamento hanno impresso una svolta netta rispetto al passato, puntando con decisione sul rilancio del settore primario. Insieme ad agricoltura e silvicoltura, oggi la pesca è tra i comparti con la crescita più significativa. Lo confermano i dati ISTAT: il valore aggiunto del settore primario è aumentato del 2%, trainando lo sviluppo economico del Paese”, dichiara Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura e Pesca della Camera dei Deputati.
Parità tra agricoltura e pesca: un obiettivo raggiunto.
“Abbiamo sempre sostenuto – prosegue Carloni – che la pesca non potesse essere trattata come una componente accessoria della sovranità alimentare. Doveva avere pari dignità rispetto all’agricoltura, e così è stato. I pescatori sono stati riconosciuti come veri ‘agricoltori del mare’ e, per la prima volta, al G7 Agricoltura dello scorso settembre si è tenuta una sessione interamente dedicata a pesca e acquacoltura. Un segnale forte che ha fatto seguito a misure concrete, come l’estensione del Fondo di solidarietà nazionale anche al comparto ittico nella Legge di Bilancio 2024”.
Risposte tempestive alle emergenze.
Carloni ha sottolineato anche l’impegno straordinario del Governo per fronteggiare le emergenze, come l’invasione del granchio blu: “Sono stati stanziati 40 milioni di euro, di cui 37 per semina, ripopolamento e protezione degli allevamenti, oltre a un piano specifico da 10 milioni di euro presentato dal Commissario Straordinario. E grazie al DL Agricoltura abbiamo introdotto la moratoria sui mutui per le imprese che hanno registrato cali di fatturato nel 2023”.
A questi interventi si aggiunge il sostegno assicurativo per oltre 500 imprese del settore, che hanno potuto proteggersi dai danni derivanti da eventi climatici estremi.
Sostenibilità senza ideologia: tutela ambientale ed economica insieme.
“Abbiamo contrastato un ambientalismo ideologico che in passato ha finito per penalizzare pescatori e agricoltori, portando alla scomparsa del 40% delle marinerie italiane. Noi abbiamo scelto un altro approccio: riconoscere a questi lavoratori il ruolo di custodi del mare e della terra, conciliando sostenibilità ambientale ed economica”, spiega Carloni.
Grazie a un’azione negoziale determinata in sede europea, il Governo ha ottenuto risultati storici: “Per il 2025 non è prevista alcuna riduzione dei giorni di pesca – un fatto mai accaduto prima – e abbiamo difeso con successo anche le quote di gambero, evitando un taglio del 29% e limitandolo al 6%, con misure di compensazione”.
Innovazione e futuro: investimenti strategici per la filiera.
“Credere nel settore ittico – dichiara Carloni – significa anche investire nel suo futuro. Con i Contratti di filiera ittici 2023-2024, sono stati avviati 150 progetti innovativi grazie a 180 milioni di euro di fondi complementari al PNRR, portando a un incremento medio del 20% del fatturato delle imprese coinvolte. E con l’accesso al Fondo Innovazione ISMEA, che stanzia 250 milioni di euro nel triennio 2023-2025, il settore potrà dotarsi di strumenti digitali, robotica e sensoristica per affrontare le sfide del futuro con maggiore efficienza e competitività”.
Una visione per valorizzare il mare.
Il Presidente Carloni ha infine ricordato l’approvazione, in Consiglio dei Ministri, del Disegno di Legge sulla Valorizzazione della Risorsa Mare, che prevede, tre a gli altri, sgravi contributivi del 50% per l’assunzione di marittimi provenienti da navi rottamate, e l’estensione degli ammortizzatori sociali (CISOA) anche al comparto della pesca.
“Abbiamo voltato pagina: oggi il settore ittico ha finalmente una prospettiva concreta di crescita, sviluppo e centralità strategica. E continueremo a lavorare con determinazione per rafforzarne il ruolo all’interno dell’economia italiana ed europea”, conclude Carloni.
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