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Anitec-Assinform: il digitale motore della transizione green per l’industria italiana


L’associazione italiana per l’Information and Communication Technology, Anitec-Assinform, ha presentato un interessante documento intitolato “Tecnologie 5.0: il digitale per la transizione verde“. L’opera si propone come una bussola per le imprese italiane, chiamate a navigare nella complessità di una trasformazione che vede intrecciarsi in maniera sempre più stretta la digitalizzazione e la transizione green.

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L’obiettivo del lavoro di Anitec-Assinform è ambizioso: fornire un quadro di riferimento chiaro sull’integrazione efficace del digitale per ottenere benefici tangibili e misurabili in termini di sostenibilità, facilitando la condivisione della conoscenza e stimolando un dialogo costruttivo tra imprese, fornitori di tecnologia e decisori politici.

Il volume è integrato da un capitolo dedicato a una serie di case history.

La doppia transizione: un imperativo tra pressioni di mercato e politiche da affinare

Il documento analizza con lucidità il contesto in cui le imprese italiane si trovano a operare. La spinta verso un’economia più sostenibile non è più relegata a una nicchia o a considerazioni puramente etiche, ma è divenuta una leva strategica centrale.

Tra i principali motori di questo cambiamento, Anitec-Assinform identifica l’aumento e la volatilità dei costi dell’energia e delle materie prime, che rappresentano un incentivo economico diretto verso l’efficienza. Le aziende sono spinte a cercare soluzioni per ridurre i consumi non solo per un minore impatto ambientale, ma primariamente per salvaguardare i margini operativi.

A ciò si aggiungono le crescenti aspettative da parte di investitori, istituti finanziari e altri stakeholder sui criteri Ambientali, Sociali e di Governance (ESG). Le normative, sia a livello europeo sia nazionale, hanno formalizzato queste aspettative, ampliando gli obblighi di rendicontazione e di due diligence lungo l’intera filiera.

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C’è poi una pressione significativa proveniente dalla domanda stessa: consumatori e aziende committenti richiedono con sempre maggiore insistenza prodotti e servizi più sostenibili, esigendo trasparenza sull’origine e sull’impatto ambientale dei processi produttivi.

In questo scenario, i piani di politica industriale come Transizione 4.0 e il più recente Transizione 5.0 hanno certamente stimolato l’adozione di nuove tecnologie. Tuttavia il rapporto di Anitec-Assinform non manca di evidenziarne i limiti. Se il Piano Transizione 4.0 ha favorito un ammodernamento diffuso, la sua efficacia è stata talvolta inficiata da una scarsa chiarezza sul quadro tecnologico e sui reali benefici ottenibili dall’integrazione. Molte imprese, rileva il documento, si sono concentrate sull’acquisto del bene fisico senza sfruttarne appieno le potenzialità digitali, come l’interconnessione e l’analisi dei dati. Il ruolo strategico del software è poi stato spesso sottovalutato, culminando nella recente eliminazione del credito d’imposta 4.0 specifico per i beni immateriali nel 2025, una decisione che secondo l’associazione ne conferma la limitata valorizzazione nel disegno originale.

Il Piano Transizione 5.0, pur rappresentando un’evoluzione positiva per il suo esplicito riferimento alla twin transition e la richiesta di una riduzione certificata dei consumi energetici, presenta anch’esso delle criticità. La visione tecnologica, secondo Anitec-Assinform, rimane parziale, con difficoltà nel certificare i risparmi energetici derivanti dal solo software e un focus sull’efficienza energetica nel manifatturiero che rischia di trascurare il potenziale del digitale per altri settori e altri tipi di impatti ambientali. La maggiore complessità procedurale legata ai fondi del PNRR ne ha, in alcuni casi, limitato l’attrattività iniziale.

L’esperienza maturata con entrambi i piani, pur riconoscendone i meriti, ha dunque palesato la necessità di un quadro di riferimento più ampio e aggiornato, che valorizzi appieno il software e i dati, guidando le imprese verso una sostenibilità più integrata.

Il dato: fondamento della trasformazione sostenibile

Al centro della visione proposta da Anitec-Assinform c’è il dato, definito come l’abilitatore fondamentale della trasformazione d’impresa e di filiera. La conoscenza approfondita dei propri processi, resa possibile dalla raccolta e analisi dei dati, è il presupposto per qualsiasi intervento di sostenibilità. Le tecnologie digitali forniscono gli strumenti per misurare consumi, emissioni e scarti, consentendo decisioni di business consapevoli e l’automazione dei processi. Si passa, come evidenziato nel documento, da una semplice reportistica a un monitoraggio continuo che abilita decisioni operative mirate.

L’affidabilità dei dati è, naturalmente, il perno su cui poggiano decisioni efficaci. Dati di bassa qualità possono vanificare gli sforzi di efficientamento. La sfida, quindi, consiste nel garantire l’integrità e l’interoperabilità delle informazioni raccolte da fonti eterogenee – sensori, macchinari, sistemi gestionali – e nel proteggerle. L’installazione di sensoristica avanzata e dispositivi IoT assicura una raccolta dati automatica e continua, gestita poi da piattaforme software dedicate. In questo contesto, soluzioni come la blockchain possono offrire un ulteriore livello di validazione e sicurezza per i dati condivisi. La misurabilità dei benefici, espressi in kWh risparmiati, emissioni evitate o scarti ridotti, diventa essenziale per giustificare gli investimenti e comunicare i risultati in modo credibile.

Un altro aspetto fondamentale è l’integrazione di dati provenienti da fonti diverse. Per una visione completa, è necessario superare la frammentazione, combinando informazioni operative (OT) con quelle gestionali (IT). Emergono soluzioni software, accessibili anche alle PMI, capaci di creare uno strato dati unificato su cui costruire analisi avanzate e applicazioni personalizzate. Questa integrazione evidenzia la complementarità tra hardware e software: i sensori e le macchine forniscono i dati, ma è il software che li interpreta, ne estrae valore e permette di agire.

Le leve digitali per processi, prodotti e filiere più verdi

Il documento di Anitec-Assinform dedica ampio spazio a come le tecnologie digitali possano intervenire concretamente per rendere più sostenibili i processi produttivi, i prodotti e le filiere. Nei processi industriali, dove si concentrano gran parte dei consumi, il primo passo è il monitoraggio preciso dei consumi di energia, acqua, gas e altre risorse. Sensoristica specifica e sistemi IoT permettono di raccogliere dati granulari in tempo reale, offrendo una visione dettagliata che è la base per ogni azione di efficientamento.

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Oltre al monitoraggio, il digitale abilita un controllo attivo e intelligente. L’automazione industriale, potenziata dalla raccolta dati, permette di ottimizzare le operazioni non solo per la produttività, ma anche per l’efficienza energetica. Software avanzati possono regolare finemente i parametri operativi delle macchine, mentre l’integrazione di azionamenti efficienti e inverter modula la potenza dei motori, riducendo i consumi. Si assiste anche all’emergere del “green coding”, dove l’intelligenza artificiale generativa viene impiegata per re-ingegnerizzare applicazioni complesse, ottimizzando la potenza di calcolo e i relativi consumi energetici.

La manutenzione predittiva rappresenta un’altra applicazione di grande valore. Analizzando i dati provenienti dai macchinari, è possibile identificare pattern anomali che precedono un guasto o indicano un calo di efficienza. Questo riduce i fermi macchina, prolunga la vita utile degli asset e garantisce che operino in condizioni ottimali, evitando sprechi energetici. Le informazioni generate possono inoltre supportare decisioni di business strategiche, permettendo, ad esempio, di calcolare l’incidenza del costo dell’energia sul prodotto finale o di ottimizzare l’uso dei macchinari in base ai costi energetici orari. La gestione intelligente delle fonti energetiche, inclusa l’integrazione delle rinnovabili, è un ulteriore ambito di applicazione.

L’impatto del digitale si estende anche al prodotto stesso. Un prodotto di alta qualità, più durevole e performante, ha un ciclo di vita più lungo, riducendo il consumo complessivo di risorse. L’analisi dei dati di processo e l’automazione del controllo qualità contribuiscono a questo obiettivo. Tecnologie come la progettazione digitale e la manifattura additiva (stampa 3D) permettono di realizzare prodotti personalizzati e ottimizzati nell’uso dei materiali, minimizzando gli scarti.

La sostenibilità, tuttavia, non si ferma ai cancelli della fabbrica. Le tecnologie digitali sono fondamentali per la tracciabilità lungo l’intera catena del valore. Sapere da dove provengono le materie prime e i componenti è essenziale, specialmente in settori come l’agroalimentare o la moda. Etichette avanzate come RFID e piattaforme SCM (Supply Chain Management) consentono di monitorare i flussi e verificare la conformità a standard ambientali e sociali. Diventa sempre più importante tracciare anche i consumi e le emissioni lungo la filiera (Scope 3), e il digitale facilita questo processo attraverso piattaforme collaborative.

Logistica, competenze e validazione della sostenibilità

Il percorso verso la sostenibilità coinvolge anche la logistica. L’efficientamento dei trasporti, attraverso l’ottimizzazione dei percorsi e il monitoraggio delle condizioni delle merci, e l’automazione del magazzino, con robotica avanzata e sistemi WMS, contribuiscono a ridurre l’impronta ambientale di queste attività.

La transizione digitale ed ecologica investe profondamente anche il capitale umano. Il documento di Anitec-Assinform sottolinea l’importanza della dimensione “human-centric”, evidenziando la necessità di nuove “competenze verdi”. Le tecnologie digitali possono rendere la formazione più accessibile e flessibile, con piattaforme di digital learning ed e-coaching. Lo smart working, abilitato dal digitale, contribuisce alla riduzione degli spostamenti e dei consumi energetici degli uffici. Tecnologie come la realtà aumentata e i robot collaborativi possono inoltre migliorare la produttività e la sicurezza sul lavoro.

Per valorizzare gli sforzi e comunicarli efficacemente è poi fondamentale poter formalizzare e validare i risultati ottenuti. I sistemi digitali di monitoraggio forniscono la base documentale per ottenere certificazioni ambientali (come ISO 14001 o EPD) e per garantire la conformità a un quadro normativo sempre più stringente, inclusi i nuovi obblighi di rendicontazione di sostenibilità (ESG) imposti da direttive come la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e la CS3D (Corporate Sustainability Due Diligence Directive). Le piattaforme digitali diventano strumenti indispensabili per automatizzare la raccolta dati e generare report conformi.

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Il lavoro di Anitec-Assinform traccia dunque una rotta chiara: la doppia transizione, digitale ed ecologica, non è composta da percorsi paralleli, ma è profondamente interconnessa. Il digitale si configura come l’abilitatore essenziale per raggiungere ambiziosi obiettivi di sostenibilità. Affrontare le sfide rimanenti, superando i limiti delle attuali politiche e valorizzando appieno il potenziale del dato e del software, richiederà un impegno corale. La condivisione di conoscenza ed esperienze pratiche, come quelle raccolte nel documento, è un passo fondamentale per stimolare l’innovazione e rafforzare la competitività e la resilienza del sistema produttivo italiano nel lungo periodo.



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