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Bando da 20 milioni per favorire la transizione energetica


La Toscana mette in campo fondi a sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili, così da rafforzarne il ruolo nel percorso verso l’autosufficienza

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TOSCANA — Obiettivo: autosufficienza e giustizia energetica nel cammino di transizione verso la massimizzazione d’uso dell’energia da fonti rinnovabili. È ufficialmente aperto il nuovo Bando regionale da 20 milioni di euro per il sostegno alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer), finanziato con risorse del Programma fondo europeo di Sviluppo regionale (Fesr) 2021-2027. 

“L’iniziativa – spiega la Regione Toscana – mira a rafforzare il ruolo strategico delle Comunità energetiche nella produzione e condivisione di energia da fonti rinnovabili, coinvolgendo cittadini, imprese, enti pubblici e associazioni in un percorso verso l’autosufficienza e la giustizia energetica”.

Potranno infatti essere finanziati progetti che prevedano la realizzazione o il potenziamento di impianti solari fotovoltaici, impianti eolici, micro e mini idroelettrici, sistemi di accumulo integrati.

Il bando: istruzioni per l’uso

Il bando resterà aperto fino 18 Luglio 2025. La dotazione finanziaria complessiva è di 20 milioni di euro a fondo perduto: 14 milioni destinati ai Comuni con oltre 5.000 abitanti e 6 milioni per le aree interne strategiche.

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La domanda può essere presentata dalle Cer già costituite o dai loro membri/soci, dagli Enti Locali (Comuni, Province, Città Metropolitane, Unioni di Comuni), dalle Aziende sanitarie locali e ospedaliere e dalle Micro, piccole e medie imprese. Ogni soggetto può presentare una sola domanda per ciascuna Cer, in forma singola o congiunta (obbligatoria se si richiede il contributo per una stessa Cer da più soggetti).

Gli impianti che saranno finanziati dal bando devono essere realizzati in edifici o aree di immediata disponibilità, e finalizzati all’autoconsumo e alla condivisione dell’energia all’interno della Cer.

Sono ammissibili anche le spese per opere edili e impiantistiche, progettazione, diagnosi energetiche, consulenze tecniche e giuridiche, e costi per la costituzione della Cer.

Il contributo massimo concedibile è: 40% della spesa ammissibile per impianti fotovoltaici, 30% per altre tipologie, fino a un massimo di 500.000 euro per domanda.

“Obiettivo: coprire il fabbisogno energetico con l’80% di rinnovabili”

“In Toscana ci poniamo un obiettivo ambizioso ma realistico: passare dall’attuale 51% di consumo energetico coperto da fonti rinnovabili – composto per il 34% da geotermia, per l’11% da idroelettrico e per il 5-6% da fotovoltaico ed eolico – a una quota compresa tra il 70% e l’80% entro i prossimi cinque anni“, ha annunciato il presidente della Regione Eugenio Giani presentando nei giorni scorsi il bando a Firenze, nell’auditorium di Sant’Apollonia.

“Per raggiungerlo – ha proseguito- abbiamo già firmato un accordo sulla geotermia che prevede la realizzazione di tre nuove centrali e l’ammodernamento degli impianti esistenti. Parallelamente, stiamo lavorando, come previsto dalla delibera sulle aree idonee, per valorizzare anche fotovoltaico ed eolico. Questa procedura ha subito un rallentamento a causa dei contenziosi in atto e delle pronunce dei tribunali, ma siamo pronti a riattivarla non appena arriverà il decreto ministeriale”.

“Accanto agli impianti di produzione – ha aggiunto ancora – riteniamo fondamentale lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili: associazioni tra cittadini, imprese ed enti locali che, grazie alle opportunità offerte dalla legge, possono organizzarsi per produrre e consumare energia pulita in modo condiviso. Questo modello non solo riduce i costi in bolletta, ma favorisce un approccio sostenibile e diffonde la cultura dell’energia green”. 

Presenti in Sant’Apollonia l’assessora regionale all’ambiente, economia circolare, difesa del suolo e Protezione civile, Monia Monni, il direttore dell’Agenzia regionale recupero risorse ambientali (Arrr) Stefano Bruzzesi, il delegato alle energie rinnovabili e efficientamento energetico di Anci Toscana e sindaco di Cascina Michelangelo Betti, il direttore della tutela dell’ambiente ed energia della Regione Toscana Andrea Rafanelli.

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Sulle buone pratiche e i modelli di sviluppo in Toscana delle Comunità energetiche ha parlato Simone Tartaro, coordinatore dell’Area Energia di Arrr, mentre il bando è stato illustrato da Valerio Marangolo responsabile gestione fondi europei in materia di energia della Regione Toscana.

Sul rapporto fra autoconsumo e Comunità energetiche, come servizio dei Comuni per il territorio, è intervenuta Marta Mango della Funzione promozione e assistenza alla pubblica amministrazione di Gse, Gestore dei servizi energetici.

Le comunità energetiche – ha sottolineato Monni – non sono soltanto un modello virtuoso di produzione e consumo di energia rinnovabile, ma un vero e proprio presidio di giustizia sociale e ambientale. Si tratta di un asset strategico per la conversione energetica”. 

“Puntare su queste forme di auto-produzione collettiva – ha osservato – significa ridurre le bollette, abbattere le emissioni, rafforzare l’autonomia dei territori e contrastare la povertà energetica. Significa anche costruire legami: tra cittadini, enti locali, imprese e associazioni, in una rete che tiene insieme sostenibilità ambientale, coesione sociale ed economia di prossimità”.

“La Regione Toscana – ha rammentato infine Monni – ha stanziato sull’energia 180 milioni di euro nell’ambito del ciclo di programmazione europea 2021-2027: per costruire un modello energetico giusto, decentralizzato e sostenibile. Ma sappiamo che non basta produrre energia pulita. Dobbiamo anche consumare meno e meglio“.

“Con la pubblicazione del bando da 20 milioni di euro a fondo perduto – ha dichiarato Bruzzesi – la Toscana compie un passo decisivo per lo sviluppo delle Cer. Dopo tre anni di lavoro sul territorio, oggi mettiamo a disposizione un incentivo concreto che si affianca ai fondi del Pnrr e consente a enti pubblici e imprese di coprire fino al 40% delle spese per impianti da fonti rinnovabili”. 

“Su indicazione di Regione Toscana, l’Arrr è stata la prima in Italia a garantire un servizio diffuso e capillare, aprendo sportelli territoriali e accompagnando decine di comunità. In questi tre anni abbiamo organizzato quasi 300 incontri pubblici e fornito supporto a oltre 50 iniziative concrete”.

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