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Carloni: “La pesca torna al centro dell’economia italiana. Dalle parole ai fatti”


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ROMA – “La pesca e l’acquacoltura sono finalmente tornate protagoniste dell’economia nazionale. Fin dall’inizio della legislatura, Governo e Parlamento hanno impresso una svolta netta rispetto al passato, puntando con decisione sul rilancio del settore primario. Insieme ad agricoltura e silvicoltura, oggi la pesca è tra i comparti con la crescita più significativa. Lo confermano i dati ISTAT: il valore aggiunto del settore primario è aumentato del 2%, trainando lo sviluppo economico del Paese”, dichiara Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura e Pesca della Camera dei Deputati.

 

Parità tra agricoltura e pesca: un obiettivo raggiunto.

“Abbiamo sempre sostenuto – prosegue Carloni – che la pesca non potesse essere trattata come una componente accessoria della sovranità alimentare. Doveva avere pari dignità rispetto all’agricoltura, e così è stato. I pescatori sono stati riconosciuti come veri ‘agricoltori del mare’ e, per la prima volta, al G7 Agricoltura dello scorso settembre si è tenuta una sessione interamente dedicata a pesca e acquacoltura. Un segnale forte che ha fatto seguito a misure concrete, come l’estensione del Fondo di solidarietà nazionale anche al comparto ittico nella Legge di Bilancio 2024”.

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Risposte tempestive alle emergenze.

Carloni ha sottolineato anche l’impegno straordinario del Governo per fronteggiare le emergenze, come l’invasione del granchio blu: “Sono stati stanziati 40 milioni di euro, di cui 37 per semina, ripopolamento e protezione degli allevamenti, oltre a un piano specifico da 10 milioni di euro presentato dal Commissario Straordinario. E grazie al DL Agricoltura abbiamo introdotto la moratoria sui mutui per le imprese che hanno registrato cali di fatturato nel 2023”.

A questi interventi si aggiunge il sostegno assicurativo per oltre 500 imprese del settore, che hanno potuto proteggersi dai danni derivanti da eventi climatici estremi.

 

Sostenibilità senza ideologia: tutela ambientale ed economica insieme.

“Abbiamo contrastato un ambientalismo ideologico che in passato ha finito per penalizzare pescatori e agricoltori, portando alla scomparsa del 40% delle marinerie italiane. Noi abbiamo scelto un altro approccio: riconoscere a questi lavoratori il ruolo di custodi del mare e della terra, conciliando sostenibilità ambientale ed economica”, spiega Carloni.

Grazie a un’azione negoziale determinata in sede europea, il Governo ha ottenuto risultati storici: “Per il 2025 non è prevista alcuna riduzione dei giorni di pesca – un fatto mai accaduto prima – e abbiamo difeso con successo anche le quote di gambero, evitando un taglio del 29% e limitandolo al 6%, con misure di compensazione”.

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Innovazione e futuro: investimenti strategici per la filiera.

“Credere nel settore ittico – dichiara Carloni – significa anche investire nel suo futuro. Con i Contratti di filiera ittici 2023-2024, sono stati avviati 150 progetti innovativi grazie a 180 milioni di euro di fondi complementari al PNRR, portando a un incremento medio del 20% del fatturato delle imprese coinvolte. E con l’accesso al Fondo Innovazione ISMEA, che stanzia 250 milioni di euro nel triennio 2023-2025, il settore potrà dotarsi di strumenti digitali, robotica e sensoristica per affrontare le sfide del futuro con maggiore efficienza e competitività”.

 

Una visione per valorizzare il mare.

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Il Presidente Carloni ha infine ricordato l’approvazione, in Consiglio dei Ministri, del Disegno di Legge sulla Valorizzazione della Risorsa Mare, che prevede, tre a gli altri, sgravi contributivi del 50% per l’assunzione di marittimi provenienti da navi rottamate, e l’estensione degli ammortizzatori sociali (CISOA) anche al comparto della pesca.

 

“Abbiamo voltato pagina: oggi il settore ittico ha finalmente una prospettiva concreta di crescita, sviluppo e centralità strategica. E continueremo a lavorare con determinazione per rafforzarne il ruolo all’interno dell’economia italiana ed europea”, conclude Carloni.

 



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