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in Italia il settore del fitness vale oltre 10 miliardi, con un giro d’affari complessivo di circa 25 – Giornale Partite Iva


Face your shade”, l’invito a guardarsi dentro, riconoscere le proprie paure e trasformarle in forza. È il claim potente con cui si è appena conclusa la 19ª edizione della fiera internazionale di Italian Exhibition Group che, dal 29 maggio al 1° giugno, è diventata, come ogni anno, la manifestazione più grande al mondo dedicata a fitness, sport, benessere e sana alimentazione: l’immancabile Rimini Wellness 2025.
Con 190.000 metri quadrati di superficie espositiva, 30 padiglioni, 6 aree tematiche, 2.000 ore di allenamento e decine di convegni e sessioni di formazione professionale, oltre 350 brand coinvolti, più di 80 eventi e incontri dedicati ai professionisti del settore, la partecipazione di 80 operatori internazionali e più di 30 delegazioni estere, Rimini Wellness 2025 si conferma il centro nevralgico dove stakeholder, professionisti e fitness lover si riuniscono per un’esperienza interattiva e multidisciplinare alla scoperta di nuove tendenze, innovazioni e percorsi formativi all’interno dell’ecosistema del wellness, del fitness, dello sport e del benessere, fungendo al contempo da hub strategico per lo sviluppo del business globale del settore. Presenti aziende leader a livello mondiale, tra cui Technogym, Panatta, Matrix, Xenios, Gymleco, Lacertosus, Triform, insieme a 32 imprese associate ad Assosport. Tutta l’eccellenza della Fitness Industry riunita in un unico appuntamento.
Dai produttori di attrezzature per l’attività fisica alle palestre, dalle opportunità di crescita alle associazioni di categoria, passando per le medical spa, gli health center, le scienze riabilitative, le attività fitness, ma anche il turismo e il design, Rimini Fiera e l’intera Riviera, grazie al RiminiWellness OFF, con oltre 200 eventi fuori salone, si trasformano nello scenario ginnico più grande e importante al mondo.
Infatti, con un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro e un giro d’affari complessivo, considerando l’indotto, di circa 25, lo sport in Italia rappresenta l’1,6% del PIL nazionale.

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Ma qual è l’impatto socioeconomico e il quadro generale attuale dello sport in Italia?
Secondo il Rapporto Sport 2024, realizzato da Sport e Salute e dall’Istituto per il Credito Sportivo, in collaborazione con il Ministro per lo Sport e i Giovani, il settore sportivo italiano si conferma un pilastro concreto dell’economia nazionale e un motore di inclusione sociale. Con oltre 412.000 lavoratori attivi nel 2022, stimati in crescita a oltre 425.000 nel 2023, la filiera estesa dello sport italiano contribuisce all’1,6% dell’occupazione nazionale.
La valutazione d’impatto condotta sulle iniziative finanziate da Sport e Salute e dall’Istituto per il Credito Sportivo ha restituito un valore medio dell’indice Social Return on Investment (SROI) superiore a 4,5. Ogni euro investito in progetti sportivi è in grado di generare, mediamente, oltre 4 euro di ritorni sociali, con un forte impatto positivo su indicatori chiave quali salute, occupazione, istruzione e lotta alla criminalità.

Il punto
Nonostante siano stati ampiamente dimostrati i benefici e le ricadute positive degli investimenti nello sport, l’Italia si colloca tra i Paesi europei che dedicano meno risorse al settore. L’accessibilità alla pratica sportiva, inoltre, non è limitata soltanto dalla carenza di infrastrutture o investimenti, ma anche da rilevanti barriere economiche, che scoraggiano soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione.
Tale criticità è sempre più significativa: il 30% dei bambini italiani non fa sport a causa della condizione economica familiare; il 10% della popolazione dichiara che il costo è la principale barriera alla pratica sportiva; il 48% delle persone sedentarie vive in una condizione di elevata vulnerabilità economica. L’inflazione registrata per il solo comparto delle attività sportive e ricreative è aumentata del 3,6% nell’ultimo anno.
Infine, un aumento continuativo della pratica sportiva del 10% della popolazione comporterebbe, nel medio-lungo termine, un incremento della produttività annua pari all’1,7%, equivalente a quasi 34 miliardi in più sul PIL e circa 81.000 occupati in più all’anno. La crescita della pratica sportiva consentirebbe inoltre di avere una popolazione più sana, in termini di benessere fisico e mentale, riducendo dell’1,6% la spesa sanitaria.
Nonostante in Italia, negli ultimi anni, sia maturata una crescente consapevolezza dell’importanza dell’attività fisica e dell’adozione di stili di vita attivi, con un miglioramento di 5,6 punti percentuali, i livelli di sedentarietà rimangono elevati: nell’area OCSE, l’80,3% degli adulti e il 91,7% dei ragazzi non raggiungono i livelli raccomandati di attività fisica indicati dalle linee guida OMS, posizionando l’Italia come il quarto Paese OCSE più sedentario, con un dato superiore alla media OCSE del 59,6%.
Secondo i dati ISTAT, il 35% della popolazione non pratica mai sport. La sedentarietà contribuisce in modo significativo all’insorgenza di neoplasie (5,8% del totale in Italia sono provocate da insufficiente attività fisica), malattie renali e metaboliche (5,1%), malattie cardiovascolari (3,7%), patologie psicologiche (2,2%) e malattie neurodegenerative (0,6%), comportando un onere economico rilevante per il sistema Paese, gravando su pazienti, caregiver, Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e sistema economico nel suo complesso.
L’Italia è anche il Paese con il più alto numero di decessi attribuibili alla sedentarietà in UE-27, registrando 10.768 morti nel 2021.
Uno scenario che contribuisce a creare un paradosso nazionale, reso ancora più evidente da grandi eventi come Rimini Wellness 2025 e dai grandi successi sportivi ottenuti dagli atleti italiani negli ultimi anni.

Nota
Aumentare gli investimenti e la promozione dello sport, promuovendo un sistema sportivo inclusivo e accessibile a tutti, abbattendo le barriere economiche e sociali che ne limitano la pratica, dovrebbe rappresentare una delle missioni fondamentali per l’Italia.
Nel 2023, il Parlamento italiano ha approvato all’unanimità l’introduzione del nuovo comma dell’articolo 33 della Costituzione:
“La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme.”
Lo sport è oggi un diritto costituzionale.





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