L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare 4/E del 16 maggio 2025 per chiarire le novità in merito alle detrazioni fiscali introdotte dalla legge di bilancio 2025 e dal recente decreto legislativo di dicembre 2024.
Il documento fornisce le indicazioni operative agli uffici territoriali e rappresenta una guida per interpretare correttamente le nuove disposizioni in materia di IRPEF, detrazioni per lavoratori e modifiche al sistema delle addizionali locali.
La circolare dell’Agenzia non solo illustra nel dettaglio le novità normative, ma fornisce agli operatori fiscali uno strumento per uniformare le interpretazioni e assicurare coerenza nell’applicazione delle regole. Per i contribuenti, si tratta di cambiamenti che avranno un impatto concreto già nella prossima dichiarazione dei redditi.
Qui di seguito vi citiamo i punti principali, per tutte le altre informazioni vi rimandiamo al testo completo della Circolare, in allegato alla fine di questo articolo.
Aliquote IRPEF: si passa a tre scaglioni
La riforma delle aliquote IRPEF rappresenta una delle modifiche più significative nella legge di bilancio. L’obiettivo principale è semplificare la struttura dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e migliorare il sostegno fiscale soprattutto per le fasce di reddito medio-basse.
Cosa cambia concretamente?
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Riduzione degli scaglioni: Prima, l’IRPEF prevedeva quattro scaglioni con aliquote differenti, tra cui una del 25% per i redditi intermedi. Ora, con la riforma, il sistema passa a soli tre scaglioni.
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Nuove fasce e aliquote:
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23% per redditi fino a 28.000 euro;
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35% per la parte di reddito compresa tra 28.001 e 50.000 euro;
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43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
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Eliminazione dell’aliquota del 25%: Questo scaglione, che prima riguardava i redditi medi, viene cancellato, semplificando il sistema e riducendo potenzialmente il carico fiscale per chi si trovava in quella fascia.
Impatto della riforma:
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Semplificazione: Con meno scaglioni, il calcolo dell’imposta diventa più lineare, facilitando sia il lavoro dei contribuenti sia quello dell’amministrazione fiscale.
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Sostegno alle fasce medio-basse: L’aliquota più bassa si estende fino a 28.000 euro, più alta rispetto al passato, il che significa che una platea più ampia di contribuenti paga un’aliquota agevolata.
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Maggiore progressività: Per i redditi più elevati (oltre 50.000 euro), resta un’aliquota alta (43%), mantenendo così la progressività dell’imposta.
Lavoratori dipendenti: nuove agevolazioni sotto i 20.000 euro
Oltre alla modifica degli scaglioni IRPEF, la legge introduce un’agevolazione fiscale specifica per i lavoratori dipendenti con redditi più bassi, cioè inferiori a 20.000 euro annui.
Come funziona questa misura?
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Viene riconosciuto un beneficio fiscale che non concorre alla formazione del reddito imponibile, cioè un importo che di fatto riduce l’imposta dovuta ma non viene conteggiato come reddito tassabile.
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Il valore di questo beneficio è calcolato applicando una percentuale al reddito da lavoro percepito, con una scala decrescente in base all’aumento del reddito:
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7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
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5,3% per la fascia tra 8.501 e 15.000 euro;
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4,8% per i redditi oltre i 15.000 euro ma comunque sotto i 20.000 euro.
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Nel caso in cui il lavoratore abbia lavorato solo per una parte dell’anno (ad esempio per un cambio di lavoro o altre ragioni), si calcola un reddito teorico su base annua, per poi applicare la percentuale corretta e infine applicarla al reddito effettivamente percepito. Questo sistema evita distorsioni nel calcolo dell’agevolazione.
Qual è l’obiettivo?
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Supportare i lavoratori con redditi più bassi attraverso un incentivo fiscale che si traduce in un maggior potere d’acquisto.
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Incoraggiare la regolarità del lavoro dipendente, premiando chi guadagna meno e spesso rischia di trovarsi in difficoltà economica.
Familiari a carico: cambia la detrazione per i figli maggiorenni
La legge di bilancio introduce modifiche importanti anche nelle detrazioni fiscali per i figli a carico, in particolare per quelli maggiorenni.
Cosa prevede la nuova normativa?
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La detrazione fiscale per i figli dai 21 anni in su viene ora riconosciuta solo se:
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I figli hanno meno di 30 anni di età, oppure
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Sono disabili certificati ai sensi della legge 104/1992, senza limiti di età.
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Quindi, i figli maggiorenni che superano i 30 anni e che non sono disabili non danno più diritto alla detrazione.
Qual è la ratio della norma?
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Concentrare l’aiuto fiscale su chi è ancora economicamente dipendente, cioè giovani adulti che spesso non hanno ancora raggiunto piena autonomia economica.
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Tagliare le detrazioni per figli ultra-trentenni senza disabilità, che presumibilmente hanno già un’indipendenza economica o comunque non sono più considerati un carico fiscale in senso stretto.
Impatto pratico:
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Le famiglie con figli tra i 21 e i 30 anni continueranno a beneficiare della detrazione, a meno che i figli non siano disabili.
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Le famiglie con figli maggiori di 30 anni senza disabilità perderanno questo beneficio, con un possibile aumento dell’imposta da pagare.
Detrazioni fiscali per il 2025: la guida dell’Agenzia delle Entrate
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