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Daniela Santanchè, dichiarato il fallimento di un un’altra ex società del gruppo del bio-food: Ki Group Holding




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Ultim’ora news 5 giugno ore 20


Il tribunale fallimentare di Milano ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale, quella che ricalca il vecchio fallimento, per un’altra delle società del gruppo del bio-food un tempo guidato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè e dall’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro.

Ingenti «debiti erariali e previdenziali di circa 1,4 milioni di euro» a partire «da ottobre 2020», un «patrimonio netto negativo» al 28 febbraio scorso di oltre 6,5 milioni di euro, la «mancata soluzione alternativa della crisi e dell’insolvenza, stante il mancato deposito dell’accordo di ristrutturazione dei debiti» e uno «stato di definitiva incapacità dell’impresa di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni». Questa la sentenza con cui i giudici della Sezione seconda civile e crisi d’impresa hanno dichiarato «l’apertura della liquidazione giudiziale».

La società è fallita, su istanza della Procura di Milano diretta da Marcello Viola e del pool di pm guidato dall’aggiunto Roberto Pellicano. Ma anche della Agenzia delle Entrate, che evidenziato debiti da parte della holding per oltre 400mila euro, con «esito negativo dei pignoramenti di crediti presso terzi tentati». 

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A dicembre la Ki Group Holding, tramite i suoi legali, aveva chiesto un concordato in bianco e nuove misure di protezione, assicurando che entro 60 giorni sarebbe stato presentato un «piano di salvataggio»: si sosteneva di avere la disponibilità di un investitore in modo da rimettere in sesto i conti. Già allora per la procura di Milano e per l’Agenzia delle Entrate, che lamentava un debito con il fisco di circa 400 mila euro, doveva essere, invece, aperta la procedura di liquidazione giudiziale. Il termine concesso era stato, poi, prorogato dai giudici fallimentari fino allo scorso 22 aprile. La società, però, non ha depositato «né la proposta, né il piano di concordato, né il ricorso per omologa dell’accordo di ristrutturazione» o altro «strumento di regolazione della crisi». La Procura di Milano ha già chiesto in passato il fallimento di quattro società del gruppo Visibilia della ministra, senza però riuscire sinora nell’intento perché Santanchè aveva concluso transazioni con l’Agenzia delle Entrate.

Gli altri nodi legali per la ministra

Se per il fallimento di Ki Group, Santanchè è indagata per bancarotta e rischia un’accusa analoga dopo il crac di Bioera. Sul gruppo Visibilia è aperta invece un’indagine per falso in bilancio (con altre 16 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero). La ministra rischia inoltre il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps.

Sempre oggi poi, 5 giugno, il tribunale monocratico di Roma, nell’ambito di una udienza predibattimentale, ha disposto il giudizio per il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, per l’accusa di diffamazione ai danni di Giuseppe Zeno, azionista di minoranza della società Visibilia Editore. Il processo è stato fissato al prossimo 16 settembre: il giudice non ha accolto la richiesta avanzata dalla difesa che sollecitava il non luogo a procedere o di trasmissione degli atti ai pm di Milano, dove è in corso un altro procedimento che vede contrapposti sempre le stesse due parti.(riproduzione riservata)



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