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Il ruolo delle fiere nell’export italiano


Il sistema delle fiere italiane rappresenta un asset strategico per l’economia del Paese e un motore essenziale dell’export italiano. Secondo i dati elaborati da Prometeia per Aefi, ben il 63% dell’export nazionale è generato da imprese attive in cinque filiere – agroalimentare, tecnologia, moda-bellezza, edilizia-arredo e tempo libero – strettamente legate all’attività fieristica. Lo stesso vale per il 30% della produzione industriale.

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Questi numeri certificano un ruolo ormai imprescindibile: le fiere non sono più semplici vetrine, ma infrastrutture di sistema che favoriscono la crescita, la competitività e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Le aziende che partecipano regolarmente a manifestazioni espositive mostrano una crescita del fatturato superiore del 12,6% rispetto a quelle che non lo fanno. Anche gli indici di redditività – Ebitda e Roi – risultano più performanti.

Un settore che vale 4 miliardi e 203 mila occupati

L’industria fieristica italiana è la quarta al mondo per dimensioni dopo Cina, Stati Uniti e Germania. Nel 2023 ha generato un valore della produzione di circa 1,5 miliardi di euro, con 4 mila addetti diretti. Considerando anche l’indotto, il contributo all’economia nazionale è stimato in 22,5 miliardi di produzione, 10,6 miliardi di valore aggiunto e 203 mila posti di lavoro.

Dal 2021 al 2024, la crescita media annua delle cinque filiere chiave è stata del 9%, spinta anche da effetti inflazionistici. Tuttavia, le previsioni al 2030 indicano un rallentamento: +2% medio annuo per le filiere e solo +1% per il settore fieristico, a meno di interventi strutturali.

Fiere ed export italiano: un’opportunità da 37 miliardi

Centrale per il futuro dell’export italiano è il tema dell’export-gap, ovvero il differenziale tra la domanda globale potenziale e la reale capacità delle imprese italiane di soddisfarla. Negli ultimi dieci anni, questo gap è stato pari al -13%, ossia oltre 37 miliardi di euro lasciati ad altri Paesi. In assenza di un cambio di rotta, potrebbe arrivare al -18% entro il 2030.

Per colmare questo divario, il Governo ha individuato 31 mercati extra-Ue considerati prioritari. Le fiere italiane sono già presenti in 12 di questi Paesi e il 90% delle manifestazioni estere organizzate tra 2024 e 2025 si svolgono proprio in queste aree: dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi, dalla Cina al Brasile.

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Il Libro bianco di Aefi e le proposte per il futuro

In occasione della decima Giornata mondiale delle fiere, Aefi ha presentato a Roma – nella sede del ministero per le Imprese e il Made in Italy – il primo Libro bianco sul sistema fieristico italiano. Il documento, realizzato con il supporto di Prometeia, analizza lo stato dell’arte del settore e propone quattro priorità d’intervento per valorizzarlo ulteriormente:

  • Internazionalizzazione delle fiere, anche tramite la creazione di nuove manifestazioni nei mercati chiave.

  • Semplificazione normativa, con la proposta di un Testo Unico dedicato e la revisione di norme burocratiche penalizzanti, come l’Imu.

  • Piano infrastrutturale per rendere i quartieri fieristici più competitivi e attrattivi.

  • Introduzione di un Bonus fiere per favorire la partecipazione delle Pmi, in particolare quelle nuove o mai presenti prima.



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