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Softlab, sit-in e appello Confindustria in campo «Faremo da mediatori»


Senza tregua: il vecchio lavoro non c’è più e nuove possibilità occupazionali non si intravedono ancora. Ieri mattina, la protesta perpetua dei lavoratori Softlab è approdata alla sede di Confindustria Caserta. Blocco stradale pacifico, presidio del palazzo dell’Unione industriale in via Roma e confronto con i funzionari. Non si vive di ammortizzatori sociali. E non si può solo confidare nelle trattative estenuanti per il recupero degli emolumenti pregressi non ancora corrisposti ai 122 dipendenti di Maddaloni.

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Accolti da Francesca Solimene (addetta alle relazioni sindacali), Fiom-Cgil, Fim-Cisl-, Uilm-Uil, Failms, Usb hanno chiesto un «impegno diretto degli industriali casertani nelle trattative per la ricollocazione collettiva che ancora non decollano». Fino ad oggi, Confindustria Caserta ha partecipato, nel ruolo di uditore, a tutti i confronti presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Ora, è stata chiesta un’azione attiva per «facilitare l’incontro tra la domanda di lavoro e le offerte dei imprenditori del territorio».

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Marcianise, Jabil tempo scaduto: in 406 nel limbo

Non è una missione impossibile. E gli industriali non hanno declinato l’invito. Accettano il ruolo di mediatori o facilitatori, ma con alcuni punti fermi: l’Unione Industriale non può avere alcun confronto o interlocuzione con Softlab e il suo management poiché l’«azienda ha lasciato Confindustria addirittura nell’epoca pre-Covid». Secondo, riconoscendo i problemi socio-economici e i ridotti margini temporali per avviare trattative, mette a disposizione il proprio «know how e le sue risorse per poter dare, in collaborazione con le istituzioni e senza mai derogare dalla propria missione, delle risposte ai lavoratori». In concreto, in tempi certi, deve decollare un confronto con la Regione, sempre annunciato e mai avviato, e con il Mimit. «Visto che i lavoratori attualmente – precisa Antonio Viggiano (Failms provinciale) – sono vittime inermi di un disimpegno imprenditoriale unilaterale è urgente creare un tavolo unico, un’unica regia per mettere insieme tutte le proposte di lavoro adeguate. Solo Confindustria Caserta può davvero rendere possibile l’incontro con gli imprenditori del bacino casertano. Non bisogna lasciare nulla di intentato». In un clima da ultima spiaggia si confida che il presidente Beniamino Schiavone possa con l’assessore regionale al lavoro Antonio Marchiello organizzare un percorso di incentivi per le imprese e un piano di ricollocazione anche per gruppi. Per Usb, i «lavoratori sono in piazza per chiedere conto di un disastro occupazionale annunciato, ma anche e soprattutto per pretendere chiarezza immediata sulle soluzioni industriali che sono state discusse o ipotizzate nell’ambito del tavolo ministeriale». Se il tempo è sempre più ridotto l’«unico tavolo legittimato a condurre in modo serio e organico questa vertenza è quello del Mimit». La vertenza va centralizzata poiché i «percorsi frammentati di ricollocazione, anziché offrire soluzioni vere, rischiano di dividere i lavoratori e frammentare diritti e tutele». Insomma, solo una regia nazionale può tenere insieme il destino dei lavoratori all’interno di progetti industriali solidi, verificabili e duraturi. E infatti, il Mimit, nei prossimi giorni, attende risposte per sbloccare la vertenza sul pagamento degli emolumenti arretrati da quasi 50 mesi. Mobilitazione permanente. Anche Usb, con il fronte sindacale tutto, «continuerà a sostenere la battaglia fino a quando non verrà individuata una soluzione industriale reale, con garanzie occupazionali certe e una prospettiva produttiva concreta».

A MARCIANISE

Intanto, ieri mattina, un centinaio di lavoratori della Jabil, hanno effettuato un’ora di sciopero, promosso dal sindacato Usb, per riunirsi in assemblea fuori i cancelli dell’azienda. Nel corso della riunione come riporta una nota di Usb: «è stato ribadito come le modalità con cui Jabil sta tentando di disimpegnarsi dal sito di Marcianise siano inaccettabili, tanto sotto il profilo industriale quanto sotto quello sociale ed è stata avanzata una proposta: sospendere ogni atto unilaterale e ogni accelerazione non condivisa, avviare una discussione seria, sotto la regia del Mimit, che porti all’individuazione di un advisor indipendente e aprire un percorso trasparente per la ricerca di un soggetto industriale credibile con cui avviare un progetto di reindustrializzazione reale e sostenibile. Ogni decisione calata dall’alto – chiosa la nota – ogni ipotesi di chiusura o cessione unilaterale, troverà una risposta ferma e determinata da parte dei lavoratori e di Usb».





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