Il legame tra innovazione e sviluppo dei territori è stato al centro dell’evento “Ride the Future: la nuova frontiera dell’innovazione nel mondo bike”, organizzato nell’ambito della seconda edizione dello Sport Business Forum. Promosso da Confindustria Belluno Dolomiti con il supporto di Elis Innovation Hub, Wylab e Industrio Ventures, l’incontro ha riunito imprenditori, esperti e rappresentanti istituzionali per riflettere sulle prospettive di crescita di uno dei settori più dinamici del comparto sportivo.
Ad aprire i lavori è stato Alberto Baban, presidente della Fondazione Nord Est e di VeNetWork, che ha posto l’accento sull’importanza di una visione condivisa: «L’innovazione nello sport può essere un volano vincente per i territori, ma è necessario lavorare in modo sistemico: le aziende da sole non possono produrre innovazione senza un territorio che abbia come base il senso dell’innovazione». Secondo Baban, la complessità dei processi innovativi e gli alti costi iniziali richiedono una collaborazione stretta tra imprese, istituzioni e comunità.
Il focus dell’incontro si è concentrato su diversi temi, fra cui i modelli di business basati sulle startup e le piattaforme digitali, l’impiego di materiali innovativi – come il carbonio riciclato – e il ruolo crescente delle tecnologie digitali, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale e alla gestione dei dati.
Alessio Cremonese, vicepresidente di Confindustria Belluno Dolomiti, ha sottolineato il peso economico dell’intero comparto: «Abbiamo oltre 4,5 miliardi di euro di fatturato, 100 marchi e 10.000 addetti. Se aggiungiamo l’indotto turistico ed enogastronomico, il valore complessivo supera i 20-25 miliardi». Tuttavia, Cremonese ha evidenziato anche alcune criticità, in particolare la necessità di investire maggiormente in infrastrutture e nel coinvolgimento delle nuove generazioni, a partire dalle scuole. «Il governo sta facendo passi avanti, ma c’è ancora molta strada da fare per raggiungere i livelli dei paesi del Nord Europa», ha aggiunto.
L’attenzione è stata poi rivolta alle startup e al loro ruolo nel rinnovamento del settore sportivo. Federico Smanio, amministratore delegato di Wylab, ha evidenziato come a livello globale esistano oltre 6.000 realtà attive nell’ambito della Sport Tech. «Guidano l’innovazione nello sport, dalla performance degli atleti alle infrastrutture intelligenti, dal coinvolgimento dei fan alla data analytics. In Italia serve però più capitale e un ecosistema più aperto all’innovazione», ha dichiarato. Secondo Smanio, le startup rappresentano oggi uno dei principali motori di trasformazione, ma è necessaria una maggiore apertura per permettere loro di competere su scala internazionale.
Anche l’aspetto legato alla salute e alla pratica sportiva non professionistica ha trovato spazio nella discussione. Stefano Gobbi, di Sport e Salute, ha sottolineato il valore delle nuove tecnologie nel miglioramento della qualità della vita e nella prevenzione. «Dalla correzione della postura, in chiave chiaramente medico-preventiva, alla diffusione della pratica sportiva, vediamo con favore il connubio tra sport e tecnologie». Gobbi ha ricordato inoltre che, grazie a un recente bando, «sono stati finanziati 201 comuni, moltissimi sotto i 5.000 abitanti, per lo sviluppo della mobilità sostenibile».
La giornata ha messo in evidenza come l’innovazione, se integrata in una visione di sistema, possa rappresentare una leva concreta per la crescita del settore sportivo e per il rafforzamento delle comunità locali, contribuendo a un modello di sviluppo più sostenibile e inclusivo.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link