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In Italia mancano tecnici, ingegneri e artigiani: il mercato del lavoro cambia – Torino Cronaca


Il mercato del lavoro in Italia sta cambiando molto a causa della tecnologia, dei cambiamenti nella popolazione e della digitalizzazione. Secondo il rapporto “Laureati e lavoro 2024” di Excelsior Unioncamere, alcune professioni stanno scomparendo mentre altre stanno cambiando o nascendo.

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Calo della domanda di laureati

Nel 2024, le aziende prevedono di assumere 691 mila persone, cioè il 10% in meno rispetto all’anno prima. Questo è un cambiamento rispetto agli anni dopo la pandemia, quando le assunzioni erano aumentate. Alcuni settori, come la scuola privata e il commercio, stanno assumendo meno laureati.

Professioni in calo

Alcune figure professionali sono sempre meno richieste:

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  • tecnici programmatori (-47,7%)

  • insegnanti nella formazione professionale (-13,2%)

  • docenti delle scuole superiori (-13,9%)

  • farmacisti (-17%)

  • ingegneri civili (-19,3%)

Questa riduzione non è solo perché ci sono troppi candidati, ma anche perché le aziende cercano professioni diverse, più legate alla tecnologia e all’automazione.

Professioni in crescita

Al contrario, stanno aumentando le richieste per:

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  • esperti legali nelle aziende (+31,9%)

  • specialisti in economia (+15,4%)

  • tecnici meccanici (+14,1%)

  • esperti nella gestione e nel controllo d’impresa (+13,4%)

Le difficoltà delle imprese

Le aziende trovano sempre più difficile trovare persone con competenze specializzate, soprattutto nel digitale, nell’ingegneria e nella medicina. Alcune figure come ingegneri dell’informazione, analisti dati e programmatori sono molto richieste e difficili da trovare. Al contrario, alcune professioni tradizionali soffrono perché i candidati non hanno competenze aggiornate o esperienza pratica.

Professioni che cambiano

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Alcuni lavori non spariscono, ma cambiano. Per esempio, gli insegnanti sono sempre richiesti, ma ora devono saper usare la didattica digitale e occuparsi di inclusione e sostenibilità. Anche i tecnici amministrativi devono imparare a gestire progetti, usare contabilità digitale e rispettare le leggi. Le aziende preferiscono persone che possono fare più cose e che si aggiornano sempre.

Pochi laureati in Italia

Un problema importante è che in Italia pochi giovani si laureano: solo il 30,6% tra i 25 e i 34 anni, mentre in Europa la media è del 43,1%. Questo rende più difficile soddisfare la domanda di lavoro, soprattutto in settori tecnologici e legati all’ambiente.

Spariscono anche alcune professioni manuali

Molti lavori manuali e tecnici, come fabbri, elettricisti, cuochi e artigiani, stanno diventando sempre più rari. Questo succede anche perché la scuola non dà molta importanza a queste professioni. Così si perde un patrimonio di competenze e aumenta la disoccupazione giovanile, anche se ci sono posti di lavoro disponibili.

Il ruolo della scuola

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La scuola italiana non aiuta abbastanza a formare le competenze richieste dal lavoro. È importante cambiare l’offerta formativa per valorizzare i mestieri tecnici e manuali e creare percorsi di studio più vicini alle esigenze delle imprese.



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