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Palermo, la Guardia di Finanza smaschera truffa milionaria sui bonus edizili


PALERMO – Una rete criminale ben strutturata, operante nel cuore del capoluogo siciliano è finita al centro di un’importante operazione della Guardia di Finanza di Palermo, che ha eseguito sette misure cautelari personali e disposto l’interdizione dall’attività per dieci imprese edili coinvolte in un vasto sistema di frodi fiscali legate ai cosiddetti “bonus edilizi”.

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L’indagine, condotta sotto il coordinamento della procura della repubblica di Palermo, affidata al nucleo di Polizia economico-finanziaria del capoluogo, ha portato alla luce una vera e propria associazione per delinquere, responsabile di aver generato crediti d’imposta fittizi per oltre 26 milioni di euro, attraverso l’emissione di fatture per lavori di ristrutturazione mai eseguiti. Al centro della vicenda ben 19 imprese edili, tutte con sede a Palermo, ritenute esecutrici fittizie dei lavori.

Il meccanismo della truffa

Il modus operandi, ricostruito con dovizia dagli investigatori, prevedeva l’emissione di fatture false a fronte di interventi edilizi inesistenti per beneficiare di detrazioni fiscali legate a misure come il bonus facciate, l’ecobonus e gli incentivi per il recupero del patrimonio edilizio. Le imprese applicavano lo “sconto in fattura”, ma in realtà le prestazioni non venivano mai effettuate. I crediti d’imposta così generati, venivano poi ceduti a intermediari finanziari compiacenti, in cambio di ingenti somme di denaro.

Gli indagati, secondo quanto emerso, si sarebbero appropriati dei fondi attraverso operazioni bancarie su conti personali, prelievi in contanti, investimenti in beni rifugio come oro e criptovalute, oltre che mediante l’acquisto di beni mobili e immobili e buoni fruttiferi postali.

Arresti domiciliari e interdizioni

Le misure cautelari, disposte dal Gip del tribunale di Palermo all’esito degli interrogatori preventivi, hanno portato all’applicazione degli arresti domiciliari per quattro soggetti ritenuti al vertice dell’organizzazione criminale. Altri tre, sono stati invece colpiti da provvedimenti interdittivi quali il divieto di esercitare attività imprenditoriali e di rivestire cariche direttive per un anno. Tra questi figura anche un ingegnere, cui è stato vietato l’esercizio della professione.

Pesanti le sanzioni anche sul fronte delle persone giuridiche, tramite cui dieci società di capitali sono state interdette dall’esercizio dell’attività economica.

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Sequestri per oltre 27 milioni

A completamento del quadro, la magistratura ha già disposto due provvedimenti di sequestro preventivo, il primo, d’urgenza, per oltre 8 milioni di euro all’avvio delle indagini. Il secondo, lo scorso aprile, per un valore di circa 19 milioni. I beni sequestrati includono conti, beni mobili e immobili ritenuti riconducibili agli indagati. Attualmente, oltre ai sette soggetti raggiunti da misure cautelari, risultano altri 83 indagati, tra amministratori di fatto e di diritto delle imprese coinvolte e committenti compiacenti, accusati a vario titolo di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata ai danni dello Stato.



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