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PMI, occupazione in crescita. Ma la carenza di manodopera frena le prospettive


EconomiaNonostante l’aumento dei fatturati e la stabilità occupazionale, oltre la metà delle aziende della provincia di Frosinone fatica a reperire personale specializzato e generico, mettendo a rischio il pieno potenziale di sviluppo del territorio. Ecco cosa emerge dal report di Federlazio

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Le Piccole e Medie Imprese della provincia di Frosinone mostrano segnali di tenuta e crescita, nonostante un contesto globale complesso e nuove incertezze legate ai dazi Usa. È quanto emerge dall’indagine congiunturale condotta a marzo 2025 da Federlazio su un campione rappresentativo di 500 PMI del Lazio, integrata ad aprile da un sondaggio rapido su 100 imprese per valutare l’impatto delle recenti tensioni commerciali internazionali.

Sul fronte occupazionale si registrano 18.000 occupati in più nel quarto trimestre 2024 e una crescita media annua del 1,9% negli ultimi cinque anni. Nonostante il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali da parte di Stellantis e delle aziende dell’indotto, le ore di Cassa Integrazione sono diminuite del 31% nel 2024, arrivando a circa 24,5 milioni.

Le cessate attività? Ci sono, certo, ma in Ciociaria il saldo tra imprese nate e cessate si attesta al +0,79%, mostrando segnali di tenuta. L’ultima rilevazione di Federlazio evidenzia un quadro prevalentemente positivo per le PMI del Frusinate. Il 45% delle imprese intervistate ha riportato un aumento del fatturato, mentre il 30% ha dichiarato stabilità. Il restante 25% ha segnalato un calo rispetto al 2023.

Il 38,1% delle aziende che dichiara un incremento del personale e il 52,4% che mantiene livelli stabili. Meno del 10% quelle che hanno segnalato una riduzione degli occupati. Tuttavia, persiste e si aggrava la difficoltà nel reperire manodopera: il 52% degli imprenditori segnala questo problema – in aumento rispetto al 40% dell’anno precedente – riscontrando criticità sia per le figure specializzate che per gli operai generici.

Le aspettative per il futuro si mantengono orientate all’ottimismo, nonostante le recenti decisioni statunitensi sui dazi. Il 47,1% delle imprese prevede un aumento dei ricavi, mentre il 29,4% ritiene che i risultati resteranno stabili. Solo il 23,5% si attende una contrazione. Per quanto riguarda l’occupazione, le aspettative indicano sostanziale stabilità: il 57,9% del campione prevede livelli occupazionali invariati e il 10,5% ipotizza un leggero aumento.

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Anche la propensione agli investimenti, dunque, si conferma elevata anche se i dazi di Trump preoccupano: un sondaggio rapido su 100 PMI rivela che il 41% degli imprenditori considera la situazione “piuttosto critica”, e il 18% segnala o teme impatti negativi diretti. Il 34% paventa gravi contraccolpi, inclusi rischi di chiusura, in caso di protrarsi delle tensioni.

Il 77% ritiene poco probabile che l’Italia possa compensare le perdite sul mercato USA con altri mercati. Per affrontare questa situazione, le PMI del Lazio auspicano diverse iniziative, in primis un dialogo diplomatico con gli USA per mitigare gli effetti dei dazi ma anche  sostegno alle imprese colpite dalle turbolenze sui mercati globali.

Il Presidente di Federlazio Frosinone Domenico Beccidelli guarda il bicchiere mezzo pieno e spiega Presidente: “I dati dell’indagine congiunturale confermano una notevole capacità di reazione del tessuto imprenditoriale del Frusinate ai fattori critici, anche in un contesto globale complesso. Le nostre imprese manifestano un’elevata propensione a mantenere alti gli investimenti, una prevalente crescita dei fatturati e una stabilità occupazionale. Questo dimostra la determinazione delle PMI a proseguire nel percorso di innovazione e crescita”.

Il presidente si dice ottimista evidenziando come il territorio di Frosinone è in profondo fermento, con importanti investimenti che ne confermano la capacità attrattiva e la crescita di settori come logistica, aerospazio e farmaceutico, mentre l’automotive affronta una fase cruciale di riconversione”.  Per il presidente la sinergia mai come oggi è fondamentale: “La sfida della competitività non può essere affrontata solo dalle aziende, soprattutto alla luce di queste dinamiche e in relazione agli effetti dei nuovi scenari internazionali,” ha concluso Beccidelli.



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