Finiscono le scuole, inizia l’estate e si apre il mondo del lavoro estivo, stagionale. L’Italia è un Paese turistico e, da sempre, il lavoro estivo rappresenta una grande occasione di esperienza umana e professionale per i giovani. Ma non solo: è anche una grande occasione per chi, magari, si ritrova senza lavoro.
Anche se non sempre è l’obiettivo professionale principale, il lavoro stagionale diventa uno strumento di sostegno, non solo economico, ma anche emotivo. Perché il lavoro è sempre dignitoso, educativo per i giovani che fanno esperienza vera e per tutti coloro che, per motivi diversi, ne sono coinvolti.
Con l’arrivo dell’estate 2025, le opportunità sono davvero tante. I dati parlano chiaro: oltre 50.000 posizioni aperte tramite le Agenzie per il lavoro da maggio a settembre, secondo l’Osservatorio Assolavoro DataLab, per un totale di circa 600.000 occasioni di impiego stagionale distribuite su tutto il territorio italiano.
Parlo ogni giorno con ragazzi che studiano per lavorare nella sala, nel bar, nei villaggi turistici. Insegno in un istituto professionale e vedo da vicino le loro domande, le loro ansie, il desiderio di mettersi alla prova. Questo è il momento giusto. Le figure più richieste sono quelle legate al turismo e all’accoglienza: animatori, addetti all’accoglienza, camerieri, commis di cucina, bartender, chef de rang, ma anche conducenti di navette, operatori della logistica e addetti al settore agroalimentare.
Spesso si tratta di contratti a termine, part-time, a chiamata o tirocini, con la possibilità di vitto e alloggio per chi si sposta da un’altra regione. Un’occasione concreta per crescere, imparare e iniziare a costruire il proprio curriculum.
Tra l’altro è stato da poco reso disponibile il nuovo Bonus giovani under 35, un incentivo pensato per aiutare chi ha meno di 35 anni a trasformare un’esperienza di lavoro estivo in un’occasione di inserimento stabile. Senza entrare nei dettagli tecnici – perché vale la pena riparlarne – è bene sapere che, grazie a questo strumento, le aziende possono ottenere un sostegno economico importante se decidono di investire nei giovani con un contratto a tempo indeterminato. Un’opportunità concreta per chi guarda avanti e per chi vuole trasformare un’estate di lavoro in un futuro più sicuro.
Il lavoro estivo non è, tuttavia, solo un’opportunità per i giovanissimi: anche chi ha perso il lavoro o si trova in una fase di transizione può sfruttare la stagione estiva per ripartire. Un contratto stagionale, anche se non perfettamente in linea con le proprie aspirazioni, può rimettere in moto percorsi professionali, ridare fiducia, aiutare a reinserirsi nel mondo del lavoro. E questo conta, perché il lavoro dà dignità, sempre.
Inoltre, il lavoro stagionale può diventare un trampolino di inserimento per i giovani stranieri arrivati da poco in Italia. Le Agenzie per il lavoro offrono la possibilità di lavorare regolarmente, con tutele e formazione gratuita, rendendo l’esperienza non solo sicura, ma anche educativa e formativa.
Il lavoro estivo, anche se breve, è una scuola di vita. Si impara a rispettare orari, a stare a contatto con la clientela, a lavorare in squadra. È esperienza vera, che pesa sul curriculum. I dati parlano chiaro: più del 53% dei lavoratori in somministrazione ha meno di 35 anni, e chi entra con un contratto in somministrazione ha maggiori possibilità di trovare un’occupazione stabile. Il 75% dei lavoratori somministrati a termine trova un altro impiego entro 90 giorni dalla fine del contratto, contro una media nazionale del 58,1%.
Ai miei studenti ricordo sempre una cosa: l’estate non è solo vacanza e riposo, ma anche scoperta. È il momento in cui possiamo fare esperienze che vanno oltre le aule di scuola: ci mette di fronte al mondo del lavoro, ci insegna a gestire responsabilità, a relazionarci con le persone, a capire come funzionano le cose nella realtà di tutti i giorni.
È un’occasione che vale per tutti: per i giovani che vogliono mettersi alla prova, per chi ha bisogno di ricominciare, per chi arriva da lontano e cerca un posto in questa nuova vita. Ma vale anche per chi ha una domanda sul lavoro – che sia un problema o una semplice riflessione – perché il lavoro non è mai solo un contratto, è un pezzo di vita che ci accompagna.
Il lavoro estivo non è soltanto una questione di stipendio o di curriculum. È qualcosa che resta: ci insegna a muoverci, ad adattarci, a crescere come persone. È un pezzo di strada che, alla fine, rimane dentro di noi.
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