Digitalizzazione come chiave di crescita per il Confidi Venezia Giulia. Un’innovazione fondamentale nel settore delle garanzie per le imprese, che attraverso il Progetto Digital, pone la realtà isontino-giuliana tra le prime in Italia ad aver intrapreso la sfida digitale. Obiettivi già concreti e presentati dal presidente Antonio Paoletti, dal vicepresidente Massimiliano Ciarrocchi, assieme al consiglio di amministrazione e al direttore Pierluigi Medeot, questa mattina ai soci questa mattina a Trieste nella sala Maggiore della Camera di commercio Venezia Giulia. Un Confidi, quello della Venezia Giulia, plurisettoriale che agisce a favore delle imprese dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio e turismo, dell’industria, dei servizi del terziario avanzato, e dei liberi professionisti.
«Con 4657 soci, un patrimonio di quasi 41 milioni di euro al 31 dicembre 2024 – ha affermato Antonio Paoletti, presidente di Confidi Venezia Giulia – nello studio sui Confidi della Camera di commercio di Torino per l’anno 2025, siamo stati posizionati nel miglior cluster, il numero 5, quello del livello di patrimonializzazione più che adeguato. Al 31 dicembre 2024 abbiamo deliberato garanzie per un rischio totale di 19milioni e 561.162 euro, con un aumento percentuale dello 0,3% rispetto all’anno precedente».
«Confidi Venezia Giulia – così si è espresso Sergio Emidio Bini, assessore alle attività produttive e turismo della Regione Friuli Venezia Giulia – rappresenta un punto di riferimento per il territorio e si distingue a livello nazionale per l’ottimo livello di patrimonializzazione e per la lungimiranza con cui porta avanti progetti innovativi, come quello legato alla digitalizzazione dei processi. In questi anni, i Confidi regionali – e tra questi anche e soprattutto Confidi Venezia Giulia per i territori di Trieste e Gorizia – hanno ricoperto il ruolo di leva fondamentale per lo sviluppo economico, garantendo sostegno a quelle categorie che più ne hanno bisogno: le micro e piccole imprese, che rappresentano la stragrande maggioranza del nostro sistema produttivo e che spesso faticano ad accedere al credito bancario. Per questo la Regione sostiene il sistema dei Confidi – da ultimo con un recente bando da 14 milioni di euro – per abbattere gli oneri e garantire prestiti vantaggiosi alle imprese».
Confidi Venezia Giulia guarda al futuro per rimanere sempre al passo con le esigenze delle imprese ormai impegnate quotidianamente ad affrontare una rivoluzione epocale, mettendo a disposizione nuovi canali di dialogo con le aziende, l’ottimizzazione delle modalità di gestione di tutti i documenti, consentendo ora alle imprese di accedere a un’area riservata dove poter seguire lo stato di avanzamento delle pratiche. «In questo modo – sottolinea Paoletti – garantiamo una maggiore efficienza e velocità di risposta, con la possibilità di affiancare all’operatività degli uffici quella da remoto anche nella predisposizione delle pratiche. Siamo tra i primi consorzi di garanzia fidi in Italia ad essere riusciti a far dialogare nello stesso sistema tutti gli strumenti digitali, utilizzati nell’analisi e predisposizione delle documentazioni necessari per accedere alle garanzie. Ora – prosegue – per una ulteriore crescita del sistema dei Confidi nazionale sarebbe importante che le garanzie pubbliche, come ad esempio quelle di Cassa Depositi e Prestiti, intervenissero per importi a partire da 100-150mila euro».
Per Paolo Ferrè, presidente di Federascomfidi, «la via della digitalizzazione coincide con quella della crescita ed è necessaria per affiancare le imprese in questa grande trasformazione. Ai Confidi spetta quotidianamente la sfida di adattarsi al contesto normativo anch’esso in costante evoluzione e trasformarsi per essere in grado di dare risposte concrete alle imprese. E poi – conclude – se da un lato le banche ormai si affidano alle analisi algoritmiche, la nostra rete dei consorzi di garanzia fidi ha ancora solide radici nel tessuto economico dei territori di riferimento in cui il rapporto umano e la conoscenza dell’impresa fanno la differenza».
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