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Sanità, tutti i quesiti (e i dubbi) di Romano sull’integrazione pubblico-privato


“Domani finalmente approda in Consiglio regionale la mozione che ho presentato nelle scorse settimane sull’ipotesi di acquisto delle mura della ex Cattolica di Tappino e sulla prospettiva di integrazione tra Cardarelli e Responsible.
Mentre la Regione, nonostante ben due sentenze del Tar, continua incredibilmente a impedirmi di accedere agli atti del finanziamento di oltre 70 miliardi di lire che la Cassa per il Mezzogiorno concesse per costruire la struttura, da via Genova perseverano nel coltivarne la strada della compravendita immobiliare, immaginandovi il trasferimento del Cardarelli e la gestione pubblico-privata di alcuni servizi”.
Commenta così, il consigliere regionale Massimo Romano (Costruire Democrazia), la discussione in programma martedì a Palazzo D’Aimmo della mozione sulla proprietà dell’ex Cattolica nell’ambito dei vari punti all’ordine del giorno.
“Siamo a un bivio: ha, purtroppo, ragione il presidente Roberti quando dice che il punto di non ritorno della sanità pubblica regionale è coinciso nel 2014 con i governi del Pd, sia a Roma che in regione che al comune di Campobasso, quando l’asse Renzi-Frattura ha consentito l’adozione del Decreto Balduzzi e l’adozione del Programma Operativo 2015-2018 che ha falcidiato l’organizzazione sanitaria pubblica regionale, nel silenzio del comune di Campobasso che non vi si oppose, né al Tar né a livello popolare, grande assente, con una o due eccezioni meritorie, alla straordinaria manifestazione di popolo per le strade del capoluogo del 2016.
Oggi però c’è un margine per recuperare, a condizione che ci sia la volontà politica di ripristinare la centralità del sistema pubblico, a partire dal comparto dell’emergenza-urgenza.
Costruire democrazia ne ha sempre fatto e continua a farne una battaglia civile, oltre che politica, di sopravvivenza per la comunità regionale, e quindi continuiamo a chiedere:
1. Chi sono i soci di Responsible che controllano la società anonima svizzera che ne possiede il 100%?
2. È giusto, legittimo e ragionevole che una struttura ospedaliera integralmente realizzata con miliardi di lire di soldi pubblici sia oggi utilizzata (gratuitamente?) da un privato?
3. È stata rispettata la convenzione tra la Regione e la Cattolica riguardo al diritto di uso civico sui terreni e sulla destinazione dei fondi pubblici, visto che da anni il centro è gestito da una S.p.a. senza nessun aggancio a IRCCS o Università?
4. Come e con quali procedure di evidenza pubblica sarà individuato il socio privato di Asrem nell’ipotesi di integrazione?
5. Quale la sorte contrattuale del personale dipendente della nuova gestione pubblico-privata?
6. Ma davvero qualcuno pensa di chiudere il laboratorio di emodinamica del Cardarelli, reparto di assoluta eccellenza che garantisce trattamenti salvavita in emergenza?
7. Chi gestirà e chi pagherà i costi del Pronto soccorso del Cardarelli?
8. Infine, è tollerabile assistere al Direttore generale di Asrem che tesse le lodi delle reti tempodipendenti laddove invece questo comparto è sprovvisto di alcuna regolamentazione da almeno 6 anni?”

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