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Meloni vuole tagliare le tasse al ceto medio, Salvini la pace fiscale. Opposizioni attaccano


Giorgia Meloni mette nel ‘mirino‘ del governo il ceto medio. L’occasione è quella degli Stati generali dei Commercialisti. Nel messaggio inviato agli organizzatori, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, richiama l’attenzione sul fatto che “le crisi e i rischi globali ci chiedono anzitutto di rafforzare l’Europa, dimensione necessaria per essere protagonisti del nostro domani”. Davanti alla platea dei professionisti della materia, invece, la premier affronta uno dei temi storicamente più caldi del dibattito pubblico: il fisco. Toccando corde solitamente delicate per la politica, quelle della riduzione della pressione fiscale.

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Meloni ribadisce che l’obiettivo del suo governo è operare un taglio delle tasse “equo e sostenibile, poi prende un impegno preciso: dopo la riforma delle aliquote Irpef “il nostro lavoro non è finito: intendiamo fare di più e concentrarci oggi sul ceto medio, che rappresenta la struttura portante del sistema produttivo italiano e spesso è quello che ha avvertito di più il carico tributario”. La presidente del Consiglio riprende discorsi che ricordano la campagna elettorale dell’estate 2022, sottolineando che il fisco “non deve soffocare la società, opprimere famiglie e imprese ma chiedere il giusto e utilizzare quelle risorse con serietà di buon padre di famiglia”. Anzi, “il fisco è il biglietto da visita della credibilità di uno Stato”, anche in ottica di attrazione degli investimenti.

Dalle parti del Mef non arrivano certo smentite alla linea tracciata da Meloni, ma la parola d’ordine resta prudenza. Del resto, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sempre praticato (e predicato) la filosofia del fare un passo alla volta.

In maggioranza, però, è Matteo Salvini a indicare all’esecutivo un altro obiettivo. “Per la Lega e per il governo una giusta, attesa e definitiva pace fiscale, una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno bloccando l’economia del Paese, sono una priorità, anzi un’emergenza”, dice il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti. Per Forza Italia “è importante ribadire l’impegno concreto del governo di centrodestra per snellire la macchina burocratica e alleggerire la pressione fiscale, con particolare attenzione al ceto medio”, commenta il capogruppo in commissione Bilancio, Dario Damiani. Che ringrazia il leader del suo partito e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per aver “ribadito con forza la necessità di rinviare di almeno un anno l’introduzione della Sugar tax, che rischierebbe, in questa fase, di gravare ulteriormente su imprese e consumatori”.

Alle promesse della premier non credono, invece, i partiti dell’opposizione. “Come un sempreverde, un abito quattro stagioni, ad un certo punto a destra tirano fuori il taglio delle tasse”, attacca il capogruppo Pd in Senato, Francesco Boccia. “Un governo incapace di qualsiasi scelta che possa affrontare le emergenze economiche di famiglie e imprese, ancora una volta si nasconde dietro l’ennesima trovata propagandistica”, aggiunge il dirigente dem. Il presidente dei senatori M5S, Stefano Patuanelli, invece, elenca le contraddizioni nella maggioranza in materia: “Meloni: ‘Taglio tasse in modo equo, ora focus su ceto medio’. Leo: ‘Taglio tasse al ceto medio? Massima cautela sui conti’. Tajani: ‘Priorità è taglio dell’Irpef poi la rottamazione’. Giorgetti: ‘Taglio Irpef? Abbiamo ancora due anni e mezzo’. Salvini: ‘Per la Lega priorità pace fiscale’. Ceto medio? La destra lo ha cancellato“, scrive sui suoi canali social l’esponente pentastellato. Duro anche Matteo Renzi: “Non c’è uno che le chieda: ma perché non dici cosa hai fatto in questi tre anni? Il Melonismo è tutto qui: vivere in un presente infinito in cui rilanciare le stesse promesse e cancellare con cura ogni traccia di realtà – aggiunge il leader di Iv -. Le tasse sono aumentate, il clima di insicurezza è aumentato, il debito pubblico è aumentato, gli sbarchi irregolari sono aumentati, il numero di giovani scappati dall’Italia è aumentato. Diminuisce solo il potere d’acquisto”. Tranchant, poi, Angelo Bonelli: “Fino ad oggi Meloni le tasse le ha aumentate, e con i suoi 20 condoni fiscali ha aiutato i furbi. Ha favorito le lobby bancarie ed energetiche che, negli ultimi anni, hanno realizzato profitti per oltre 100 miliardi di euro, senza che il suo governo abbia avuto il coraggio di tassare gli extraprofitti”, punge il deputato di Avs. Tutti segnali che lo scontro politico è vivo, ma il ‘bello’ deve ancora venire.



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