Contabilità

Buste paga

 

Stabilità e recupero, ma manca la manodopera. Ecco i dati dell’indagine Federlazio per le Pmi


Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Sono stati resi noti dalla Federlazio i dati relaitivi all’indagine congiunturale, finalizzata a rilevare le dinamiche in atto nel tessuto produttivo regionale. In questo contesto, nel corso dell’ultimo anno, la dinamica imprenditoriale della provincia di Latina ha mostrato segnali di stabilità e recupero, pur in un contesto ancora caratterizzato da fragilità occupazionali e produttive: il saldo tra imprese nate e cessate si attesta al +1,5%. Le esportazioni, dopo il rallentamento registrato nel 2023, tornano a crescere, con un incremento significativo del 26,7%.

Sul versante occupazionale, in leggera riduzione dell’1% rispetto al 2023, facendo registrare un tasso di occupazione complessivo per il 2024 pari al 56,2%. Contestualmente, il ricorso alla cassa integrazione guadagni aumenta considerevolmente, con un totale di circa 1,8 milioni di ore autorizzate, pari ad un incremento dell’80% rispetto all’anno precedente.

Dall’ultima rilevazione condotta da Federlazio emerge un quadro che invita alla prudenza: il 46,7% dichiara stabilità nell’andamento del fatturato, mentre il 26,7% delle imprese intervistate ha riportato un aumento. Il restante 26,7% segnala invece un calo rispetto ai livelli raggiunti nel 2023.

Pur delineando una situazione complessivamente stabile, l’analisi evidenzia un dato significativo: il 20% delle imprese ha registrato una contrazione del fatturato oltre il 30%. L’occupazione risulta stabile: il 62,5% mantiene livelli invariati, il 25% delle aziende dichiara un incremento del personale, mentre solo il 12,5% segnala una riduzione.

Manodopera

Continua a essere severa la difficoltà di reperimento della manodopera. Il 62,5% degli imprenditori intervistati segnala questo problema – in aumento rispetto al 37,5% registrato lo scorso anno – e indica criticità sia per le figure specializzate che per gli operai generici. La propensione a investire è in ripresa dopo la contrazione del 2023: il 75% delle aziende ha effettuato investimenti nel corso dell’anno, un incremento del 3,6% rispetto al 2023. Rispetto alle indicazioni sulle difficoltà negli approvvigionamenti, rilevate in particolare dalle imprese manifatturiere e di trasformazione, i dati fanno emergere che le tensioni sulla disponibilità di materie prime e semilavorati sembrano attenuarsi: infatti, il 38% dichiara che l’attività non è influenzata dalla disponibilità di materiali. Un ulteriore 31% delle aziende non segnala attualmente difficoltà.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Tuttavia, resta significativa la difficoltà legata ai prezzi: il 12% attribuisce i problemi esclusivamente al rincaro delle materie prime, mentre il 19% del campione segnala criticità connesse sia alla scarsità dei materiali sia all’aumento dei prezzi.

Il futuro 

Le aspettative si mantengono orientate alla stabilità, al netto delle recenti decisioni statunitensi sui dazi. Per quanto riguarda i ricavi, il 57,1% delle imprese prevede una sostanziale tenuta, mentre il 28,6% ipotizza una crescita. Solo il 14,3% teme invece una contrazione. Le aspettative sull’occupazione fanno emergere una visione improntata alla continuità: il 60% del campione prevede livelli occupazionali invariati, mentre il restante 40% si attende un lieve incremento. Infine, la propensione agli investimenti si conferma elevata: il 40% delle imprese ha già pianificato interventi, mentre il 20% intende investire a condizione di una congiuntura favorevole. Un ulteriore 20% pur non avendo progetti in corso, si dichiara possibilista qualora si presentassero opportunità importanti. Il restante 20% non prevede investimenti nel corso del 2025.

I dazi

In una successiva “indagine lampo” ad aprile, è emerso che l’attuazione delle misure protezionistiche statunitensi ha ulteriormente aggravato il clima di incertezza. Dal sondaggio rapido su 100 piccole e medie imprese risulta che il 41% degli imprenditori considera la situazione “piuttosto critica”; il 16% segnala o teme impatti negativi diretti;  il 34% paventa gravi contraccolpi fino al rischio di chiusura in caso di protrarsi delle tensioni; il 67% ritiene poco probabile che l’Italia possa compensare le perdite sul mercato Usa con altri mercati. 

Cosa fare

Secondo gli imprenditori è necessario: avviare un dialogo diplomatico con gli Usa per mitigare gli effetti dei dazi (42%); prevedere linee di credito agevolato per l’export extra-Ue (35%); sostenere le imprese colpite (32%) dagli effetti delle turbolenze sui mercati globali;  stanziare nuovi fondi pubblici per l’internazionalizzazione (30%); promuovere percorsi formativi specialistici per il riposizionamento sui mercati esteri (28%). 

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati