Iscrivere i figli ai centri estivi costa sempre di più. Con la fine della scuola è scattata la corsa delle famiglie per trovare strutture alle quali affidare bambini e adolescenti durante la bella stagione. Si tratta di un periodo che in molte regioni può durare anche fino a 100 giorni, il più lungo d’Europa, e che rischia di trasformarsi in un salasso per molti italiani che non possono contare sul sostegno dei parenti.
Per far fronte a una spesa che si aggira in media a 173 euro a settimana per ogni figlio, i genitori sono costretti a passare al setaccio contributi e rimborsi, che variano però da comune a comune sulla base delle fasce Isee e spesso non bastano.
L’indagine sui costi dei centri estivi
Anche quest’anno l’osservatorio Eures-Adoc ha condotto un’indagine sui costi e la qualità dei servizi di circa 200 centri estivi di 8 città del Nord (Milano, Torino e Bologna), del Centro (Roma e Firenze) e del Sud (Napoli, Bari e Palermo).
Ipotizzando che una coppia di genitori riesca a stare con i propri figli per almeno un mese, anche con ferie sfalsate almeno in parte, gli esperti dell’associazione stimano un costo medio di 1.384 euro a bambino o bambina per un arco di tempo di 8 settimane trascorso nei centri estivi italiani.
Spesa che in presenza di un secondo figlio, considerando uno sconto medio del 7% (riconosciuto però soltanto in circa il 60% delle strutture censite), arriverebbe a un totale di 2.671 euro.
Il prezzo per una sola giornata, nei centri che offrono questo servizio, sale ulteriormente a 40 euro a bambino o bambina (pranzo e merenda inclusi).
In generale, comparando gli importi con quelli registrati nelle precedenti due edizioni dell’indagine, l’osservatorio Eures-Adoc ha registrato un aumento del 12,3% rispetto al 2024 e del 22,7% in confronto al 2023.
Il confronto dei prezzi tra Nord, Centro e Sud
Differenze evidenti nelle tariffe emergono anche tra i costi medi delle differenti aree geografiche: per una sola settimana a tempo pieno le famiglie residente al Nord spendono 189 euro, contro i 162 euro al Centro Italia e i 134 al Sud.
Il divario tra i prezzi si riduce in caso di servizio “a tempo ridotto”, con una calo generale di circa 30-40%, ma questa opzione non è presente in molti centri estivi nel Settentrione, mentre al Meridione la “mezza giornata” è in diversi casi l’unica modalità possibile.
Scendendo a livello locale, è Milano la città con le tariffe più care, con un costo medio settimanale a tempo pieno di 227 euro, seguita a distanza da Firenze con 177 euro e Bologna (172 euro).
Fuori dal podio Torino (159 euro), Roma (155 euro) e Napoli (154 euro) mentre le città con i costi più contenuti nei centri estivi sono Palermo e Bari, rispettivamente a 135 e 109 euro.
I bonus per i centri estivi
In assenza di bonus a livello nazionale, per provare a risparmiare sulla spesa dei centri estivi le famiglie devono affidarsi ai contributi o rimborsi rivolti dai comuni ai nuclei con redditi più bassi.
A Milano, ad esempio, è prevista l’esenzione con un contributo massimo di 211,7 euro per dieci giorni per Isee sotto i 3mila euro, con importi che variano sulla base del numero dei figli, della presenza di figli con disabilità e se entrambi i genitori lavorano o meno.
Nel capoluogo lombardo, così come a Roma, le graduatorie sono però a numero chiuso e sono numerose le famiglie che non riescono ad accedere al sussidio.
Il comune di Firenze prevede un contributo da 66 a 200 euro per le famiglie a seconda delle fasce Isee, dal minimo destinato ai nuclei oltre il tetto di 40mila euro all’importo massimo per quelli sotto la soglia di 20mila euro.
A Bologna le famiglie con un Isee fino a 35mila euro possono contare su un bonus di 300 euro per ogni figlio, mentre a Bari l’amministrazione mette a disposizione 75 euro a settimana ai nuclei con Isee non superiore a 25mila euro, con un massimo di 300 euro per quattro settimane.
I dipendenti pubblici, infine, possono usufruire di un bonus Inps di 100 euro a settimana per un massimo di 400 euro, riservato ai figli da tre a 14 anni, per la copertura di centri estivi tra giugno e settembre.
Il contributo viene erogato tramite bando e graduatoria Inps, in base al valore Isee, maggiorato del 50% per i giovani con disabilità grave o gravissima:
- con un rimborso del 100% fino a 8mila euro;
- del 95% fino a 24mila euro;
- del 90% fino a 32mila euro ;
- dell’85% fino a 56mila euro;
- dell’80 per cento oltre i 56mila euro o senza Isee.
La richiesta può essere inviata dagli aventi diritto fino alle 12 del 26 giugno. Lo scorso anno l’Inps ha accettato soltanto 3mila domande su 22mila.
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