PESCARA – “Nell’audizione dell’11 marzo scorso in Parlamento il Presidente Stellantis J. Elkann aveva sciorinato con orgoglio la carta della difesa dei posti di lavoro da parte del gruppo, italo americano prima (FCA) e oggi da parte del gruppo francese Stellantis, senza il quale non esisterebbero più gli stabilimenti italiani. Purtroppo i fatti parlano dell’esatto opposto e dopo le decine di migliaia di posti di lavoro persi in tutti gli stabilimenti italiani negli ultimi anni, attraverso incentivi all’esodo volontario, è il turno anche dello Stabilimento di Atessa, quello dei decennali record produttivi. Ieri è stato firmato un accordo che estrometterà dallo stabilimento 402 dipendenti e che alcune organizzazioni sindacali provano a venderci come opportunità rendendosi ulteriormente complici della morte indotta degli stabilimenti ex FIAT/FCA.
Ad Atessa si è passati in pochi anni da quasi 7000 addetti diretti a circa 4300 addetti a seguito della fuoruscita dei 402 esuberi annunciati, praticamente si sta dimezzando la capacità occupazionale di uno stabilimento e di un territorio con la compiacenza della politica regionale e con la collaborazione di organizzazioni sindacali che ormai sono uno strumento più utile alle aziende che ai lavoratori. In questi ultimi anni nel silenzio la Val di Sangro non ha perso solo i 2500 posti di lavoro nell’ex SEVEL ma il numero va almeno raddoppiato se si prendono in considerazione quelli persi nell’indotto.
Mentre il Presidente della Regione Abruzzo si accontenta delle rassicurazioni ricevute da Stellantis e dai vari dirigenti aziendali, mentre l’assessore regionale al Lavoro esulta per annunci di future produzioni, il polo industriale più importante del centro sud sta lentamente morendo.
Non possiamo accettare questa situazione e abbiamo lanciato più volte allarmi senza esser ascoltati da nessuno. Quello che sta avvenendo è una sconfitta per tutti, per l’Italia che sta rinunciando all’automotive, per la Regione Abruzzo che attinge risorse erariali fondamentali per l’erogazione di servizi pubblici ai cittadini, per il territorio che lentamente sta tornando indietro nel tempo e paga un prezzo pesante sotto tutti i punti di vista, per i lavoratori che hanno reso lo stabilimento ex SEVEL il più importante del settore ed il più remunerativo per gli azionisti di FIAT prima, FCA poi e Stellantis oggi.
Il fallimento della concertazione è sotto gli occhi di tutti e mentre Stellantis ha distribuito miliardi di dividendi, 5,5 MLD solo nel 2024, ai lavoratori tocca solo subire arretramenti occupazionali, condizioni di lavoro sempre peggiori che li inducono ad accettare gli incentivi per liberarsi di una condizione lavorativa incerta.
Da tempo l’USB chiede veri interventi nel settore Automotive: un massiccio intervento economico dello stato con garanzie occupazionali, tutela dei salari con ammortizzatori sociali riformati che garantiscano il 100% delle retribuzioni, riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario, blocco dei licenziamenti nel settore, politiche ed aumenti salariali che aumentino la domanda interna, investimenti nel settore energetico che porterebbero benefici ad aziende e cittadini perché non è comprensibile che l’energia da fonti pulite prodotta debba esser pagata ad un prezzo di mercato che fa riferimento al gas e altri prodotti fossili, ecc.
L’USB ha sempre denunciato e agito contro un sistema che sta danneggiando lavoratori e territori e ritiene ancor più valida la scelta della proclamazione dello sciopero generale nella giornata del 20 giugno 2025, e di una manifestazione nazionale per il 21 giugno a Roma, perché è necessario destinare risorse a settori come quello Automotive, al sociale, all’istruzione pubblica e gratuita, alla sanità pubblica, e fermare la follia di riarmare il paese e l’Europa”. – USB lavoro privato Abruzzo e Molise –
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