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NeetWork Me, il progetto per aiutare chi non studia né lavora a realizzare i propri sogni


Si rivolge ai giovani tra 18 e 29 anni con idee di startup che non sanno come investire su se stessi e sul territorio. Cannata: “Dobbiamo investire sulla loro crescita”

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MESSINA – Da idee a imprese reali, da progetti teorici a passi concreti attraverso la burocrazia e l’acquisizione di nuove competenze. Sono questi i buoni propositi del progetto NeetWork Me, ideato dall’assessorato alle Politiche giovanili e finanziato con 150 mila euro grazie a un bando dell’Anci, vinto nei mesi scorsi dal Comune di Messina. Il progetto, aveva annunciato nel marzo scorso l’amministrazione, ha ottenuto un punteggio di 83 e si è classificato quarto a livello nazionale tra i 26 progetti finanziati e primo in Sicilia, confermando l’efficacia della proposta e la validità del modello di intervento ideato.

Cannata: “Bisogna affrontare il problema dei Neet”

L’assessora Cannata è entrata nel dettaglio durante la seduta odierna della quinta commissione consiliare, presieduta da Raimondo Mortelliti: “Questo progetto nasce da un’idea del Comune che ha avuto un finanziamento di 150mila euro. Si inserisce in una visione ampia e in linea con le altre progettualità per i giovani, in particolare YoungMe. L’esigenza è di affrontare il problema dei Neet, quei giovani tra i 18 e i 29 anni che non studiano né lavorano. Purtroppo il dato può essere falsato dal lavoro in nero, che bisogna intercettare. Il Comune di Messina, ente capofila, porterà avanti questo progetto insieme ad altri Comuni. Oggi sono quasi 20. Ai giovani di questi Comuni vogliamo fornire l’opportunità di rendere progetti reali le loro idee. Durerà 12 mesi con un approccio multidisciplinare grazie al supporto dell’Università di Messina e della Camera di Commercio. Ci saranno molti workshop con cui ai giovani sarà fatto conoscere il territorio e ciò che già esiste, strumenti da sfruttare compresi. Va creata una connessione tra queste realtà e i più giovani. Uno degli obiettivi principali è sviluppare la crescita di ragazze e ragazzi facendo scoprire le potenzialità del territorio, in base alle peculiarità o all’indotto potenziale”.

I partner

L’idea è quella di affrontare, passo dopo passo, i problemi “reali” che ogni giovane può riscontrare nel tentativo di passare da un’idea “sulla carta” alla sua realizzazione. Si parlerà di business plan, ma anche di autorizzazioni e documentazione di cui hanno bisogno le imprese. Ma i riflettori saranno puntati anche sulle competenze da acquisire soprattutto in tre ambiti di riferimento: turismo culturale, agroalimentare e artigianale. Non a caso tra i partner, oltre Unime e Camera di Commercio, anche IRCCS “Bonino Pulejo”, l’IIS Antonello, Arcigay Messina, il Consorzio centro per lo sviluppo del turismo culturale per la Sicilia, le associazioni Noema e Bios, e la ditta Marzia Villari. I Comuni coinvolti, invece, sono Alì, Alì Terme, Antillo, Casalvecchio Siculo, Castel Di Lucio, Fiumedinisi, Forza D’Agrò, Furci Siculo, Itala, Limina, Mongiuffi Melia, Montagnareale, Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Sant’Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva, Scaletta Zanclea e Taormina.

La Rup Genitore: “Una bella sfida”

Ma non è “un numero chiuso”, ha spiegato la dottoressa Simona Genitore, Rup del progetto, che ha voluto ricordare come chiunque può partecipare, tanto tra i Comuni che ancora non hanno aderito quanto tra gli enti che potrebbe dare il proprio apporto al progetto. “È una bella sfida – ha proseguito – perché parliamo di una fascia d’età molto ampia. C’è chi ancora non ha trovato la propria strada ad esempio. Noi vogliamo dare con questo progetto una forma di orientamento che li diriga verso aspetti pratici. Faccio un esempio: magari c’è chi vuole portare avanti l’azienda di famiglia ma non sa come fare per modernizzare il sistema. Scia, Dia, Suap, tutti gli aspetti burocratici: forniremo supporto su questo, come sulla redazione dei business plan per le startup da lanciare. Vogliamo coinvolgere almeno 150 neet e presentare almeno 20 idee di startup e almeno 6 imprese avviate. Ma fondamentale è creare e mantenere una rete perché chiunque voglia fare impresa non deve essere solo. Il progetto si concluderà il 26 aprile 2026 ma vogliamo che ciò che si creerà possa crescere da solo e autogenerarsi. Abbiamo già presentato il progetto e incontrato molti giovani all’Opportunity Day”.

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I costi

Sei le linee di azione, alcune delle quali già partite dallo scorso aprile. Si parla di una prima fase di coordinamento, monitoraggio e rendicontazione del progetto a cui ne seguirà una seconda di promozione e comunicazione. Poi la terza linea d’azione: scouting, incontri informativi e coinvolgimento dei target beneficiari. E ancora la mappatura e l’analisi delle opportunità imprenditoriali locali, poi i percorsi di orientamento e cultura imprenditoriale e infine l’incubazione di idee con l’avvio delle start-up. NeetWork Me, che durerà un anno, costerà complessivamente 187.500 euro. Ai 150mila euro di finanziamento nazionale se ne aggiungeranno altri 37.500 di cofinanziamento locale, come da bando. Circa 60mila euro della somma totale sarà utilizzato per l’acquisto di beni come computer e attrezzatura varia, come spiegato anche in commissione.






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