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“Sicurezza sul lavoro: micro e piccole imprese al centro del dibattito”, dal Campidoglio un appello condiviso per una nuova cultura della prevenzione


ROMA – È partito oggi dal Campidoglio un messaggio forte e chiaro: la battaglia per la sicurezza sul lavoro si vince (o si perde) nelle micro e piccole imprese, cuore pulsante del tessuto produttivo italiano, solo se ognuno fa la propria parte. Il convegno “Medie, piccole e microimprese a confronto per una sicurezza sul lavoro più efficace”, promosso da AIC, con la Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP e ANPIT, patrocinato dall’Assemblea Capitolina, ha riunito istituzioni, professionisti e rappresentanti delle imprese per una riflessione congiunta su uno dei temi più urgenti del mondo del lavoro.

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Dal Senato è arrivata la voce autorevole e competente in materia del presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, Tino Magni, che ha evidenziato: “La sicurezza non può più essere considerata un costo. Serve un’azione culturale profonda su tutto il mondo del lavoro, soprattutto in agricoltura e in fabbrica, e politiche che premino le imprese virtuose e penalizzino chi non rispetta le regole. Intelligenza artificiale e tracciabilità possono diventare strumenti fondamentali anche per prevenire gli incidenti, non solo per contrastare lo sfruttamento”.

L’On. Rizzetto, presidente della 11ª Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera aggiunge “E’ necessario affrontare il tema della sicurezza sul lavoro con strategie innovative e l’obiettivo di creare un sistema molto partecipativo. È necessario che tutti i soggetti coinvolti, non solo condividano le regole, ma che cooperino con senso di responsabilità. Per questo la legge votata per la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa è fondamentale. Serve applicare una promozione della cultura della prevenzione. In tutte le scuole di ordine e grado si andrà ad affrontare la cultura della sicurezza. Con testimonial. Per renderlo un momento esperienziale”.

“Il 90% degli infortuni si verifica in aziende con meno di 10 dipendenti – ha ricordato il prof. Michele Lepore – ed è lì che dobbiamo concentrare gli sforzi, con strumenti concreti e personalizzati. Come la nuova app presentata oggi, pensata per aiutare i piccoli imprenditori a gestire la sicurezza in modo semplice ed efficace.”

Non si è trattato di un incontro formale, ma di un confronto reale, con dati, esperienze e proposte. La presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli ha parlato di “emergenza quotidiana” e ha lanciato un appello al “sistema Paese, perché solo un impegno condiviso può trasformare la prevenzione da principio astratto a pratica quotidiana”.

Federico Iadicicco, presidente nazionale di ANPIT, ha sottolineato l’impegno dell’associazione “nel promuovere la cultura della sicurezza come valore, non come obbligo”, mentre Massimiliano Scorza (ANPIT Latina) ha ribadito l’importanza della formazione esperienziale, “capace di generare consapevolezza reale anche nelle imprese con meno risorse”.

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Un’attenzione particolare è stata riservata al settore agricolo, che è tra quelli più a rischio: Giuseppino Santoianni, Presidente nazionale AIC, ha ricordato che “Nel 2024 si sono registrati oltre 24.000 infortuni in agricoltura, con picchi nei ribaltamenti di trattori e cadute dall’alto. La fascia più colpita è quella tra i 44 e i 64 anni, e i lavoratori stranieri rappresentano il 20,8% degli incidenti”. Nonostante una lieve flessione delle denunce, il quadro resta critico. “L’INAIL ha stanziato 357,5 milioni di euro per la sicurezza agricola negli ultimi cinque anni: è il momento di trasformare quegli investimenti in risultati concreti.”

Per Luciano Guglielmetti di AIC Lazio “serve un intervento deciso sul rafforzamento dell’iscrizione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, il sistema volontario di accreditamento istituito con decreto nel 2015 e gestito dall’Inps che raccoglie le imprese agricole rispettose della legalità, della legalità contributiva e contrattuale, della sicurezza sul lavoro e prive di condanne per reati legati allo sfruttamento della manodopera, a cui ha aderito solo il 3% delle imprese agricole iscritte al Registro delle Camere di Commercio. Tale attività verrà svolta attraverso l’introduzione di forme di premialità fiscale e contributiva e il riconoscimento della qualifica di ‘azienda etica’: ciò renderebbe economicamente vantaggiosa la legalità e rafforzerebbe il valore sociale delle aziende che promuovono una filiera equa e sicura”.

Un messaggio condiviso anche da Giuseppe Di Terlizzi (Federazione TSRM e PSTRP), che ha proposto il potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL e l’introduzione di criteri minimi per la qualifica dei consulenti sulla sicurezza il cui ruolo diventa pregnante e fattivo nell’azione di contrasto ma anche di supporto delle piccole imprese”.

Antonella Milieni, intervenuta nel panel dedicato alla percezione del rischio in rappresentanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha ribadito che “la sicurezza non è solo dovere morale, ma leva per migliorare produttività e sostenibilità sociale e il ruolo dell’INL non vuole essere soltanto repressivo e punitivo ma di confronto e di supporto.

Guglielmo Loy, presidente Civ Inail, così commenta.
“È fondamentale aumentare il livello di sensibilizzazione e intensificare le attività per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Raggiungere i più di 3,5 milioni di luoghi di lavoro presenti in Italia è una sfida imprescindibile per garantire misure realmente efficaci, soprattutto nelle microimprese, dove il rischio infortunistico è spesso più alto. Strumenti come informazione, formazione e incentivi devono diventare prioritari, e l’INAIL può – e deve – metterli in campo con un investimento significativo, capace di incidere concretamente sulla cultura della sicurezza”.
A tale proposito un rilevante contributo alla realizzazione della tutela delle condizioni e dei rapporti di lavoro – attraverso iniziative di promozione della cultura della legalità – è stato affidato ad incontri presso enti, datori di lavoro ed associazioni e tale attività è stata incrementata rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2024, infatti, sono stati realizzati 955 incontri (753 nel 2023 – incremento del 27%) mirati ad illustrare le principali novità normative ed interpretative, con approfondimento anche di rilevanti questioni aventi carattere generale, connesse ai profili operativi in materia di lavoro e legislazione sociale. Un’attività che ha raggiunto 79.883 destinatari (+44% rispetto al dato del 2023).

Dal convegno è emersa una richiesta unanime: serve una governance più efficace, formazione di qualità adeguata anche alle esigenze e peculiarità delle piccole e piccolissime imprese, valorizzazione dei professionisti della prevenzione e strumenti innovativi per proteggere chi lavora. Da oggi, con un manifesto condiviso di buone pratiche, l’obiettivo è chiaro: trasformare ogni impresa, anche la più piccola, in un luogo sicuro, consapevole e umano. Tutti.

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