Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Conti pubblici solidi, ora serve fiducia nella crescita


di Giovanna Ferrara, Presidente Unimpresa

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

La notizia che lo spread tra Btp e Bund tedeschi sia sceso, nel corso della giornata dell’11 giugno, sotto la soglia dei 90 punti base – toccando i minimi da oltre dieci anni – non è solo un segnale tecnico per gli operatori dei mercati finanziari. È, prima di tutto, un’indicazione concreta della ritrovata credibilità del nostro Paese agli occhi degli investitori internazionali. Un risultato che va riconosciuto e valorizzato.

Perché il termometro dello spread, tanto evocato in passato in fasi concitate della nostra vita economica, oggi ci restituisce un’immagine diversa: quella di un’Italia che, pur tra mille complessità, ha saputo tenere la barra dritta nella gestione dei conti pubblici, dimostrando disciplina, visione e una certa capacità di rassicurare i mercati.

A testimoniarlo non c’è solo il differenziale con il Bund – oggi oscillante stabilmente tra 90 e 91 punti base – ma anche il rendimento del Btp decennale che si attesta al 3,45%, ben al di sotto dei picchi superati nei momenti più turbolenti del 2022 e del 2023. Il tutto in un contesto in cui la Banca Centrale Europea ha appena avviato una nuova fase di graduale riduzione dei tassi, confermando che l’inflazione è sotto controllo e che le condizioni monetarie tornano finalmente favorevoli a imprese e famiglie.

Ma la tenuta dei conti italiani non è solo un’impressione o un rimbalzo episodico. È sufficiente leggere con attenzione gli indicatori aggiornati. Il deficit pubblico per il 2024 è stimato attorno al 4,4% del PIL, in miglioramento rispetto al 7,2% registrato nel 2022. Il debito pubblico, pur ancora elevato, è previsto in lieve riduzione: secondo le ultime stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2025 il rapporto debito/PIL scenderà al 137,8%, rispetto al 140,2% del 2023 La pressione fiscale si sta stabilizzando, e alcune recenti misure di riduzione del cuneo contributivo hanno dato respiro alle buste paga e maggiore liquidità ai consumi interni. Anche la spesa per interessi sul debito – grazie alla discesa dei rendimenti – è destinata a calare di circa 3,5 miliardi di euro nel biennio 2025-2026, liberando risorse preziose per investimenti produttivi e politiche sociali.

Tutto questo non significa che i problemi siano superati. Ma è giusto riconoscere che l’Italia è oggi un Paese affidabile sul piano della sostenibilità finanziaria, in un’Europa dove la disciplina di bilancio tornerà presto al centro del Patto di stabilità. E in questo quadro è fondamentale che non venga disperso il capitale di fiducia accumulato. È giunto il momento di passare dalla fase della prudenza a quella del coraggio. Non nel senso di abbandonare il rigore, ma di usarlo come base per una nuova stagione di crescita, che metta al centro le piccole e medie imprese, il lavoro qualificato, gli investimenti in innovazione e la semplificazione amministrativa.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Il buon stato di salute dei conti pubblici italiani è una conquista collettiva. Ora sta a tutti – politica, imprese, parti sociali – renderla feconda, trasformandola in sviluppo economico inclusivo e duraturo. Perché la solidità di bilancio è importante, ma non basta: servono anche visione, coesione e fiducia. 

Ufficio Stampa Unimpresa
Latest posts by Ufficio Stampa Unimpresa (see all)



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio