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Dissesto idrogeologico, Pichetto: “Italia fragile. Priorità a programmazione e coordinamento”


Italia “Paese fragile” dal punto di vista idrogeologico. Frane, alluvioni, erosioni costiere rappresentano ormai fenomeni frequenti che, negli ultimi anni, hanno subito un processo di forte intensificazione, anche a causa del riscaldamento globale. E se da una parte, emergono chiare le criticità nell’attuale sistema di programmazione, finanziamento ed attuazione degli interventi di difesa del suolo, dall’altra esiste “un ampio margine di miglioramento” nella lotta al dissesto su cui il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica intende lavorare.

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La corretta programmazione, il rapido finanziamento ed una sistematica e coordinata attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico rappresenta una priorità nazionale per la sicurezza dei territori e dei cittadini, oltre che per lo sviluppo del nostro Paese“, ha spiegato il ministro Gilberto Pichetto Fratin, in un’audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico.

Pichetto cita il rapporto dell’Ispra che “riferisce che 7.423 Comuni italiani, pari a circa il 94% del totale, sono esposti al rischio idrogeologico per frane, alluvioni e/o erosione costiera”. In particolare il 18,4% del territorio nazionale è classificato a maggiore pericolosità per frane e alluvioni; 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti sono a rischio alluvioni nello scenario a pericolosità idraulica media, sottolinea il ministro. Pichetto spiega che ad accentuare la frequenza di queste calamità “non incide soltanto la conformazione dei territori, ma anche una progressiva perdita di resilienza degli stessi, fenomeno dovuto allo svilupparsi di attività antropiche, ma accentuato dai significativi cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo”.

Per questo un gruppo di lavoro è stato “appositamente costituito” dal governo per effettuare un’analisi e “proporre misure urgenti di semplificazione normativa e amministrativa”. Il ministro evidenzia che gli strumenti adottati nel periodo 2010-2024 “hanno consentito la programmazione di 3.763 interventi per un importo complessivamente messo a disposizione dal Mase, tra fondi di bilancio ed Fondo di sviluppo e coesione, di circa 4,7 miliardi di euro”. Per il 2025, sono state messe a disposizione delle Regioni e delle Provincie autonome ulteriori risorse pari a oltre 300 milioni di euro. Tuttavia, risulta necessario per Pichetto, “un sistema che ‘ordinariamente’ semplifichi le molteplici linee di finanziamento” e che coordini tutti gli interventi in una politica di “gestione del territorio”.

Al momento, su dati al 31 dicembre 2023, risulta ultimato il 65,7% degli interventi, il 17,3% in fase di attuazione, il 14,6% in fase di progettazione e il residuo 2,4% in fase di avvio. “Entro il prossimo 30 giugno verranno forniti al Parlamento i dati relativi allo stato di attuazione degli interventi aggiornati al 31 dicembre 2024”, conferma Pichetto che però evidenzia alcune criticità.

In primis, un aumento generale dei costi di progetto per effetto dell’aumento dei prezzi di materie prime, servizi e lavorazioni.  Un altro aspetto “da non sottovalutare e che stiamo cercando di affrontare, è quello inerente alla tempistica di attuazione dei progetti”, ha aggiunto il ministro rilevando “frequentemente casi di progetti che, a causa dell’elevata complessità tecnica, tipica degli interventi di contrasto del dissesto, richiedono modifiche progettuali spesso ancor prima di poter attivare le relative procedure di gara, allungando inevitabilmente i tempi di indizione”. Inoltre, “un’altra riflessione meritevole di attenzione riguarda la qualità e la tipologia delle soluzioni progettuali proposte.  Per Pichetto Fratin, “diversi Commissari hanno poi segnalato le carenze nelle strutture di supporto tecnico e amministrativo, riconducibili al sottodimensionamento delle piante organiche, quasi sempre individuate in condivisione con le strutture amministrative territoriali presso cui le stesse sono incardinate”. Inoltre, “numerose sono le segnalazioni delle Strutture commissariali relative alla complessità generale dell’iter, in particolare, rispetto ad una serie di autorizzazioni ambientali che richiedono tempi di lunghi e passaggi procedimentali complessi”.

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“Rimane un’accentuata frammentazione delle coperture finanziarie in relazione alle criticità evidenziate nella mancata coerenza rilevata tra pianificazione e programmazione”, afferma Pichetto, aggiungendo che “resta pertanto un ampio margine di miglioramento da effettuare per sistematizzare gli interventi di cui sono titolari le molte altre Amministrazioni che operano nel campo della difesa del suolo”.

“L’attuale politica di mitigazione del dissesto idrogeologico – evidenzia il Ministro – appare tutt’oggi ancorata alle sole misure di breve periodo, in quanto la programmazione è sostanzialmente annuale in assenza di una produzione efficace di strumenti di pianificazione territoriale e di conseguente attuazione degli interventi”.

In conclusione, Pichetto propone di superare la logica dei “Programmi settoriali” e ricorrere ad un sistema che garantisca l’accelerazione degli iter di aggiornamento costante della pianificazione in capo alle Autorità di bacino distrettuali, e la semplificazione, accelerazione e omogeneizzazione delle procedure di programmazione degli interventi, ed eviti, a prescindere dalla fonte di finanziamento e dallo strumento di programmazione utilizzato, il finanziamento di interventi di mitigazione dei rischi idrogeologici direttamente agli Enti locali, senza che le Regioni, le Province autonome e le Autorità di bacino distrettuali ne siano preventivamente messe a conoscenza.



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