Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Caldo estremo, due Regioni decretano lo stop al lavoro


Mentre tutti noi ci domandiamo come sia possibile a neanche metà del mese di giugno sentire un caldo estremo come fossimo già ad agosto, fortunatamente alcune regioni del nostro Paese si muovono a tutela di chi lavora.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 


In particolare si pensa a chi deve subirlo obbligatoriamente, senza potersi riparare in un ufficio climatizzato, vietando il lavoro all’aperto nelle ore più calde.

Dopo alcuni decessi registrati negli ultimi anni, che vedono come principale causa il calore eccessivo e diversi studi che negli anni hanno correlato l’aumento del rischio di infortunio sul lavoro al progredire della temperatura ambientale, da più parti si sono richieste misure di sicurezza e di tutela dei lavoratori. Uno degli ultimi studi prodotti, divulgato nel 2023, arriva dalla Svizzera, dove Suva, fondo di assicurazione contro gli infortuni ha segnalato un aumento vicino al 10% degli incidenti e relativi infortuni sul lavoro quando la temperatura supera i 30 gradi. Percentuale che può raddoppiare con l’aumentare del calore e arriva fino al 15% quando si toccano i 38° come evidenziato dallo studio ‘Heatwaves as an occupational hazard’ pubblicato nel 2021 dall’European Trade Union Institute centro indipendente di ricerca e formazione della Confederazione europea dei sindacati, attualissimo nell’analisi e nelle conclusioni.

Caldo estremo, due Regioni decretano lo stop al lavoro

Le Regioni apripista sono state La Regione Lazio, prima e la Regione Calabria poi, che hanno emesso ordinanze che vietano il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata, in linea con i provvedimenti già adottati nel 2024 e che ora si estendono ufficialmente all’estate 2025.

La base normativa e legale delle due ordinanze regionali si ritrova nelle disposizioni nazionali in materia di igiene e sanità pubblica, primo tra tutti l’articolo 32 della Costituzione che recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” ma anche il decreto legislativo 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, la mancata osservanza delle disposizioni potrà comportare sanzioni ai sensi dell’articolo 650 del Codice Penale.

Se per alcune tipologie di impiego sarà possibile intervenire con alcuni accorgimenti, come quelli di incrementare lo smart working o aumentare la turnazione, per tutti quei lavoratori fisicamente esposti bisognerà innanzitutto agire sull’abbigliamento rendendolo più fresco e adeguato, laddove siano previste le divise.  L’obiettivo palese è quello di prevenire lo stress termico, i colpi di calore, i danni alla salute dei lavoratori e come abbiamo visto anche gli infortuni dovuti a scarsa concentrazione indotta dalle alte temperature, malori e svenimenti che colpiscono soprattutto i soggetti più deboli e i lavoratori impegnati all’aperto senza adeguate protezioni, sarà il datore di lavoro a dover intervenire per salvaguardare i propri dipendenti.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Le iniziative della Regione Lazio

Nel dettaglio la Regione Lazio ha imposto limitazioni al lavoro nelle ore più calde, nella fascia oraria che va dalle 12:30 alle 16:00, nei giorni identificati come a rischio “ALTO” dalle mappe climatiche di INAIL e CNR. Secondo quanto stabilito dall’ordinanza, i lavoratori del settore agricolo e florovivaistico, nei cantieri edili e affini, nelle cave e nelle pertinenze esterne, non dovranno lavorare dalle 12:30 alle 16:00, nei giorni ad alto rischio. Il divieto quando il livello di rischio è contrassegnato come ‘alto’ si estende a tutta la Regione, esclusi solamente i lavoratori impiegati in attività di pubblica utilità, protezione civile, salvaguardia della pubblica utilità.

Escluse dall’ordinanza anche le pubbliche amministrazioni, i concessionari di pubblici servizi e i loro appaltatori quando eseguano interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia della pubblica incolumità, ferma restando l’adozione di idonee misure organizzative per ridurre, a un livello accettabile, il rischio di esposizione alle alte temperature dei lavoratori.

Le iniziative della Regione Calabria

Molto simile l’ordinanza promulgata dalla Regione Calabria, firmata il 10 giugno scorso dal Presidente. Anche in questo caso il documento prevede il divieto di svolgere attività lavorative in condizioni di esposizione prolungata al sole, nella medesima fascia oraria, compresa tra le ore 12:30 e le ore 16:00, ed è valida sull’intero territorio regionale. Obiettivo specifico del provvedimento, anche in questo caso, focalizzare la tutela sulle fasce più deboli ed i lavoratori più fragili ed esposti, in particolare i settori agricolo, florovivaistico e dei cantieri edili e affini.

In Calabria il divieto resterà in vigore fino al 31 agosto 2025, ed anche in questo caso sarà attivo soltanto nei giorni in cui le mappe del portale Worklimate — sviluppate da INAIL e CNR — segnaleranno un livello di rischio “ALTO” per i lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa.

Forse si muoverà anche l’Emilia Romagna

Sembra che entro fine giugno una ordinanza simile dovrebbe arrivare anche in Emilia Romagna, dove già a inizio settimana i sindacati dei lavoratori edili hanno richiesto misure di tutela urgenti da estendere anche ai settori della logistica e nell’agricoltura, pronta la replica dell’assessore Regionale Che ha promesso l’arrivo della normativa “entro fine giugno”.

La commissione europea dell’OMS su Clima e Salute

Intanto, l’Oms Europa – Organizzazione Mondiale per la Sanità- ha lanciato proprio in queste ore l’Istituzione di una Commissione Pan-Europea su Clima e Salute, un’iniziativa che mira a trasformare le politiche sanitarie per affrontare le minacce ambientali più gravi. Un gruppo di lavoro e di studio formato da 11 commissari di alto livello, scienziati ed esperti, che avranno il compito di formulare proposte pratiche, sostenibili e applicabili per rendere i sistemi sanitari più resilienti al cambiamento climatico. Si stima che nel biennio 2022-2023, circa 100mila persone siano morte a causa del caldo in 35 Paesi europei, un numero scioccante che mostra come la crisi climatica sia sempre più anche una crisi sanitaria e umanitaria.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Richiedi prestito online

Procedura celere