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Cirielli (FdI): “Il Piano Mattei è la risposta italiana alle sfide globali dell’energia e della sicurezza alimentare”


(AGENPARL) – Roma, 12 Giugno 2025

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(AGENPARL) – Thu 12 June 2025 *Cirielli (FdI): “Il Piano Mattei è la risposta italiana alle sfide globali
dell’energia e della sicurezza alimentare”*
*Lupi (Nm): “La geopolitica non è un’opzione, ma il pilastro della crescita
economica europea”*
*A Roma l’evento di Forbes Italia 2035 “Strategie per un futuro di crescita
e stabilità”*
“Nel momento in cui esistono tensioni e conflitti è chiaro che il libero
commercio ne risente così come l’approvvigionamento delle risorse, delle
materie prime soprattutto sul piano energetico ma anche sulla sovranità
alimentare. L’Italia ha reagito in maniera decisa con una politica estera
molto più intraprendente rivolta non soltanto ai tradizionali partener come
l’Europa e gli Stati Uniti ma a tutto campo. Iniziando con il Piano Mattei
che è stata una grande offensiva che mira allo sviluppo dell’Africa e a
farne un grande mercato ma allo stesso tempo anche una fonte sicura e
vicina di approvvigionamento quindi sulla catena del valore la cosiddetta
filiera corta. Contemporaneamente si punta a nuovi mercati importanti come
quelli dell’Asia Centrale passando per il Caucaso determinanti per il
nostro approvvigionamento energetico, si è inoltre rilanciato il rapporto
economico con la Cina. La tensione internazionale è foriera di rischi e
cambiamenti anche con la nuova profilazione degli Stati Uniti che vuole
resettare i suoi rapporti economici con il mondo per rispondere alla sfida
della competizione globale pone interrogativi anche dal nostro punto di
vista ma l’Unione europea deve affrontarla nello spirito del Rapporto
Draghi facendo crescere la domanda interna e riducendo le barriere
artificiali come la burocratizzazione cha ha provocato dazi ben superiori a
quelli che gli Stati Uniti minacciano”. Lo ha dichiarato *Edmondo Cirielli*,
Viceministro degli Affari Esteri, che intervenuto nel corso della tavola
rotonda “Geopolitica, Economia internazionale”, che si è svolta a Roma,
nell’ambito di Forbes Italia 2035 “Strategie per un futuro di crescita e
stabilità”, nella sala Trilussa della Cassa di previdenza dei Geometri,
presieduta da *Diego Buono*.
“Alcide De Gasperi settanta anni fa diceva che la politica estera era il
pilastro fondamentale per lo sviluppo economico di un paese. Dopo tanti
anni – ha evidenziato *Maurizio Lupi*, presidente del Gruppo ‘Noi Moderati’
a Montecitorio -, ci siamo drammaticamente accorti che quanto De Gasperi
prevedeva è una realtà. Abbiamo capito che, se scoppia un conflitto nel
cuore dell’Europa ci riguarda non solo dal punto di vista della difesa ma
anche dal punto di vista del bene comune, dell’economia, l’aumento dei
costi delle materie prime incide anche sui bilanci delle famiglie. Lo
scontro che è esistito tra America e Cina non era fatto di ideali ma se
agli Stati Uniti mancano le materie prime per investire in tecnologia,
cybersecurity e infrastrutture avanzate questo rischia di frenare lo
sviluppo e la posizione geografica. Se Trump vuole conquistare la
Groenlandia non è per il gioco del Risiko ma perché con il cambiamento
climatico se si disgela quella tratta diventerà la tratta strategica del
commercio mondiale e cambierà gli assetti di tutti. Abbiamo compreso come
la logistica e l’intermodalità siano diventati assi fondanti. Oggi più che
mai la sfida geopolitica determina la crescita o la decrescita di un paese
e il benessere di una comunità. Non possiamo giocare da soli questa sfida
perché l’Italia è piccolissima, la possiamo giocare da protagonisti in
un’Europa che deve recuperare la sua funzione per il bene comune e una
difesa comune”.
Secondo *Massimo Garavaglia*, presidente Commissione Finanze al Senato: “Le
catene del valore hanno iniziato a modificarsi già in epoca Covid. Oggi
accade che la politica commerciale di Trump sta determinando la fine della
globalizzazione così com’era intesa e si va verso un nuovo ordine
mondiale. Sicuramente non c’è più il G7, oggi abbiamo un G4 formato da
Cina, Usa, l’India e i paesi Brics e il quarto protagonista è formato dalle
grandi multinazionali hi-tech. Come volevasi dimostrare oggi Usa e Cina
hanno trovato un accordo tra loro, all’interno del G4. L’Europa è fuori, si
è autoesclusa perché noi siamo campioni del mondo in una sola cosa: la
burocrazia. Finché l’UE non capisce che il suo ruolo non è produrre carta
ma fare pil siamo tagliati fuori. Esiste un tema di competitività. L’Europa
è una cosa con attori globali importanti, l’UE è un foglio enorme di excel
che non riesce mai a prendere una decisione. Per tornare a essere
competitivi dobbiamo cancellare tutta la burocrazia. In Italia dobbiamo
sostenere la nostra forza, le pmi, dobbiamo solo lasciarle lavorare in pace
eliminando tutti i lacci e lacciuoli che arrivano dall’Europa”.
Sul ruolo dell’Italia in Europa si è soffermato *Marco Osnato*, numero uno
della Commissione Finanze alla Camera: “Viviamo un disordine globale ci
sono potenze ormai stabilizzate come la Cina e l’India, ci sono i paesi del
Brics che sono sicuramente molto incombenti sullo scenario internazionale,
gli Stati Uniti che fanno discutere con il tema dei dazi e un grande
assente che ha l’occasione di diventare di nuovo protagonista che è
l’Europa e all’interno di essa ovviamente l’Italia. Bisogna cercare di
superare una sorta di supponenza psicologica dell’Europa, quella di
ritenere ciò che si decide a Bruxelles valido per tutto il mondo ormai
variegato e spezzettato. Bisogna ragionare creando una massa critica molto
forte e riuscire a tornare protagonisti dal punto di vista economico e
sociale. Per fare questo bisogna abbandonare le bandiere ideologiche una su
tutte il Green Deal rafforzando il mercato dei capitali rafforzando anche
un’identità fiscale che non crei una sorta di damping interno all’Europa
stessa. In tutto questo l’Italia mantiene una solidità economica rilevante
riconosciuta dalle agenzie di rating e anche la nostra produzione regge
meglio di altre”.
Lo scenario globale è stato illustrato da *Renato Loiero*, consigliere del
Presidente del Consiglio dei ministri: “Viviamo una fase di transizione
globale particolarmente pericolosa. Le transizioni green e quella digitale
si accompagnano con le tensioni della transizione per così dire politica
connesse alle mosse protezionistiche dell’amministrazione Trump. Eravamo
abituati a un mercato tendenzialmente liberista, un G7 al centro dell’agorà
mondiale con gli Usa al centro con il dollaro unica valuta per gli scambi
internazionali. Oggi l’Italia, come l’Europa, deve confrontarsi con diverse
autocrazie spesso a capitalismo di stato, al G7 si è aggiunto il patto dei
paesi Brics, gli Usa sono sempre più attentati nella loro supremazia dalla
Cina che vanta diversi monopoli come, ad esempio, quello delle terre rare.
Le trattative per la revisione dei dazi vedono al centro proprio questo
tema. Uno scenario complesso e molto pericoloso nel quale l’Italia cerca di
ritagliarsi un ruolo all’interno dell’Europa. Fino agli inizi di luglio non
conosceremo tuttavia gli esiti e gli effetti di questa trattativa”.
Nel suo intervento *Gennaro Sangiuliano*, corrispondente della Rai da
Parigi, ha tracciato il profilo dei protagonisti di questa fase storica:
“Il 900 è davvero finito, con le sue contrapposizioni storiche dove due
modelli ideologici, il liberal capitalismo e il comunismo, si sono
confrontati per decenni. E siamo entrati in un’epoca nuova, multipolare,
dove il vero antagonista dell’occidente è la Cina con il suo modello
assolutistico. Xi Jin Ping è l’uomo più potente al mondo perché riassume il
potere di Presidente della Repubblica, Segretario del partito e anche il
comandante delle forze armate. Governa una nazione che si avvia a diventare
potenza tecnologica oltre che manifatturiera. Trump si è posto come leader
che vuole riscattare il declino occidentale. I decenni che verranno saranno
segnati da questo confronto. L’Europa è un gigante culturale ma un nano
politico perché ha delegato per decenni la propria sicurezza agli Usa.
Questo quadro non è più sostenibile. L’Europa deve riappropriarsi della
guida del proprio destino. L’accordo tra Usa e Cina dà ragione a Trump
perché ha visto la sua tattica prevalere, quella di trattare il prezzo più
alto per poi mediare”.
Per *Marco Rago*, consigliere per la diplomazia economica del Ministero
degli Esteri: “I due conflitti armati in Ucraina e a Gaza stanno
influenzando moltissimo la catena di valori che le imprese sono destinate
ad analizzare per calcolare il rischio geopolitico dell’area. Un rischio
che aumenta e influenza anche l’export. Il governo è impegnato già da tempo
a introdurre una serie di misure nuove di sostegno alle aziende italiane
che vogliono internazionalizzare il loro business. Lo facciamo attraverso i
tre pilastri Ice, Simest e Sace. La Simest ha messo a punto misure speciali
per i Balcani e per l’Africa all’interno del Piano Mattei e da poco anche
in America latina. Misure di premialità che consentono alle imprese di
affrontare nuovi mercati con rinnovato slancio. Grandi sostegni per piccole
e medie imprese che stanno registrando già un grande successo. L’UE è
impegnata a trovare quell’equilibrio che tutto il sistema economico chiede.
Il negoziato con gli Usa volto a normalizzare la situazione ne è una prova.
Ma esistono anche altri mercati, ad esempio il Mercosur, nel quale l’UE ha
trovato un dialogo che porterà vantaggi per tutte le imprese europee”.
*Francesco Sciaudone*, managing partner Grimaldi Alliance ha sostenuto che
“la numerosità delle regole rilevanti per poter continuare nello
svolgimento dell’attività economica delle imprese italiane che sono le
principali esportatrici al mondo non a caso siamo quarti nella classifica
delle esportazioni internazionali sono un tema assai delicato. Occorre
sapere che non ci sarà a breve uno scenario di ritorno alla normalità ma
che questa situazione di tensione nel mondo legata alla crisi geopolitica,
alle sanzioni, ai dazi e quindi alle difficoltà nel mondo del trade sarà
una situazione che durerà ancora molto tempo. Le imprese possono solamente
attrezzarsi anche con il supporto di realtà professionali presenti in
questi numerosi mercati nei quali sono chiamati ad operare per mitigare il
rischio e rendere sostenibile la prosecuzione della loro attività economica
sapendo che non è qualcosa che potrà scomparire nei prossimi giorni”.



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