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Data center, in arrivo un pacchetto Ue per l’efficienza energetica


L’Unione europea sta preparando una serie di misure per ridurre il fabbisogno energetico dei data center. Lo ha annunciato il commissario europeo per l’Energia Dan Jørgensen intervenendo ieri a una conferenza a Bruxelles. “Proporrò un pacchetto per l’efficienza energetica dei data center”, ha detto Jørgensen, che non ha però fornito dettagli sulle misure né una tempistica per la loro attuazione.

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L’iniziativa riflette la crescente preoccupazione per l’impatto ambientale delle infrastrutture dati, e per l’accelerazione della domanda energetica dovuta alla proliferazione di sistemi di AI, dei servizi di cloud computing e, più in generale, dei progetti di connettività digitale.

Secondo le stime attuali, i data center consumano già circa il 3% dell’elettricità totale nell’Unione europea. Si prevede che questa cifra aumenterà notevolmente nei prossimi anni con l’aumento delle applicazioni di intelligenza artificiale e con l’intensificarsi degli sforzi di digitalizzazione da parte degli Stati membri, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Un momento critico per la politica energetica dell’Ue

Il piano della Commissione segna la prosecuzione di un impegno più ampio per il miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni nei settori ad alto consumo, in linea con il Green Deal e gli obiettivi climatici per il 2030. Le prestazioni energetiche dei data center sono state oggetto di un esame più approfondito, in particolare nell’Europa settentrionale e occidentale, dove si sono sviluppati cluster di tali strutture attorno ai principali centri urbani e tecnologici.

Mentre finora gli sforzi politici si sono concentrati sul miglioramento degli standard edilizi e dei processi industriali, il pacchetto proposto dovrebbe evidenziare una svolta verso la regolamentazione dell’infrastruttura digitale alla base dell’economia europea.

Negli ultimi anni, diversi Stati membri, tra cui Paesi Bassi, Irlanda e Germania, hanno espresso preoccupazione per il carico che i data center esercitano sulle reti elettriche locali, spesso inducendo restrizioni o moratorie temporanee sui nuovi progetti. Ciò ha alimentato le richieste di una strategia più coerente a livello comunitario per la gestione delle infrastrutture digitali ad alta intensità energetica.

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I fattori che determinano l’aumento dei consumi energetici

Come accennato, tra i fattori primari alla base del rinnovato interesse dell’Ue per questo settore è la forte crescita dell’informatica correlata all’AI. L’addestramento di modelli linguistici di grandi dimensioni e il funzionamento di sistemi di intelligenza artificiale generici richiedono una notevole potenza di calcolo, spesso ospitata in data center iperscalabili in funzione continua.

Questa crescita è stata accompagnata da nuove sfide, soprattutto in termini di requisiti di raffreddamento, contenimento delle emissioni di carbonio e resilienza dell’approvvigionamento elettrico, in particolare durante i periodi di picco della domanda o nelle regioni con una capacità di generazione di energia rinnovabile limitata.

Sebbene l’Ue abbia investito molto nella ricerca sull’AI e cerchi di posizionarsi come leader globale nello sviluppo di una tecnologia affidabile, i funzionari non possono fare a meno di riconoscere i compromessi ambientali impliciti nella scalabilità di queste soluzioni.

E il mercato prova a giocare d’anticipo

Nel breve annuncio del commissario Jørgensen non è stato nemmeno specificato se le misure proposte assumeranno la forma di regolamenti vincolanti, standard prestazionali rivisti o incentivi per l’adozione di buone pratiche. Tuttavia, è probabile che l’iniziativa implichi la collaborazione con le autorità di regolamentazione nazionali, i fornitori di energia e le grandi aziende tecnologiche che gestiscono infrastrutture dati in tutta Europa.

I gruppi del settore, tra cui l’Associazione europea dei data center (Eudca), hanno già sostenuto la necessità di linee guida chiare e armonizzate, sostenendo che la frammentazione delle norme nazionali crea difficoltà di conformità e inefficienze.

Alcuni operatori si sono impegnati volontariamente a raggiungere obiettivi di sostenibilità, tra cui l’uso di fonti di energia elettrica a basse emissioni di carbonio, tecnologie di raffreddamento avanzate e sistemi di riutilizzo dell’energia. Tuttavia, gli analisti suggeriscono che, in assenza di standard coerenti a livello UE, gli sforzi potrebbero rimanere disomogenei e di portata limitata.

L’allineamento con le agende (digitale e climatica) dell’Ue

Il prossimo pacchetto potrebbe essere inquadrato nel contesto della duplice transizione digitale e verde dell’Ue, che mira a promuovere l’innovazione tecnologica riducendo al contempo l’impatto ambientale. È anche possibile che sia integrato con il più ampio lavoro della Commissione sulla direttiva sull’efficienza energetica e sugli obiettivi strategici del Decennio Digitale.

La Commissione, del resto, ha precedentemente delineato una visione per data center climaticamente neutri e ad alta efficienza energetica entro il 2030, nell’ambito dell’iniziativa Digital Compass dell’Ue.

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