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«È una stangata». Si punta alla deroga


TREVISO – La misura anti-smog che dal primo ottobre bloccherà anche i veicoli diesel Euro 5 spaventa le imprese. Vuol dire fermare altri 11.300 autocarri nella Marca. Per un totale di oltre 50mila che di fatto non potranno muoversi, sommando anche le categorie inferiori. Cioè due terzi di quelli usati nel trevigiano per lavorare. E, in particolare, 40mila furgoni impegnati in trasporti, consegne interventi tecnici e cantieri. Insomma, l’apprensione non riguarda solo le 70mila auto Euro 5 che circolano in provincia (immatricolate tra il 2009 e il 2015), escluse dai precedenti provvedimenti. «C’è il rischio di stangata per migliaia di imprese», è l’allarme lanciato dalla Confartigianato di Treviso. «Per molti artigiani il mezzo è una vera e propria officina mobile – spiega il presidente Armando Sartori – bloccarlo significa rallentare il lavoro, aumentare i costi e ridurre la competitività». «Servono misure flessibili e incentivi reali per evitare il fermo di mezzi essenziali al lavoro quotidiano – continua – siamo sostenitori della transizione ecologica, purché sia sostenibile. Chiediamo attenzione per chi ogni giorno tiene in piedi l’economia».

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GLI AUMENTI

Anche Federcarrozzieri non nasconde la preoccupazione. «La misura porterà a un effetto tsunami su mercato automotive – avvertono dall’associazione, guidata dal presidente Davide Galli – i prezzi dell’usato schizzeranno alle stelle. E ci saranno rincari anche per auto nuove. La Regione vari degli incentivi per l’acquisto di vetture ecologiche o sarà caos». Non è un tema da poco se si pensa che in Italia, come rivela la stessa Federcarrozzieri, il prezzo medio di un’auto è già passato da una media di 21mila euro del 2019 a 29.300 euro nel 2024 (+39,5%). La Regione ha sottolineato che la misura è figlia di una norma dello Stato. Ed è già stata aperta una discussione con il governo per arrivare a delle alternative. Anche l’Aci di Treviso ha chiesto di approfondire. C’è in ballo una deroga. Ma per ora non è stata confermata. «Confidiamo nella deroga richiesta al governo – dice Gianluigi Buosi, presidente gruppo autoriparazione – devono essere considerate le difficoltà di imprese e famiglie».

IL DIVIETO

Lo stop ai veicoli diesel Euro 5 è stato previsto nei giorni feriali, dalle 8.30 alle 18.30 nei comuni con più di 30mila abitanti e nelle zone classificate come agglomerati. Nella Marca saranno off limits 16 paesi: Treviso, Conegliano, Castelfranco, Montebelluna, Mogliano, Paese, Villorba, Quinto, Silea, Preganziol, Roncade, Casale, Ponzano, Zero Branco, Casier e Carbonera. La misura anti-smog per le auto Euro 5 scatterà da subito, anche senza allerte per l’inquinamento dell’aria. Ma è destinata a ripercuotersi direttamente anche nel mondo del lavoro perché con il primo livello di allerta (arancio) si applicherà pure ai veicoli commerciali diesel Euro 5 delle categorie N1 (piccoli furgoni, van aziendali, pick-up), N2 (camion medi, furgoni) ed N3 (autocarri pesanti).

LE RICHIESTE

«L’impatto economico rischia di essere significativo – specifica Buosi – le alternative per imprese e automobilisti sono limitate: acquistare un veicolo Euro 6, anche usato, accedere al leasing o aderire al sistema MoVe-In, che consente una circolazione limitata tramite scatola nera (da installare in una officina autorizzata, ndr) e tetto chilometrico, misura che in Veneto non si applica comunque in caso di allerta arancione o rossa». Questa ultima soluzione, però, è prevista solo in 8 comuni: Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto, Susegana, Trevignano, Preganziol, Ponzano e Carbonera. «I limiti imposti anche ai veicoli Euro 5 rappresentano una spada di Damocle – conclude Sartori – per evitare un fermo forzato di attività fondamentali per la vita delle città chiediamo tempistiche più flessibili e una graduale introduzione del divieto, con fasce orarie adattate alle esigenze lavorative; incentivi certi per la sostituzione dei mezzi, anche con veicoli usati Euro 6 o ibridi; esenzioni per categorie essenziali, come manutentori, impiantisti, trasportatori di materiali da cantiere».

Mauro Favaro

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