Bonus edilizi, dal 2020 al 2023 spesi 70 miliardi al netto del Superbonus e del Bonus Facciate sulla cifra totale di 116 miliardi di euro. Le due misure non hanno inciso in maniera significativa nell’incentivare le ristrutturazioni edilizie. Dubbi, quindi, sul rapporto costi-benefici derivante dalle due misure.
L’analisi del Dipartimento del Tesoro
È questa la conclusione a cui giunge l’analisi economico-finanziaria contenuta nel Working Papers di giugno e rilasciato dal Dipartimento del Tesoro del Mef nel quale sono stati approfonditi gli effetti degli incentivi in materia di ristrutturazioni edilizie.
La misura che più è stata messa sotto la lente di ingrandimento dal documento è il Superbonus 110%, introdotto con il Decreto Legge n. 34/2020, il cosiddetto Decreto Rilancio, poco dopo la prima ondata della pandemia di Covid-19, nel maggio 2020. I relativi decreti attuativi sono stati emanati all’inizio di agosto 2020. Tra le altre misure di emergenza, l’art.119 del Decreto ha stabilito un credito d’imposta del 110% sulle spese per migliorare l’efficienza energetica degli edifici residenziali e le loro caratteristiche antisismiche. La misura concedeva un credito d’imposta fino al 110% del costo dell’intervento da incassare in cinque anni e la possibilità di trasferire il credito d’imposta a terzi.
Come si evince dai dati della Camera dei Deputati 2024, entro la fine di dicembre 2023, il costo lordo della misura è stato quantificato in 160,2 miliardi di euro, risultando la singola misura fiscale più costosa introdotta dopo la pandemia.
Invece, il Bonus Facciate introdotto poco prima della pandemia consisteva in un credito d’imposta da dividere in 10 rate annuali, pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 e 2021, e al 60% delle spese sostenute nel 2022, per il rifacimento e la riparazione esterna degli edifici. Al verificarsi della crisi pandemica, anche a questo schema di incentivi è stata concessa la possibilità di trasferire il credito d’imposta a terzi. Il costo lordo della misura è stato quantificato in 25,7 miliardi.
Il Superbonus e il Bonus Facciate hanno mobilitato congiuntamente circa 116 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel periodo 2020-2023, a fronte di un utilizzo totale di circa 186 miliardi di euro (vicino al 9% del PIL). Il working paper del Mef sottolinea che “quasi 70 miliardi di euro della spesa relativa agli investimenti sovvenzionati sarebbe stata comunque effettuata anche senza il Superbonus e il Bonus Facciate, grazie anche a incentivi preesistenti e meno generosi, come l’incentivo fiscale del 50% per le ristrutturazioni abitative (Bonus Casa) e l’incentivo del 50%-85% per gli interventi di efficienza energetica (Ecobonus)”.
Dubbi sulla convenienza economica
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L’elaborazione del working paper del Dipartimento del Tesoro riporta che “gli incentivi hanno generato un significativo ammontare di investimenti aggiuntivi nell’edilizia residenziale, circa 116 miliardi di euro, che non si sarebbero verificati altrimenti. Questo ha fornito un significativo stimolo all’economia italiana dopo la recessione indotta dalla pandemia. Tuttavia, si stima che circa 70 miliardi di euro relativi agli investimenti sovvenzionati sarebbero stati comunque spesi, grazie anche a incentivi preesistenti e meno generosi. Questa scoperta solleva seri dubbi sulla convenienza economica degli incentivi e sulle loro implicazioni in termini di impatti distributivi ed equità.”
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