Un nuovo fronte si apre sul tema delle bollette elettriche: l’Associazione Energia per Tutti (AEPT) ha lanciato un referendum popolare abrogativo per cancellare gli oneri generali di sistema (Ogs) dalle fatture dell’energia elettrica.
L’iniziativa mira a eliminare quella voce di costo “nascosta” che pesa sulle bollette di famiglie e imprese italiane, considerata dall’associazione un onere ingiusto e opaco. La proposta referendaria punta infatti ad abrogare il comma 11 dell’articolo 3 del Decreto Legislativo 79/1999 (decreto Bersani), la norma che consente all’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) di includere una quota di oneri generali di sistema nelle tariffe a carico dei clienti finali.
In caso di successo, questi costi extra non verrebbero più trasferiti sulle bollette dei cittadini, senza peraltro sparire del tutto: con ogni probabilità, verrebbero spostati sulla fiscalità generale. Per poter arrivare al voto popolare, il comitato promotore dovrà raccogliere almeno 500mila firme di elettori in tutta Italia, dopo il via libera formale già ottenuto dalla Corte di Cassazione lo scorso marzo. L’AEPT denuncia da tempo il peso e la scarsa trasparenza di questi oneri aggiuntivi e chiede “una battaglia di trasparenza, giustizia fiscale e buon senso”, affinché l’energia torni a essere pagata solo per ciò che si consuma.
Bollette elettriche: 175 miliardi di euro pagati dai cittadini per oneri nascosti
Secondo i promotori, gli oneri generali di sistema rappresentano un fardello economico rilevante che negli anni ha gravato in maniera crescente sulle bollette degli italiani. In una nota, l’AEPT sottolinea che questa componente ha comportato un esborso complessivo di oltre 175 miliardi di euro a carico dei consumatori negli ultimi anni. In certi periodi, prima ancora della crisi energetica del 2022, gli Ogs hanno inciso fino al 50% dell’importo totale in bolletta. Si tratta di costi fissi aggiunti ai consumi effettivi: mediamente pesano tra il 20% e il 25% di una bolletta elettrica tipo, mentre per le imprese più piccole e le utenze non domestiche la percentuale può superare il 30%. Su questi importi si applica anche l’IVA, aggravando ulteriormente la spesa pur trattandosi di voci “che nulla hanno a che vedere con il reale consumo di energia”.
L’associazione definisce gli oneri di sistema “costi occulti” caricati in bolletta e denuncia l’iniquità del meccanismo.
Cosa sono gli oneri generali di sistema e quanto pesano sulle bollette
Il dibattito sugli oneri di sistema non è nuovo e negli anni ha visto interventi anche sul piano legale e istituzionale. Pronunciamenti della Suprema Corte di Cassazione e successive novità legislative hanno già affrontato la questione, evidenziando profili di criticità. Come ricordato da vari esperti del settore, Consiglio di Stato, Corte di Cassazione, Corte dei Conti e perfino la Corte di Giustizia UE si sono espressi nel tempo sul tema, così come una legge del Parlamento nel 2021: l’indicazione comune è che gli oneri generali non dovrebbero rientrare tra i costi effettivi del servizio elettrico addebitati ai consumatori. Si tratta infatti di somme destinate a finalità di interesse generale, la cui natura parafiscale ha alimentato i dubbi sulla correttezza di inserirle in bolletta.
Su questo fronte, l’AEPT segnala anche i risultati di un’analisi legale condotta dallo studio Consulcesi & Partners, che mette in luce la “totale assenza di tutela” per il consumatore riguardo a tali addebiti mensili. In altre parole, gli utenti pagano ogni mese questi importi ignari e privi di strumenti di difesa, un aspetto che potrebbe assumere rilievo non da poco in un’ottica di eventuali rimborsi o azioni risarcitorie future. Proprio l’assenza di trasparenza e di protezione per i cittadini contribuisce, secondo i promotori, a rendere iniquo l’attuale sistema di finanziamento degli oneri tramite le bollette.
Da qui la scelta di interpellare direttamente gli italiani con un referendum, nella speranza di correggere quella che viene definita una stortura del mercato energetico.
L’iniziativa parte da Terni: il 13 giugno la Prima Giornata delle Imprese e dei Cittadini
Il percorso di mobilitazione promosso da AEPT parte ufficialmente venerdì 13 giugno a Terni, in occasione della “Prima Giornata delle Imprese e dei Cittadini”. Presso la Sala Convegni di Confapi è in programma un evento pubblico per presentare il referendum e i suoi obiettivi, dando voce a cittadini, imprenditori e associazioni interessate. Sarà un momento di confronto aperto, con la partecipazione anche di esperti: sono attesi giuristi, economisti e figure istituzionali. Tra gli ospiti annunciati figurano l’eurodeputato Roberto Vannacci – generale dell’Esercito e vicepresidente della Commissione energia al Parlamento europeo – e Carlo De Masi, presidente dell’associazione dei consumatori Adiconsum.
Nel corso dell’evento, Daniele Galli e gli altri promotori illustreranno le ragioni del referendum agli intervenuti, spiegando come la mobilitazione nazionale intenda procedere nelle prossime settimane. L’obiettivo dichiarato è di cancellare definitivamente gli oneri generali di sistema tramite la consultazione popolare, in nome di una maggiore trasparenza e equità nel campo dell’energia. “Chiediamo che l’energia torni a essere pagata per ciò che si consuma. Basta usare le bollette per finanziare voci estranee, salvataggi aziendali e costi occulti”, recita l’appello lanciato da AEPT.
In Umbria, con la tappa di Terni, prende dunque il via una campagna che potrebbe portare – se le firme necessarie verranno raccolte – a coinvolgere gli elettori di tutta Italia su una questione cruciale per il portafoglio di famiglie e imprese.
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