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Il Consiglio dei Ministri approva decreto fiscale 2025: le novità


Un decreto con un pacchetto  di interventi urgenti in ambito fiscale per il 2025 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri su iniziativa della premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. 

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Con questo intervento, il governo vorrebbe alleggerire gli oneri burocratici per professionisti e imprese, promuovere la trasparenza nelle dichiarazioni fiscali e rendere il sistema tributario più coerente con i principi di competitività e semplificazione. Restano ora da verificare i tempi di conversione in legge del decreto e gli eventuali correttivi che potranno essere introdotti durante l’iter parlamentare.

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto fiscale 2025: ecco le novità

Il provvedimento, presentato sotto forma di decreto-legge, punta a semplificare le regole per professionisti, imprese e contribuenti forfetari, intervenendo su una molteplicità di ambiti: dalla deducibilità delle spese dei lavoratori autonomi, ai criteri per determinare il reddito d’impresa, fino a modifiche sul fronte IVA e al superamento di vincoli europei per il Terzo Settore.

Deducibilità delle spese estere per autonomi: arriva l’ok anche senza tracciabilità

Una delle novità più rilevanti riguarda le agevolazioni per i liberi professionisti. Il decreto introduce infatti una maggiore flessibilità nella gestione delle spese sostenute all’estero per motivi lavorativi. In particolare, saranno deducibili dal reddito anche i costi relativi a viaggi, pasti e pernottamenti pagati con strumenti non tracciabili. Si tratta di una misura che equipara in parte le condizioni previste per i professionisti a quelle già applicate alle imprese.

Diverso, invece, il discorso per le spese di rappresentanza: in questo caso, la deducibilità resta subordinata all’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili, a prescindere dal luogo in cui viene effettuata la spesa.

Redditi da attività artistiche e professionali: chiarimenti su plusvalenze e proventi finanziari

Il decreto fa inoltre luce su alcune questioni interpretative relative al trattamento fiscale dei redditi da lavoro autonomo per l’anno d’imposta 2024. Due i chiarimenti principali: da un lato, le plusvalenze derivanti dalla vendita a titolo oneroso di quote in società o associazioni che svolgono attività artistiche o professionali – comprese le STP – verranno inquadrate come “redditi diversi”, anziché come proventi da lavoro autonomo.

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Dall’altro, gli interessi e gli utili finanziari percepiti nell’esercizio di un’attività professionale si consideranno redditi di capitale. Una distinzione importante che incide sia sul carico fiscale sia sulle modalità di dichiarazione.

Imprese: semplificazioni su deduzioni, perdite e regimi opzionali

Il provvedimento si occupa anche del comparto imprenditoriale, introducendo snellimenti in diversi ambiti. Si semplifica, ad esempio, il calcolo del riporto delle perdite fiscali, elemento centrale per la pianificazione tributaria delle aziende. Un’altra misura rilevante riguarda la deduzione potenziata del costo del lavoro per chi assume: il nuovo meccanismo elimina il vincolo riferito alle società collegate, rendendo più diretta l’applicazione del principio “più occupazione, meno tasse”.

Novità anche sul fronte del regime delle società estere controllate (le cosiddette CFC): il decreto interviene sia sulle modalità di calcolo dell’imposta minima prevista dal secondo pilastro dell’OCSE (Pillar 2), sia su quelle relative al regime opzionale introdotto con la recente riforma fiscale.

IVA: stretta sullo split payment per le società quotate, estensione alla logistica

Sul versante dell’imposta sul valore aggiunto, cambia la disciplina del meccanismo dello split payment. A partire dal 1° luglio 2025, cesserà l’obbligo di applicare questo sistema alle operazioni effettuate con le società quotate nell’indice FTSE-MIB, in seguito alla scadenza dell’autorizzazione concessa dall’Unione Europea.

In parallelo, il decreto estende però l’ambito di applicazione dello split payment al comparto della logistica, includendo anche il trasporto tra le attività soggette alla scissione dei pagamenti.

Slittano le scadenze fiscali per autonomi e forfetari

Un’altra misura di immediato impatto riguarda i termini per i versamenti delle imposte. Per l’anno fiscale 2025, i soggetti che applicano gli ISA (Indici sintetici di affidabilità) e coloro che operano in regime forfetario potranno contare su un rinvio dei termini per il versamento del primo acconto 2025 e del saldo relativo al 2024. Invece del 30 giugno, la nuova scadenza sarà fissata al 21 luglio, con possibilità di ulteriore slittamento al 20 agosto, in questo caso con una maggiorazione dello 0,4%.

Terzo Settore: via il vincolo di autorizzazione UE sulle agevolazioni fiscali

Infine, il decreto recepisce una comfort letter della Direzione Concorrenza della Commissione europea, che ha stabilito la non selettività – e quindi la compatibilità con le norme sugli aiuti statali – delle misure fiscali applicate al Terzo Settore e alle imprese sociali. In base a questa valutazione, si elimina il requisito dell’autorizzazione europea per l’applicazione del regime fiscale agevolato. Le nuove regole entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2026.



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