Streparava (Confindustria Brescia): «Serve coraggio per un’industria che cambi e cresca. Basta oneri e ideologia green»

Paolo Streparava inaugura il suo mandato alla guida di Confindustria Brescia richiamando gli imprenditori alla responsabilità e al coraggio: «Cosa lasceremo ai nostri figli se non avremo il coraggio di agire per proteggere e rendere resilienti le nostre imprese?» Un esordio netto, che fotografa un contesto globale instabile, fatto di transizioni tecnologiche, tensioni geopolitiche e turbolenze economiche. «Fare impresa oggi è sfida straordinaria», sottolinea Streparava, che individua tre direttrici strategiche per il suo mandato: apertura, cambiamento e crescita.

Europa, sostenibilità e regole: “Basta regolamentifici”

Il presidente bresciano punta il dito contro un’Unione Europea che rischia di trasformare la sostenibilità in un freno burocratico, invece che in leva di competitività. «La Commissione europea deve essere un motore di innovazione, non un regolamentificio», osserva, chiedendo norme pragmatiche che non irrigidiscano l’adozione di tecnologie. Sotto accusa anche il Green Deal e la neutralità climatica al 2050: «Neutralità che non sarà raggiunta finché non sarà garantita libertà tecnologica alle imprese», ribadisce.

L’urgenza energetica e il nodo dell’elettrico

Streparava affronta il tema energetico con toni perentori. La rincorsa dei costi dell’elettricità continua a penalizzare la manifattura bresciana: «Paghiamo il 38% in più dei tedeschi, il 73% in più degli spagnoli, l’88% in più dei francesi». Chiede al Governo il disaccoppiamento dei prezzi delle fonti energetiche e un’accelerazione sullo sviluppo degli small modular reactor. Sulla transizione dell’automotive – settore che in provincia vale oltre 2,5 miliardi di fatturato e 1,7 miliardi di export – arriva la critica all’approccio UE: «Il 2035 per il bando a diesel e benzina è ideologia, serve neutralità tecnologica».

Demografia, competenze e giovani: i fronti interni

Il rallentamento demografico mina la sostenibilità del sistema produttivo: l’occupazione a Brescia tocca i 546mila occupati, ma la forza lavoro invecchia e senza correttivi potrebbe ridursi a 642mila unità entro il 2043, generando perdite fino a 90 miliardi di euro. Streparava richiama l’urgenza di politiche migratorie mirate e di formazione specialistica, con attenzione agli ITS Academy bresciani. Centrale il tema giovani: «Cercano ambienti di lavoro che promuovano creatività e senso di impatto, non solo stabilità finanziaria».

Pnrr, Pmi e l’impegno associativo

Non manca la critica alla gestione del Pnrr: «Ritardi, burocrazia, incertezza eccessiva hanno scoraggiato la partecipazione di imprese e istituzioni». Sul fronte associativo, Streparava annuncia una riorganizzazione interna di Confindustria Brescia per renderla più efficace e vicina alle esigenze delle imprese, con più servizi su digitalizzazione, formazione manageriale, ESG, risk management e crescita associativa. Centrale anche il presidio istituzionale a Roma per portare la voce del territorio nelle scelte nazionali.

Infrastrutture e visione urbana: Brescia da rafforzare

L’agenda infrastrutturale individua alcune priorità per il territorio: l’autostrada della Valtrompia, l’aeroporto di Montichiari, la Corda Molle e lo scalo merci ferroviario di Brescia. «Servono tavoli strutturati con istituzioni locali, nazionali ed europee per superare la paralisi burocratica che frena le imprese», rimarca Streparava.

Una leadership fondata sull’ascolto e sulla responsabilità

Nel finale, il neopresidente richiama i valori che hanno guidato la sua lunga esperienza associativa: «Esperienza, dedizione, umiltà di ascoltare e capacità di mettersi in discussione». Accanto a lui lavoreranno gli otto vicepresidenti Mario Bonomi, Marco Capitanio, Maria Chiara Franceschetti, Giovanni Marinoni Martin, Matteo Meroni, Elisa Torchiani, Anna Tripoli e Fabrizio Vicari. «Il nostro successo dipenderà dalla capacità di agire insieme. Solo unendo le forze possiamo costruire un’Italia migliore».