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Anche Siena riscopre se stessa. Come cambiano i centri storici. “Più prodotti locali nei negozi”


Siena, 14 giugno 2025 – Già il cambio del nome è una dichiarazione programmatica: da ’Regolamento contenente disposizioni di salvaguardia per le aree di particolare interesse del territorio comunale’ a ’Regolamento per la tutela del patrimonio culturale e delle attività del centro storico e del territorio comunale’. La giunta aveva promesso di arrivare entro giugno al varo della normativa e i tempi saranno rispettati, con il voto in programma nella seduta della prossima settimana.

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Un provvedimento atteso e nato da quelle polemiche che hanno in particolare riguardato la zona di Camollia, ma interessano in particolare tutto il centro storico. E che ponevano l’interrogativo di come tutelare le botteghe tradizionali, evitando al tempo stesso il proliferare di attività non solo avulse dal contesto, ma che si replicano con una serialità tale da far dubitare sul loro effettivo ruolo.

E il nuovo regolamento affronta il problema da vari punti di vista: dalle disposizioni per osservare il decoro alle iniziative per valorizzare i locali sfitti, dalla concessione di benefici per nuove attività alla disciplina per le botteghe storiche. Obiettivo dichiarato la “tutela, conservazione e valorizzazione” del centro storico, attraverso il “mantenimento del decoro, della fruibilità e della sicurezza dell’intero sito Unesco, interessato da flussi turistici particolarmente rilevanti, anche attuando motivate limitazioni”.

Parte di ciò che era stato previsto nel regolamento adottato dalla scorsa giunta è ampliato e precisato, ma soprattutto c’è una parte incentivante che rappresenta un’importante novità. “È soprattutto in termini di concessione di finanziamenti e benefìci per le nuove attività che l’amministrazione ha proposto una batteria di interventi senza precedenti”, ha detto il sindaco Nicoletta Fabio in consiglio comunale anticipando i contenuti del provvedimento.

Nell’articolato atto (venti pagine rispetto alle sei di quello precedente) si prevedono limitazioni per le aperture delle attività di somministrazione e alimentari soprattutto nella zona 1, la più centrale. Ma faranno eccezione, ad esempio, le attività alimentari che vendono “prodotti di filiera corta toscani” o “di alta qualità dell’eccellenza e tradizione italiana”. Tra le limitazioni, anche souvenir prodotti all’estero o “oggettistica raffigurante monumenti di altre città”. I negozi di cover di telefonini – nati in serie in Camollia – sono considerati “incompatibili” a meno che non garantiscano anche servizi di attivazione di gestori telefonici, riparazione o vendita di cellulari.

La parte completamente nuova prevede meccanismi di valorizzazione per chi insedia attività in locali sfitti, l’obbligo del “pedissequo rispetto del Piano del colore” così come quello del mantenimento del decoro anche per gli esercizi sfitti, tramite la loro pulizia e il divieto di affissione di locandine o simili.

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Previste agevolazioni tributarire per i nuovi insediamenti in determinati settori, prevedendo l’esenzione dalla Tari, dall’imposta comunale sulla pubblicità e dal diritto sulle pubbliche affissioni, l’abbattimento degli interessi tramite la Fises (replicando un’operazione già attuata con il plafond imprese alluvionate). O ancora, sarà stabilito un finanziamento una tantum a fondo perduto per attività dedite all’artigianato artistico con una premialità ulteriore destinata a chi effettua lavorazioni per i costumi del Palio. E infine è prevista la valorizzazione delle botteghe artigiane storiche con oltre cinquanta anni di attività. Un pacchetto articolato di misure che intende invertire la rotta del commercio cittadino.



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