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Tassi ancora in discesa, fare un mutuo per comprare casa costa meno ma contemporaneamente aumenta la propensione al risparmio in un clima di guerra, vera e non solo commerciale, che produce incertezza. “Le tensioni sono in diminuzione, la dinamica dei finanziamenti è in lieve miglioramento, quindi almeno per quanto riguarda il contesto italiano non c’era un elemento di particolare rischio”, commenta il vice direttore generale vicario dell’ABI, Gianfranco Torriero.

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“Quando si manifestano questi elementi di incertezza poi bisogna attivare tutta una serie di politiche, di cambiamenti che sono l’unico modo per governare le incertezze” e “ritornare a un livello di stabilità naturale che sicuramente aiuta la domanda di finanziamento, aiuta gli investimenti, aiuta l’impresa a fare scelte più tranquille. In una situazione di incertezza queste scelte non vengono effettuate o vengono rinviate e questo può incidere anche sulla dinamica delle grandezze bancarie” aggiunge guardando avanti.

Per ora con i tagli della Bce sono scesi anche i tassi sui prestiti bancari e in particolare quelli per le case che, dopo il piccolo rimbalzo del mese scorso, tornano a scendere ai livelli di inizio 2023. Nella prima parte del 2025 i tassi a breve termine si sono ulteriormente ridotti, non altrettanto per quelli a lungo termine. A maggio 2025 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,64% dal 3,77% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023; il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 3,19% dal 3,27% del mese precedente (4,42% a dicembre 2023); il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,07% dal 4,14% del mese precedente.

L’ammontare dei prestiti a imprese e famiglie infine è rimasto sostanzialmente stabile rispetto ad un anno prima (+0,3% nel mese precedente). Dal rapporto mensile Abi di giugno emerge anche che maggio è stato il mese del risparmio, sono aumentati sia gli investimenti in titoli che i depositi. La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di 121,4 miliardi tra aprile 2024 e aprile 2025; la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a maggio è cresciuta del 2,9%; solo la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è diminuita dell’1,3% rispetto ad un anno prima.

Lo evidenzia anche un rapporto della Fabi: la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane supera per la prima volta la soglia dei 6.000 miliardi di euro. Il totale dei risparmi detenuti in strumenti finanziari ha raggiunto, quota 6.030 miliardi (+4,3%). Se si considera la variazione dal periodo “pre pandemia” ovvero dal 2019, l’ammontare complessivo dei salvadanai delle famiglie è salito di 1.367 miliardi (+29,3%).

Il dato più marcato riguarda i fondi comuni di investimento, che nel 2024, rispetto ai 12 mesi precedenti, registrano un balzo del 17,6%: da 722 miliardi a quasi 850 miliardi. Bot e Btp, complice il successo delle ultime emissioni retail e il rialzo dei tassi nei mesi passati, salgono da 431 a 493 miliardi. “Il risparmio delle famiglie italiane continua a rappresentare una colonna portante del nostro sistema economico e finanziario, un’ancora sociale che richiede sempre maggiore attenzione e tutela”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

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