L’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) sul mondo dell’imprenditoria italiana sarà dirompente nei prossimi anni e rappresenta un’enorme opportunità per il Made in Italy. Ne è convinto Stefano Ruvolo, presidente nazionale di Confimprenditori, che ha aperto i lavori della prima edizione del Festival dell’Imprenditore, intitolato “Cibo e Moda Made in Italy nell’era dell’Intelligenza Artificiale”, organizzato da Confimprenditori e Supercom e in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Tra gli ospiti d’onore anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che, nonostante il difficile momento internazionale, ha voluto portare un intervento visionario sull’impatto dell’AI nel mondo imprenditoriale italiano. Crosetto ha subito sottolineato come la situazione geopolitica non abbia risparmiato il Paese, facendo riferimento all’attacco israeliano all’Iran, ma ha voluto concentrarsi sul futuro delle imprese e del lavoro. Secondo il ministro, non è ancora stato pienamente compreso il potenziale trasformativo dell’intelligenza artificiale, che porterà cambiamenti rapidi e senza precedenti, modificando radicalmente il mondo produttivo. Nei prossimi dieci anni, ha affermato, la maggior parte dei lavori verrà sostituita da robot umanoidi, e questo mutamento interesserà ogni aspetto dell’attività produttiva, così come riportato da key4biz.it.
Crosetto ha anche evidenziato il ritardo dell’Europa nello sviluppo dell’AI rispetto a Stati Uniti e Cina, sottolineando l’importanza di investimenti strategici da parte della Difesa per fornire alle imprese italiane strumenti tecnologici adeguati. Ha ribadito che il sostegno pubblico è fondamentale soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono il tessuto vitale dell’economia nazionale, ma che da sole non riescono a sostenere la transizione digitale, né in termini di investimenti né di gestione. Per il ministro è necessario un forte contributo dello Stato e delle associazioni per accompagnare questo salto storico, trasferendo conoscenze e cultura tecnologica indispensabili per affrontare la rivoluzione in atto.
In Italia le PMI rappresentano circa l’85% della forza lavoro e sono le protagoniste di un export di oltre 600 miliardi di euro, ma molte faticano ad adeguarsi all’innovazione per limiti economici e strutturali. Stefano Ruvolo ha ricordato che le piccole e medie imprese costituiscono il 99,4% delle imprese attive e danno lavoro a oltre 16 milioni di persone, in particolare nei settori dell’agroalimentare e della moda, che da soli valgono rispettivamente 65 e 100 miliardi di euro di esportazioni. “Siamo piccoli, ma sosteniamo il Paese”, ha detto Ruvolo, sottolineando come l’innovazione sia fondamentale per la crescita del sistema produttivo italiano.
Il presidente di Confimprenditori ha però evidenziato che molte PMI non riescono a investire in tecnologie avanzate e per questo servono politiche fiscali dedicate e sostegni pubblici mirati. Ha inoltre posto l’accento sulla grave difficoltà che molte imprese incontrano nel reperire personale qualificato, sottolineando l’urgenza di un cambio di passo nella formazione e nel rapporto tra scuola e lavoro, per costruire un sistema che favorisca competenze tecniche e professionali richieste dal mercato.
Ruvolo ha anche rimarcato che l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo di fare impresa, di gestire processi e di entrare nei mercati, ma ha avvertito che senza un contesto favorevole, chi non si adatta rischia di scomparire. Per questo, ha detto, “non basta parlare di innovazione: bisogna metterci nelle condizioni di innovare”.
Il ministro Crosetto ha poi sottolineato come l’AI e l’automazione possano aiutare a preservare il patrimonio di conoscenze manifatturiere italiane, spesso legato all’esperienza diretta degli imprenditori, trasformandolo in un sapere trasferibile alle macchine. In questo modo, ha spiegato, il patrimonio intellettuale e la qualità del Made in Italy potranno sopravvivere e competere a livello globale anche nel futuro più automatizzato, a patto di insegnare alle persone a usare queste nuove tecnologie.
Infine, la parlamentare Naike Gruppioni, vicepresidente dell’Ente Bilaterale 6 EBIC, ha sottolineato come i settori del cibo e della moda siano non solo eccellenze economiche, ma anche parte viva dell’identità italiana. Ha riconosciuto che l’AI può fare paura, ma ha spiegato che questa paura deriva soprattutto dalla scarsa conoscenza e che solo attraverso l’educazione e la diffusione di informazioni l’intelligenza artificiale potrà rappresentare una risorsa preziosa per il futuro del Paese.
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