Nel sistema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, il ruolo del preposto sta diventando sempre più centrale, soprattutto dopo le modifiche introdotte dalla Legge 215/2021 e dall’Accordo Stato-Regioni 2025. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Penale, Sez. IV, 14 aprile 2025, n. 14443) ha riportato l’attenzione sull’obbligo di segnalazione delle situazioni di pericolo, confermandone il valore anche ai fini della responsabilità penale.
Segnalare tempestivamente le situazioni di rischio: un dovere inderogabile
L’articolo 19 del D.Lgs. 81/2008 impone al preposto l’obbligo di segnalare tempestivamente ai superiori (datore di lavoro o dirigente) qualsiasi condizione di pericolo rilevata durante l’attività lavorativa. Questo dovere, già presente nella normativa prima del 2021, è stato rafforzato dalla Legge 215, che ha introdotto l’obbligo di interrompere l’attività in caso di pericolo grave e imminente e di attivare i vertici aziendali per l’adozione delle misure necessarie.
Il caso: la mancata segnalazione che è costata la vita a un lavoratore
Nel caso esaminato dalla Cassazione, un lavoratore è stato travolto e ucciso da un autocarro in un’area adibita a deposito materiali, non adeguatamente messa in sicurezza. La responsabilità del preposto è stata riconosciuta proprio per non aver segnalato ai superiori le criticità del sito, nonostante fosse a conoscenza della pericolosità dell’area e del tipo di operazioni in corso.
Secondo la Corte, l’obbligo del preposto non si limita alla mera vigilanza: egli ha il dovere di informare chi ha il potere di intervenire, affinché siano aggiornati il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) e le misure di prevenzione.
Una posizione di garanzia a tutela dei lavoratori
La giurisprudenza è chiara: anche in assenza di potere decisionale, il preposto ricopre una posizione di garanzia. È responsabile dell’informazione tempestiva sui pericoli, delle carenze strumentali e delle situazioni non conformi. L’omissione di questo obbligo, come nel caso analizzato, può configurare un reato grave come l’omicidio colposo.
La Corte ha respinto le difese dell’imputato secondo cui le responsabilità spettavano ai dirigenti, ribadendo che la mancata segnalazione di situazioni di rischio rappresenta una colpa autonoma e diretta del preposto.
Le responsabilità restano anche al di fuori di situazioni straordinarie
Un ulteriore precedente (Cass. Pen., Sez. IV, 2 febbraio 2016, n. 4340) ha confermato la responsabilità di un preposto che non aveva segnalato quotidiane condizioni di rischio sul cantiere, legate alla mancanza di protezioni in uno scavo. Secondo la Corte, la ripetitività della prassi non esonera dalla responsabilità: anzi, impone una vigilanza costante e il dovere di segnalare anche condizioni già note, se non sono state risolte.
Cosa devono sapere imprenditori e datori di lavoro
- L’obbligo di segnalazione del preposto è attivo in ogni fase dell’attività, anche fuori dai momenti “straordinari”.
- La nomina del preposto deve essere accompagnata da formazione mirata e da una chiara attribuzione di compiti e responsabilità.
- Le segnalazioni ricevute dai preposti devono essere documentate, gestite e tradotte in azioni concrete: aggiornamento del DVR, valutazione delle attrezzature, miglioramento delle procedure.
- La responsabilità penale può ricadere sul preposto in caso di omissioni, anche se il datore di lavoro o il dirigente non sono stati direttamente coinvolti.
La funzione di vigilanza e segnalazione del preposto rappresenta un pilastro del sistema di prevenzione. La sua azione tempestiva può evitare incidenti gravi e salvare vite. Per questo è fondamentale che le imprese ne comprendano appieno il ruolo, prevedano percorsi formativi adeguati e adottino una gestione strutturata delle segnalazioni.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link