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Parte il Pitti Uomo dell’incertezza (e della voglia di rilancio)


Grande incertezza da un lato, voglia di rilancio dall’altro. All’apertura del Pitti Uomo numero 108, alla Fortezza da Basso di Firenze, con 740 marchi – il 45% arriva dall’estero – in cerca di compratori, gli operatori della moda oscillano tra la preoccupazione per il rallentamento del mercato in atto, legato innanzitutto alla situazione geopolitica, e la consapevolezza che il settore è solido e ancora in buona salute.

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Saldo e stralcio

 

Sburlati: proroga del credito d’imposta sui campionari e creazione di nuove imprese

Interprete della prima visione è Luca Sburlati, neo presidente di Confindustria Moda, che dal palco dell’inaugurazione del salone ha ricordato come il settore moda allargato (con beauty, occhiali e gioielli) nel 2024 abbia perso circa 10 miliardi di euro, passando da un fatturato di 100 miliardi a circa 90 miliardi, un calo ancora più marcato se si considera il fattore inflazione. “Il sistema moda ora dovrebbe pedalare in gruppo, in modo più coeso di quanto abbia fatto finora”, ha detto Sburlati invocando un piano strategico a dieci anni per tutelare la filiera e proponendo tre azioni: la proroga del credito d’imposta su prototipia e campionari (su cui in passato ci sono stati dei problemi, ha detto); fare sistema tra le varie fiere e saloni; stimolare la creazione di nuove imprese, visto che nell’ultimo anno solo nel settore moda ne sono “morte” 1.500. Gli ha fatto eco il presidente della Camera di commercio di Firenze, Massimo Manetti, che ha segnalato l’apertura di un bando per contribuire a fondo perduto alle spese sostenute per la costituzione di aziende piccole e piccolissime.

L’industria della moda maschile ha ancora numeri più alti del 2019

A interpretare la visione più ottimistica è stato invece il presidente di Pitti, Antonio De Matteis, che ha messo a confronto i dati di fatturato e export dell’industria maschile della moda uomo relativi al 2019 – anno di grandi soddisfazioni precedente alla pandemia – con quelli del 2024, per dire che oggi, nonostante il calo registrato (-3,6% il fatturato, stabile l’export), i numeri sono ancora superiori a cinque anni fa. “Non è la catastrofe che sembra – ha sottolineato De Matteis – se guardiamo i numeri con più freddezza, vediamo che la moda maschile è ancora in buona salute. Deve rimboccarsi le maniche e faticare, ma può farcela”.

Zoppas: aumentare l’export puntando su alcuni Paesi

Agenzia Ice è pronta ad aiutare il settore, ha garantito il presidente Matteo Zoppas: “Il nuovo piano export del Governo – ha detto – prevede di passare dai 623 miliardi di euro di export registrati nel 2024 a 700 miliardi entro i prossimi due anni, dunque con una crescita dell’11% da realizzarsi puntando su 14 Paesi. Dobbiamo capire dove concentrarsi per il settore moda”.

Mansi, Funaro e Giani: le difficoltà saranno superate

E se il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha dipinto un futuro radioso per Pitti Uomo grazie all’arrivo, nei prossimi anni, del nuovo padiglione espositivo Bellavista e della stazione sotterranea dell’alta velocità, la sindaca di Firenze, Sara Funaro, e la presidente del Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi) che controlla Pitti Immagine, Antonella Mansi, si sono dette fiduciose che, grazie all’alta qualità delle produzioni e al ‘saper fare’, le difficoltà saranno superate.

Ora toccherà al salone, che si è aperto senza la folla degli anni d’oro e con un temporale che ha creato qualche disagio, dimostrare che si può ripartire grazie a un’offerta che stimoli gli acquisti.

Conto e carta

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