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Cartolarizzazioni, la spinta di Bruxelles per rilanciare il credito a famiglie e pmi




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La Commissione Ue (in foto Valdis Dombrovskis) ha presentato una serie di proposte per rilanciare il mercato delle cartolarizzazioni, riconoscendone il ruolo strategico per liberare capitale nelle banche e sostenere l’economia reale. L’obiettivo è duplice: da un lato, facilitare l’accesso al credito per famiglie e imprese, in particolare le piccole e medie. Dall’altro, promuovere una maggiore condivisione del rischio al di fuori del sistema bancario, realizzando finalmente il Mercato Unico dei Capitali. Tra le novità principali vi è la riduzione dei costi operativi per emittenti e investitori, anche grazie a un alleggerimento degli obblighi di trasparenza e di due diligence. Viene inoltre introdotta una maggiore proporzionalità nei requisiti patrimoniali, calibrati sul rischio effettivo delle esposizioni, in modo da evitare che le banche detengano livelli di capitale «inutilmente elevati». Un’esigenza, questa, che si fa sempre più stringente nel contesto attuale, in cui le banche europee devono competere con attori americani più snelli e flessibili.

Bruxelles riconosce che la normativa introdotta dopo la crisi del 2008 ha sì reso più sicuro il settore, ma ha anche penalizzato eccessivamente le cartolarizzazioni, scoraggiandone lo sviluppo. Oggi, solo l’1,5% del totale delle attività ponderate per il rischio delle banche Ue è legato a queste operazioni: un dato che evidenzia margini ampi per una ripresa del comparto.

Le proposte prevedono anche la semplificazione dei modelli di segnalazione e l’esenzione dalla comunicazione dettagliata per esposizioni altamente granulari e a breve termine, come i prestiti su carte di credito. Inoltre, l’Eba diventerà coordinatore permanente del comitato delle autorità Ue di vigilanza sulle cartolarizzazioni, rafforzando la coerenza del quadro normativo.

Grande attenzione è riservata alla cartolarizzazione dei prestiti alle Pmi, con l’introduzione di una soglia più flessibile per il requisito di omogeneità dei portafogli sottostanti. Basterà che almeno il 70% sia costituito da prestiti a Pmi, consentendo l’inclusione di altre esposizioni senza perdere lo status di operazione semplice, trasparente e standardizzata.

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Ulteriore impulso dovrebbe arrivare dal fatto che il rating delle transazioni non sarà più legato a quello della banca, favorendo un maggiore interesse da parte degli investitori.

Le tranche senior delle cartolarizzazioni ritenute resilienti e ben strutturate potranno inoltre beneficiare di significative riduzioni di capitale, grazie a un sistema di garanzie che mitiga i rischi in modo più preciso rispetto all’attuale modello poco sensibile alla qualità effettiva delle esposizioni. Infine, si propone l’inclusione di alcune cartolarizzazioni nelle riserve di liquidità richieste alle banche, per incentivare una gestione più attiva e diversificata degli attivi.



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