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Satnam, molta strada fatta ma il sistema non è cambiato. Latina intanto perde i fondi per la lotta al caporalato


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Molta strada fatta, molti controlli, strategie, ispezioni, protocolli d’intesa, congelamento dei fondi pubblici per le imprese irregolarità. Il percorso è quello giusto, ma la sensazione è che “la morte di Satnam non abbia cambiato affatto questa realtà”. Lo dice a chiare lettere Luigia Spinelli, procuratrice capo facente funzioni di Latina, che ha preso parte oggi al tavolo convocato dalla prefetta Vittoria Ciaramella per fare il punto della situazione a un anno dalla morte di Satnam Singh, con le istituzioni e i sindacati. Il fenomeno dello sfruttamento resta un “sistema”, ancora radicato, sommerso e difficile da estirpare. I controlli si susseguono a cadenza quasi quotidiana, così come le sanzioni e le denunce.

La procuratrice Spinelli: “La situazione dei lavoratori non è cambiata e la repressione non basta” – Il video

Caporalato e sfruttamento del lavoro: cosa è accaduto, qual è la situazione a Latina

A fronte di questo impegno da parte delle forze dell’ordine, carabinieri, questura e guardia di finanza, in alcune imprese cominciano ad emergere situazioni di regolarità completa. Dovrebbe essere la normalità, ma prima non accadeva. Altre invece spostano la loro sede altrove, perché su Latina sono puntati troppi riflettori. Ma il quadro che ne viene fuori è anche un altro: non sono più solo le aziende italiane a essere irregolari ma anche quelle condotte da cittadini stranieri, indiani e pakistani. “Nel caso di Satnam la risposta c’è stata – spiega la procuratrice Spinelli – La normativa penale tra l’altro è molto severa sotto il profilo sanzionatorio, il vero problema è la sua attuazione insieme all’emersione della notizia di reato e alla tutela del lavoratore, che resta un soggetto vulnerabile. Certamente l’azione repressiva non basta. Per questo la procura ha stipulato un protocollo d’intesa che coinvolge anche la Asl, perché il primo approccio, in caso di accesso in ospedale, è fondamentale. I lavoratori devono conoscere i loro diritti. Non voglio che questo protocollo resti carta straccia”.

Le soluzioni e le proposte, ma Latina perde il finanziamento del Pnrr per combattere il caporalato

Servono misure premiali per le aziende virtuose, una banca dati comune alle istituzioni e alle forze dell’ordine, il congelamento dei contributi pubblici Agea per le imprese che non risultano in regola. Risorse economiche insomma, che possano aiutare a elaborare una strategia efficace di prevenzione. Come i fondi del Pnrr, milioni di euro che sulla carta erano stanziati per la lotta al caporalato e allo sfruttamento del lavoro agricolo attraverso la realizzazione di soluzioni abitative per i migranti impiegati nel settore. Fondi che erano andati anche a Latina. E che il Comune ha perso. Il commissario straordinario del Governo per lotta allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, Maurizio Falco, fino a un anno fa prefetto della provincia pontina, aveva cercato di salvare il salvabile e la sua presenza a Latina, in questa giornata, conferma la grande attenzione che c’è sul territorio. Eppure, nel capoluogo tutto è sfumato, perché, come ha spiegato in prefettura non la sindaca ma il suo vice Carnevale, “ci sono stati ostacoli legati a vincoli di natura urbanistica”. Così Latina perde un finanziamento di circa 4 milioni di euro. “Stiamo lavorando ancora – ha spiegato il commissario Falco – per dirottare questi fondi destinati alla realizzazione di posti letto alle imprese, ma occorre strutturare una rete agricola di qualità. Questa potrebbe essere la soluzione”.

Latina, dalla tragedia di Satnam a laboratorio da esportare

A tirare le fila, la prefetta Vittoria Ciaramella: “Abbiamo fatto il punto della situazione di quanto accaduto nell’anno dopo la morte di Satnam Singh – ha spiegato – Abbiamo sempre prestato grande attenzione al fenomeno, coinvolgendo tutti gli attori tanto dal punto di vista repressivo che preventivo. E’ certamente difficile eradicare subito un sistema, ma vogliamo rendere Latina un laboratorio da esportare. Già il fatto che alcune aziende controllate negli ultimi mesi abbiano spostato la propria sede altrove, significa che qui non hanno trovato terreno fertile. Questo ci indica che siamo sulla strada giusta”.

Caporalato, le azioni di contrasto sul territorio pontino: il punto della prefetta Vittoria Ciaramella – Il video

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